I nostri Feed http://www.treveseditore.eu/ Fri, 08 Nov 2024 10:21:10 GMT FeedCreator 1.8.0-dev (info@mypapit.net) Nicolò Amato CAINO E ABELE http://www.treveseditore.eu/novita/3-ultime-novita/189-nicolo-amato-caino-e-abele.html
Nicolò Amato
CAINO E ABELE
Anno di pubblicazione 2016
Introduzione di Giuseppe Pisicchio
Prefazione di Marco Boato
Pagine XXXII+172
Prezzo € 18
Collana: Polis
ISBN 8884630401

 


L'Autore


Nicolò Amato, magistrato e docente di Filosofia del diritto, ha per molti anni rappresentato la Procura di Roma nei più importanti processi, come quello per il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro e la strage della sua scorta e quello per l’attentato a Giovanni Paolo II. In seguito, per quasi undici anni, ha diretto il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria durante gli anni del terrorismo politico e delle stragi di mafia, dando al sistema carcerario italiano uno straordinario sviluppo e prestigio internazionale, nel nome di quello che è stato chiamato «il carcere della speranza»; e riuscendo a risolvere la pericolosissima rivolta dei detenuti di Porto Azzurro del 1987, senza cedimento dello Stato e senza versamento di sangue. Per la sua esperienza penitenziaria è stato invitato quale esperto da alcuni Paesi esteri. Ha insegnato all’Università “La Sapienza” di Roma e all’Università di Urbino. Ha collaborato per molti anni a varie riviste giuridiche, nonché ai quotidiani nazionali “la Repubblica” e “Il Messaggero”.



Il Libro

L'opera riflette sui temi della vita e della morte e dei loro rapporti. Riflette quindi sulla tendenza connaturata ad ogni uomo a dare la morte. L’uomo che uccide un altro uomo, sin dal primo omicidio di Caino ai danni di Abele, come una maledizione che accompagna dalla genesi la storia dell’umanità. Si esaminano poi i rapporti tra vendetta, perdono e giustizia, i tipi di pene e i tipi di delitti e le tre finalità del castigo: retribuzione, deterrenza e rieducazione. Successivamente, il libro offre una breve ricostruzione storica degli abusi della pena di morte nel passato, nella Russia di Stalin, nella Germania di Hitler e infine si sofferma sugli abusi attuali, compiuti in alcuni Paesi islamici, in Cina e in Corea del Nord.

Il libro pone, poi, la domanda che ne è l’oggetto, con esclusivo riferimento agli omicidi: può essere giusto che quelli più gravi ed abietti, addebitabili ai c.d. Mostri, siano puniti con la pena di morte? Si esaminano quindi in senso critico le pregiudiziali degli abolizionisti, dirette a contrastare la stessa legittimità dell’uso della pena capitale da parte degli Stati, sostenendo, in senso contrario, che la sovranità di essi è, in linea di principio, illimitata e può essere ristretta solo per loro stessa volontà, attraverso una norma giuridica interna o attraverso la sottoscrizione di un trattato internazionale poi ratificato con legge interna. Si conclude che il difficile e tormentoso problema di scegliere se punire i Mostri con la pena di morte o con quella dell’ergastolo va affrontato sul piano del merito, valutando, alla luce degli scopi del castigo, se sia più giusto il primo o il secondo tipo di punizione. E perché la risposta abbia anche una base concreta, si presenta una piccola “Galleria di Mostri”.

Si esamina, infine, quale sia, per questo tipo di criminali, la pena più giusta, soprattutto con riguardo alla esigenza di un castigo che sia realmente proporzionato, quanto più possibile, alla gravità oggettiva e soggettiva dell’assassinio, e alla esigenza di difendere categoricamente la società civile e le possibili future vittime da criminali che appaiono insensibili al normale effetto dissuasivo della pena e al suo eventuale effetto riabilitativo e si sottolinea come non possa non estendersi allo Stato, sotto forma di categorico dovere, il diritto che ciascun cittadino privato ha di uccidere, quando il gesto sia necessario per salvare la propria vita o la vita di un altro uomo.

