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Gian Carlo Grossardi
GALATEO DEL CARABINIERE

Anno di pubblicazione 2008
Introduzione Vincenzo Pezzolet
Pag. XXXIV - 107
Prezzo € 20,00
Collana Imago Mundi
ISBN 9788884630223


"All'esattezza nell'uniforme, alla regolarità nel vestirla devesi aggiungere anche la sua nettezza, e ciò non soltanto quanto basta per non incorrere in qualche punizione, ma quanto occorre per renderla più bella allo sguardo altrui, che si compiace ognora delle immagini della bellezza": con queste parole il maggiore Gian Carlo Grossardi si rivolge agli allievi dell'Arma nel Galateo del Carabiniere, scritto nel 1879.
Dopo aver spiegato che "la proprietà dell'abito, come quella della persona, contribuisce grandemente al mantenimento della salute", una salute che certamente l'ufficiale intendeva come morale oltre che fisica, l'autore mette in guardia contro l'eccessiva cura nel "mantenere puliti gli abiti, lucidi e forbiti i metalli e i cuoiami [...] e contro la tendenza a sostituire alcuni oggetti, forse più eleganti di quelli prescritti", ritenendo con ciò di abbellire il vestire.
E infine sentenzia: "Prima qualità di un bel vestire si è la convenienza, e pel carabiniere questa è la stretta osservanza dell'abito prescritto".
Questo libro, oltre a essere un punto di riferimento per tutti i carabinieri, sia in forza che a riposo, è un utile testo di studio per la storia dell'Italia unita e costituisce una preziosa fonte di suggerimenti per chiunque consideri essenziale nelle relazioni interpersonali il tratto educato e i modi civili.

L'Autore

Gian Carlo Grossardi, maggiore dei Carabinieri all'epoca del Galateo, termina la carriera con il grado di tenente colonnello. Serve l'Arma con spirito e dedizione esemplari, incarnando pienamente i precetti del suo libro.

L'Indice

Presentazione di Nicolò Sella di Monteluce * Introduzione di Vincenzo Pezzolet * Bibliografia * Avvertimenti per l'allievo Carabiniere * Note
PROEMIO
PULITEZZA GENERALE: Contegno e condotta * Portamento * Urbanità * Tratto * Proprietà della persona * Proprietà degli abiti * Contegno nelle caserme * Sentimento dell’onore * Sentimento del dovere * Generosità * Note
PULITEZZA PARTICOLARE: Tratto coi superiori * Tratto cogli inferiori * Tratto cogli eguali - Amicizia * Tratto colle autorità civili ed ufficiali della milizia mobile, territoriale e di riserva * Tratto cogli abitanti in genere * Note
PULITEZZA SPECIALE: Contegno nel disimpegno del servizio in genere * Longanimità senza debolezza * Prudenza senza vigliaccheria * Rigore senza eccesso * Quando lo zelo degenera in provocazione * La legge eguale per tutti * Riguardi possibili e convenienti * Rigori inutili e condannabili * Il tatto * Note
CONCLUSIONE * Note

Estratto Introduzione di Vincenzo Pezzolet

Quando Gian Carlo Grossardi nacque a Medesano in provincia di Parma il 29 settembre 1842 da Fabio ed Elisa Boni, in una nobile famiglia anche di tradizioni militari, in Italia si stavano preparando grandi avvenimenti che avrebbero preso corpo sei anni più tardi con la Prima guerra d’indipendenza. Peraltro già suo cugino Angelo, che aveva servito nelle file napoleoniche e in quelle dell’esercito di Maria Luisa d’Austria duchessa di Parma, era stato coinvolto nei “moti carbonari” del 1821 e del 1831 e dovette più volte fare la triste e avventurosa vita dell’esule in Francia, Toscana e Piemonte sin quando, con il grado di maggiore dei Carabinieri Reali, concluse la sua movimentata esistenza a Varese Ligure il 29 agosto 1851. Questa brillante figura non mancò d’influenzare le scelte del giovane Gian Carlo. Questi infatti nel 1859, appena diciassettenne, entrò nella scuola militare di Modena ove si formavano all’epoca gli ufficiali modenesi e parmensi. Da qui, dopo l’annessione dei Ducati al Regno di Sardegna l’11 marzo 1860, fu direttamente incorporato nell’Armata Sarda (come allora si chiamava l’esercito sabaudo) ove divenne sottotenente di fanteria; con questo grado ebbe poi modo di meritare una medaglia d’argento al valor militare nella battaglia di Castelfidardo del 18 settembre di quello stesso anno «perché sempre tra i primi alla testa dei soldati... caricando più volte alla baionetta, contribuì alla presa dei cannoni nemici». E non basta: un’altra medaglia di bronzo la guadagnò nel 1861 durante l’assedio di Gaeta contro le ultime truppe borboniche. Transitò nell’Arma dei Carabinieri Reali nel 1864, allorché l’Istituzione stava vivendo uno dei più importanti cambiamenti evolutivi della sua storia...
 

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