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Luigi Einaudi
I PROBLEMI ECONOMICI DELLA FEDERAZIONE EUROPEA

Anno di pubblicazione 2004
Introduzione Paolo Soddu
Saggio complementare Profilo di Luigi Einaudi
Autore Carlo Azeglio Ciampi
Saggio complementare Un ricordo di Luigi Einaudi
Autore Raffaele Mattioli
Pag. XXXII - 90
Prezzo € 30,00
Collana Polis
ISBN 9788884630049


Pubblicato per la prima volta nell'Italia libera del 1945 e concepito durante l'esilio svizzero (1943 -1944), il libro compendia il pensiero di Einaudi sulle forme di unificazione europea.
Sin dalla fine della Prima guerra mondiale, l'esigenza di una costituzione unitaria delle nazioni europee era viva nelle menti più lungimiranti e preoccupate degli interessi generali.
L'assetto federativo, che peraltro è analizzato in un altro volume della collana Federazione europea o lega delle nazioni? (Treves 2004), costituiva da decenni l'ipotesi più discussa nel dibattito politico-economico-culturale sull'unità d'Europa. Einaudi, pur facendola propria, ne analizza gli aspetti economici con un apporto di idee originali, provocatorie e, a tratti, rivoluzionarie.
Il saggio appartiene alla stagione più matura e compiuta del pensiero dell'economista piemontese e secondo Norberto Bobbio costituisce "uno dei maggiori contributi dati dall'economista al problema eminentemente costituzionale della formazione di uno Stato federale, e anche uno degli scritti di maggior rilievo nel dibattito del tempo". La concezione di uno Stato federale - garante al contempo del mercato unico e dell'indipendenza delle piccole patrie - coniuga il libero commercio con il principio sovranazionale, mostrando per intero tutta la sua vibrante attualità.
Si può dire dunque che il libro di Einaudi offra ancora oggi risposte e soluzioni ai problemi di unità europea, garantendo il rispetto del "patrimonio delle tradizioni e glorie avite".

L'autore

Luigi Einaudi (Carrù 1874 - Roma 1961) è stato l'economista italiano più celebre del XX secolo. Cresciuto in un ambiente fortemente radicato nella tradizione austera del vecchio Piemonte, dove "il metodo della serietà, della fatica, della pertinacia" costituiva regola aurea di vita, trasferì questa matrice formativa nella sua attività scientifica, politica e intellettuale.
Laureatosi a ventuno anni in Giurisprudenza, summa cum laude, iniziò un cursus honorum che ha pochi confronti. Nell'arco di sessantacinque anni raggiunse le più alte cariche accademiche e civili e scrisse oltre 3.800 fra articoli, saggi e lettere.
Fu ordinario all'Università di Torino e alla Bocconi, senatore nel 1919 per meriti scientifici, Governatore della Banca d'Italia nel 1945, membro della Consulta nazionale, Vice presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro del Bilancio nel 1947. Dal 1948 fu Presidente della Repubblica Italiana.
Occupa un posto a sé nella storia dell'Italia del Novecento, non solo per le importanti cariche istituzionali ricoperte, ma anche per le molteplici attività di studioso, giornalista ed editorialista; con il proprio magistero scientifico e civile ha influenzato intere generazioni di economisti italiani.
Tra i suoi scritti Considerazioni finali della Banca d'Italia (Treves 2008).

L'Indice

Nota introduttiva di Paolo Soddu * Note biografiche: Luigi Einaudi, Carlo Azeglio Ciampi, Raffaele Mattioli * Bibliografia
I PROBLEMI ECONOMICI DELLA FEDERAZIONE EUROPEA: I compiti economici della Federazione * La filosofia della scarsità e quella dell’abbondanza * Che cosa faremo se non saremo più protetti? * Di alcuni errori e timori volgari in materia economica * Federalismo e valori spirituali
PROFILO DI LUIGI EINAUDI * UN RICORDO DI LUIGI EINAUDI

Estratto dalla nota introduttiva di Paolo Soddu

Nel presentare nel 1997 il Diario dell’esilio svizzero del 1943 – 1944 e nel 2001 una raccolta di scritti di Luigi Einaudi del 1943 – 1947 avevo condensato nell’espressione conservatore liberle il tratto distintivo della sua presenza pubblica, avvertendo tuttavia della forza qualificante dell’aggettivo che dava senso, permeava e nutriva di sé il sostantivo. La definizione del suo pensiero sulla Federazione europea, che fu per i modi in cui egli operò anche azione politica, potrebbe indurre a rovesciare quell’assunto e a individuare, al contrario, un afflato sicuramente progressivo del suo liberalismo. In realtà, qualche anno prima Riccardo Faucci aveva messo in guardia contro facili generalizzazioni e aveva osservato che il liberalismo einaudiano, “già di per sé così difficilmente classificabile per la compresenza in esso di istanze progressiste e conservatrici, acquista grazi al federalismo – europeismo una coloritura che lo arricchisce e lo qualifica, pur senza mutarne lo spirito informatore…

 

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