Il libro intende mostrare come la domanda relativa alla scelta della pena più giusta per i delitti oggettivamente e soggettivamente più gravi rappresenti un problema che coinvolge profondamente e ineludibilmente la coscienza di tutti gli uomini e che può essere risolto in maniera convincente soltanto con l’uso della ragione, non ricorrendo alle emozioni ai sentimenti e alle passioni, come spesso la retorica suggerisce. Per tale domanda il saggio non presume di poter presentare una risposta certa e sulla quale tutti siano d’accordo. Esso intende piuttosto sollecitare la riflessione e l’opinione dei lettori.



Estratto dal Primo capitolo


Il sole sorge e tramonta, avvicenda il giorno e la notte, la luce e il buio. L’uomo nasce e poi viene sepolto. È come il respiro del mondo. Come la vita e la morte fossero le due facce opposte e inseparabili di una stessa moneta che una mano invisibile e onnipotente tiene sospesa e poi lascia cadere, chi sa quale faccia rimane sotto e quale sta sopra. Tu vivi dunque morrai, tu muori sei dunque vissuto. Solo chi non nasce non muore, chi muore ha finito di nascere, e talvolta muore prima d’essere nato del tutto. Ma nessuno può dire: non voglio nascere; e nessuno può dire: non voglio morire; semmai può dire: voglio morire. È questo che ci sconvolge e ci angoscia, a pensarci, che l’inizio della vita e, per chi non se la tolga, la sua fine e quindi i momenti fondamentali del proprio destino, siano totalmente sottratti alla volontà, alla scelta, alla libertà dell’uomo. Forse era troppo ottimista Appio Claudio a dire: «Ciascuno è fabbro del proprio destino». Ed anche Shakespeare quando in Giulio Cesare fece dire a Cassio: «Gli uomini in certi momenti sono padroni del loro destino». Ma quanto poco conta, quanto è insignificante la possibilità dell’uomo di governare e decidere il proprio destino se da lui non dipende né quando né dove né come nasce, da lui non dipende né quando né dove né come muore, da lui non dipende ciò che intorno a lui succede o gli altri fanno, se, in definitiva, noi tutti viviamo, non come vogliamo, ma come possiamo?


Bibliografia

Osservazioni sul problema della interpretatività, A. Giuffrè, Milano 1966, Estr. da Rivista internazionale di filosofia del diritto A. 43, fasc. 2 (apr.-giu. 1966)
Considerazioni in tema di discorso teoretico e di discorso normativo, A.Giuffrè, Milano1966, Estr. da Rivista internazionale di filosofia del diritto, A. 43, fasc. 4 (ott.-dic. 1966)
Logica simbolica e diritto, A. Giuffrè, Milano 1968; Logica simbolica e diritto, A. Giuffrè, Milano 1969;
Diritto, delitto, carcere, A. Giuffrè, Milano 1987
Un pubblico ministero in Corte d'assise: l'attentato al pontefice Giovanni Paolo II, Moro ed altri processi, Schena, Fasano 1989;
Oltre le sbarre, A. Mondadori, Milano 1990
L’ultima lambada, SugarCo, Carnago 1993;
Processo alla giustizia, Marsilio, Venezia,1994
Fuga impossibile, T. Pironti, Napoli 1996;
I giorni del dolore, la notte della ragione: stragi di mafia e carcere duro, Armando, Roma 2012;
Bettino Craxi, dunque colpevole, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2013
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Thu, 12 May 2016 15:59:20 GMT http://www.treveseditore.eu/novita/3-ultime-novita/189-nicolo-amato-caino-e-abele.html
Savona una campana per l'Italia - Scaretti A bell for Italy http://www.treveseditore.eu/collane/7-polis/187-savona-una-campana-per-litalia-scaretti-a-bell-for-italy.html

L'Autore

Paolo Savona nasce a Cagliari nel 1936. laureatosi cum laude nel 1961 in economia e commercio, nel 1963 vince il concorso nazionale per entrare in banca d’italia. Viene così assegnato al servizio studi e inviato successivamente a seguire i corsi di specializzazione in econometria ed economia monetaria presso il Massachusetts Insitute of Technology (mit) di Cambridge (usa). nel corso degli anni diviene uno stretto collaboratore del governatore Carli e raggiunge il grado di direttore, sino a quando nel 1976 vince il concorso a cattedra di Politica economica. Nello stesso periodo Carli, abbandonata la carica di governatore nel 1975, lo chiama in Confindustria in qualità di direttore generale dell’ente, ruolo che ricopre sino al 1980.
Nel corso degli anni assume importanti incarichi pubblici, tra i quali: presidente del Credito industriale sardo (1980-1989); segretario generale della Programmazione economica al Ministero del bilancio (1980-1982); direttore generale e poi amministratore delegato della Banca nazionale del lavoro (1989-1990); presidente del Fondo interbancario di tutela dei depositi (1990-1999); capo del Dipartimento delle politiche comunitarie presso la Presidenza del consiglio (2005-2006).
Tra il 2000 e il 2010 opera nel settore privato in qualità di presidente delle società Impregilo, Adr, Gemina, consorzio Venezia nuova, Unicredit Banca di Roma, e come vicepresidente di Capitalia e consigliere di amministrazione di Rcs e Tim italia.
Dall’aprile 1993 all’aprile 1994 è Ministro dell’industria, commercio e artigianato e per le funzioni connesse al riordinamento delle partecipazioni statali durante il governo Ciampi. Presiede attualmente il Fondo interbancario di tutela dei depositi. Dal 1976 al 2009 è professore ordinario di Politica economica presso le università luiss “Guido Carli” di Roma, di cui è tuttora professore emerito, quelle di Perugia e di Tor Vergata, e presso la Scuola superiore di pubblica amministrazione. Founding co-editor della Open economies review (springer), è stato editor delle riviste «Economia italiana», «Review of Economic conditions in italy» e «Journal of European economic history». Autore e co-autore di numerosi scritti sui problemi dell’economia reale, monetaria e finanziaria e sui temi metodologici. tra le sue attività di ricerca hanno particolare rilievo il primo modello econometrico dell’economia italiana m1bi, le prime analisi sulla base monetaria internazionale e l’eurodollaro, e sugli effetti macroeconomici dei contratti derivati, che hanno anticipato sistematicamente il susseguirsi dei drammatici eventi vissuti dall’economia italiana e da quella internazionale negli ultimi quarant’anni.

Enrico Scaretti nasce a Roma il 22 novembre 1889, dove muore il 6 giugno 1961. Si laurea in legge e, assieme al fratello Giovanni Battista, eredita e gestisce con successo l’attività bancaria del padre Oreste superando con successo la Grande crisi. Negli anni Venti e Trenta prende in concessione e rilancia le Terme di Chianciano e le Acque Albule di Tivoli. La concessione gli viene revocata durante il fascismo, a causa del rifiuto di iscriversi al Partito. Nel 1933 sposa Majorie Jebb, da cui ha due figli, Virginia e Lorenzo. Nel 1935 si reca in missione ufficiale a Londra presso Lord Edgar Vincent, 1st Viscount D’Abernon (1857-1941), già Ambasciatore inglese a Berlino, e la Lady, «per aiutare l’Italia a ottenere finanziamenti». Nel 1936 acquista i duemila ettari dei poderi Cafaggiolo e Trebbio nel Mugello e nei due anni successivi investe considerevoli risorse per il loro rilancio produttivo e il restauro della Villa del Trebbio costruita per la famiglia de’ Medici. Nel 1938 collabora per gli studi economici e monetari con Ashton Gwatkin, Sir R. Nosworthy e Sir Percy Loraine. Nel 1944 si reca in missione ufficiale negli Stati Uniti. Nel 1945 torna in missione negli Stati Uniti per altre due volte. Nel 1947 si reca a Ischia per studiare il rilancio delle terme e a Palermo per studiare l’approvvigionamento delle acque. Nel 1948 partecipa alla campagna elettorale per un collegio senatoriale nel Mugello nella lista del Pli. Partecipa alla Conferenza dell’Aia presieduta da Winston Churchill a sostegno della creazione di un parlamento europeo. Interviene alla convention internazionale del Rotary a Firenze. Nello stesso anno vende alla Bnl di Arturo Osio la Banca Scaretti, giunta al centottesimo anno di vita e si trasforma in amministratore di beni. Nel 1949 partecipa alla Westminster Conference a Londra presieduta da Duncan Sandys, contribuendo alla sessione economica e a quella per l’Eur-Africa unite. Nel 1950 si reca per affari privati negli Stati Uniti. Nel 1951 partecipa alla Conferenza Atlantica che si tiene a Roma. Nel 1952 vende metà azienda agricola Cafaggiolo ai Padri trappisti e investe nel rimboschimento della collina circostante. Scaretti mantenne molti contatti con l’estero e svolse un’intensa attività mondana organizzando cene, visioni private di film, concerti e ricevimenti culturali, con l’apporto determinante della moglie artista. Conosceva bene il latino, l’inglese e il francese. I suoi hobby erano il bridge e il golf.


L'Indice

note biografiche ~ biographies *  Bibliografia ~Bibliography * PAOLO SAVONA * Una campana per l’Italia * Presentazione * tratti salienti della biografia dell’autore e dell’epoca in cui ha vissuto * contenuti del documento * considerazioni conclusive * english Version * Foreword * notes about the author and his times: a frame of reference * the report * Final considerations * ENRICO SCARETTI * A Bell for Italy * Introduction * order and Work * economy * reconstruction

 

Dalla presentazione di Paolo Savona

Questa è una breve storia della seconda missione che l’Italia – allo stesso tempo paese sconfitto e vincitore nella seconda guerra mondiale – decide di inviare negli Stati Uniti per riallacciare le relazioni economiche interrotte a causa della guerra e chiedere aiuto per la sua ricostruzione e il suo sviluppo. Subito dopo l’arrivo delle forze “alleate” a Roma il 4 giugno 1944, un banchiere italiano, Enrico Scaretti – su mandato del Sottosegretario agli esteri del Governo guidato da Ivanoe Bonomi, Giovanni Visconti Venosta, d’accordo con Niccolò Introna, Commissario straordinario della Banca d’Italia, e su sollecitazione sia di Cordell Hull, Segretario di Stato americano, sia di colui che sarebbe diventato il primo ambasciatore degli Stati Uniti nell’Italia liberata, Alexander C. Kirk – viene inviato in missione a Washington e prepara un documento da consegnare agli americani, che intitola A Bell for Italy. In esso traccia un quadro della difficile situazione economica italiana e delle iniziative che sarebbero state necessarie per una rapida ripresa economica del Paese al fine di sottrarlo ai rischi di una guerra civile e all’attrazione esercitata da una soluzione statalista degli assetti costituzionali allora in discussione, ma non ancora definiti. Il documento è molto ben congegnato e i suoi contenuti sono di un’attualità sconcertante. Tocca infatti temi all’epoca molto importanti e altri che sono ancora oggi oggetto di dibattito e vengono presi a fondamento di scelte di politica estera, soprattutto in ambito europeo. Gli storici ne conoscono già l’esistenza. L’ambasciatore Egidio Ortona lo cita esplicitamente nelle sue memorie sugli anni della ricostruzione, durante i quali egli svolse un ruolo importante, ma lo considera “un promemoria molto ponderoso che conteneva dati e considerazioni forse non tutte pregne di scienza economica” 1. Egli attribuisce alla missione Scaretti scarsa importanza per la ripresa delle relazioni con gli Stati Uniti, che invece attribuisce alla quasi contemporanea missione guidata dal barone Quintino Quintieri e dal banchiere Raffaele Mattioli, per la quale ha svolto funzioni di segretario. Nel loro studio sulle vicende postbelliche il professor Ennio Di Nolfo e l’ambasciatore Maurizio Serra dedicano più attenzione alla missione Scaretti, ma anch’essi assegnano alla missione Quintieri-Mattioli maggiore rilevanza nella ripresa delle relazioni economiche con gli Stati Uniti, anche se lo scopo di ottenere un prestito che fu a essa assegnato non venne raggiunto, mentre, come ci proponiamo di argomentare, quella di Scaretti raggiunse lo scopo e, forse, andò anche oltre per l’intraprendenza del banchiere 2. Anche Luigi Einaudi aveva conoscenza del documento, non solo perché lo si trova nella sua documentazione presso l’Archivio storico della Banca d’Italia, ma anche perché ne fa esplicita menzione nel suo diario in data 1° agosto 1945 3. In un recente articolo Paolo Mieli valorizza la missione di Scaretti ricordando che essa fu decisa e attuata non solo per informare gli americani sullo stato dell’economia italiana ma, data la preparazione del personaggio, anche per correggere la linea politica antibritannica e pro-sovietica della prima missione, quella effettuata dal professore Guido Pazzi, di simpatie socialiste 4. Costui aveva infatti destato preoccupazioni da parte americana, che furono espresse in occasione in occasione di una visita resa da Leland Olds, una personalità vicina al Presidente Roosevelt, a Renato Prunas, Segretario generale del Ministero degli esteri.

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Thu, 19 Sep 2013 00:00:00 GMT http://www.treveseditore.eu/collane/7-polis/187-savona-una-campana-per-litalia-scaretti-a-bell-for-italy.html
Schlegel LA STORIA DEL MAGO MERLINO http://www.treveseditore.eu/collane/8-imago-mundi/93-la-storia-del-mago-merlino.html
Chi era Merlino? Incantatore o profeta, figlio del diavolo o principe del Bene, saggio o folle, taumaturgo o anticristo? Unica nel suo genere, La storia del Mago Merlino ha il pregio di introdurci segretamente in un mondo misterioso dove le profezie si intrecciano con le avventure, gli incantesimi con gli amori, sino a rivelarci gli aspetti più oscuri e meno conosciuti di questa singolare creatura, in bilico tra mito e letteratura, tra sogno e memoria.
Ma qual è la storia di questo singolare testo? Nella Bibliothèque Nationale di Parigi, i coniugi Schlegel riscoprirono, tra i manoscritti, la versione in prosa del poema epico Merlin di Robert de Boron composto nel XIII secolo. Su di esso Dorothea Schlegel concentrò i propri interessi filologici per rendere nuovamente accessibile l'opera che, tradotta e rielaborata, fu pubblicata nel 1804, "Edita da Friedrich Schlegel".
Rimasta celata nell'archivio di Stato di Berlino dagli inizi dell'Ottocento, La storia del Mago Merlino appare oggi in una nuova edizione italiana che permette al lettore di abbandonarsi all'affascinante voce dell'irrazionale, così come Merlino si lasciò incantare dalla giovane Viviana.

Gli Autori

Friedrich von Schlegel (Hannover 1772 - Dresda 1829) fu tra i principali teorici della poetica anticlassica, che delineò nei celebri Fragmente (1789), pubblicati su "Athenaeum", e nella densa prosa saggistico-poetica della raccolta Ideen (1801). Tra il 1789 e il 1800, collaborò con il fratello maggiore August Wilhelm alla redazione della già citata rivista "Athenaeum", destinata a divenire l'organo della prima generazione romantica.
Nel 1804 sposò Dorothea Mendelssohn (Berlino 1763 - Francoforte sul Meno 1839), figlia del filosofo tedesco Moses, già moglie separata del banchiere Simon Veit. Coltissima, cresciuta sin dall'infanzia in un ambiente estremamente intellettuale, Dorothea contribuì in maniera rilevante agli studi filologici del marito e partecipò attivamente alle attività del cenacolo romantico di Jena.
La sua può senz'altro considerarsi una figura di primo piano del Romanticismo tedesco ed europeo.
I coniugi Schlegel condivisero l'entusiasmo del tempo per gli antichi capolavori letterari e, rivalutando il fantastico e il favoloso, portarono alla luce, durante il loro soggiorno parigino, innumerevoli tesori del passato. Nel 1808 si trasferirono a Vienna dove Friedrich, convertitosi al cattolicesimo, divenne stretto collaboratore di Metternich, abbracciando in pieno la causa della Restaurazione.

L'Indice

Presentazione di Silvia Alfonsi * Note * Introduzione di Michael Müller * Note * Note biografiche
Galleria iconografica * Prefazione
Capitoli complessivi n. 35.

Estratto Introduzione di Michael Müller

Se si considerano i versi introduttivi dell’opera La Chanson des Saxons scritta da Jean Bodel intorno al 1200, solo tre erano gli argomenti di cui poteva occuparsi uno scrittore del Medioevo: la “matière de Rome”, comprendeva tutte le narazioni mitologiche e semi-mitologiche, tramandate dall’antichità sia romana, sia greca, la storia di Paride e della ella Elena, per intenderci, ma anche le avventure di Enea; con “matière de France” si intende il ciclo di Carlomagno e dei suoi paladini, tra i quali soprattutto Orlando. La “matière de Bretaigne” narra la storia di Re Artù, dei cavalieri della Tavola Rotonda e del Mago Merlino…

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Fri, 14 Jan 2011 18:09:30 GMT http://www.treveseditore.eu/collane/8-imago-mundi/93-la-storia-del-mago-merlino.html
Faraday LA STORIA CHIMICA DI UNA CANDELA http://www.treveseditore.eu/collane/9-philosophia-naturalis/90-storia-chimica-di-una-candela.html Pubblicata per la prima volta in Italia nella collana Biblioteca utile dalla Fratelli Treves editori nel 1871, La storia chimica di una candela è la trascrizione di sei conferenze tenute da Michael Faraday alla Royal Institution fra la fine del 1859 e l'inizio del 1860.
Il libro spiega, con stile piano e comprensibile, natura, genesi e utilizzo di un oggetto di uso quotidiano, fornendo in tal modo una piacevole lezione di chimica.
La presente edizione è corredata dalle cinquantatre tavole originali disegnate da Faraday e dal testo in lingua inglese. Opera di piacevolissima lettura, dai molteplici impieghi, continua a essere adottata come libro di testo nelle scuole inglesi, americane e giapponesi; consente di recuperare nozioni andate disperse nel tempo e di conoscere aspetti curiosi e quotidiani della chimica.

L'Autore

Michael Faraday (Newington 1791 - Hampton Court 1867) è forse il maggior chimico sperimentale di tutti i tempi.
Di umili origini, la famiglia non poté provvedere alla sua educazione e quindi crebbe del tutto autodidatta. A tredici anni divenne apprendista presso un legatore di libri. Qui ebbe modo di prendere in mano volumi dei più svariati argomenti, appassionandosi alla lettura e decidendo di dedicare la vita alla scienza. Riuscì a farsi assumere come scrivano da sir Humphrey Davy e iniziò così il suo percorso scientifico. Quale assistente di Davy, viaggiò, lesse, apprese, e frequentò i principali scienziati del suo tempo. La carriera di Faraday non conobbe inciampi e in breve venne apprezzato come uno fra i migliori chimici del suo tempo, con remunerate richieste di collaborazione dalla nascente industria chimica.
Nella storia della scienza due leggi in elettrologia portano il suo nome, e rimangono attuali e famosi i suoi studi sui campi elettrici e magnetici che costituirono la base alla teoria dei campi di Maxwell.
Einstein disse che per quanto attiene all'elettromagnetismo, il rapporto che Faraday ebbe con Maxwell fu lo stesso che Galileo ebbe con Newton nello sviluppo della meccanica.

L'Indice

Presentazione di Pier Giorgio Albertazzi * Introduzione di Franco Prattico * Prefazione all’edizione del 1871 di Henri Etienne Sainte-Claire Deville * Nota biografica * Nota alla traduzione * Bibliografia
I CONFERENZA Una candela: la fiamma * Sue origini - Struttura - Mobilità - Luminosità
II CONFERENZA Una candela: luminosità della fiamma * L’aria necessaria per la combustione * La produzione d’acqua
III CONFERENZA I prodotti: l’acqua dalla combustione * La natura dell’acqua - Un composto - L’idrogeno
IV CONFERENZA L’idrogeno nella candela - Combustione nell’acqua * L’altro componente dell’acqua - L’ossigeno
V CONFERENZA L’ossigeno presente nell’aria - La natura dell’atmosfera - Sue proprietà - Altri prodotti della candela - L’acido carbonico - Sue proprietà
VI CONFERENZA Carbonio o carbone - Gas di carbone * Respirazione e sua analogia con la combustione di una candela - Conclusione

Estratto Introduzione di Franco Prattico

Forse la lezione più significativa che possiamo oggi trarre da questo avventuroso viaggio in sei tappe su un oggetto e un fenomeno apparentemente umile e domestico – almeno per il mondo della prima metà dell’Ottocento – quale il lento consumarsi di una candela, è nella estrema semplicità e chiarezza con cui Michael Faraday, circa un secolo e mezzo fa, condusse per mano il suo pubblico a interrogarsi sui fenomeni che ci circondano nella nostra esistenza quotidiana e sulle loro più usuali manifestazioni, utilizzando la comprensione, così ottenuta, per fare apprezzare la ricchezza del mondo della materia e al tempo stesso svelandone la affascinante complessità. Sta di fatto che Faraday è l’uomo a cui oggi dobbiamo buona parte del nostro mondo (o, quanto meno, la sua comprensione e quindi la possibilità di utilizzare le leggi della natura ai nostri fini): elettricità, magnetismo, molte leggi della chimica e tante conoscenze sui materiali e sui relativi fenomeni...
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Wed, 13 Oct 2010 19:22:14 GMT http://www.treveseditore.eu/collane/9-philosophia-naturalis/90-storia-chimica-di-una-candela.html
Vitruvio DE ARCHITECTURA http://www.treveseditore.eu/collane/11-ars-gratia-artis/40-de-architectura-.html


Il De Architectura è l'unico trattato giuntoci dall'antichità sulla materia architettonica.
L'opera fu pubblicata negli anni in cui Augusto progettava un rinnovamento generale dell'edilizia pubblica. In essa, Vitruvio eleva l'Architettura a scienza umanistica, poiché contiene in sé praticamente tutte le altre arti. Nella fattispecie, l'architetto deve avere nozioni di geometria, matematica, ottica, acustica, legge e meteorologia; deve fare attenzione a illuminazione, arieggiamento e salubrità di città ed edifici; non devono mancargli nozioni di teologia e astronomia: nel caso progetti dei templi o dei luoghi di culto, infatti, questi devono essere graditi agli Dei e rispettare la posizione degli astri; gli sono indispensabili nozioni di anatomia e medicina per costruire luoghi adatti all'uomo e infine, deve possedere una vasta cultura generale, anche filosofica (il modello del De Oratore di Cicerone è presente in Vitruvio).
Poiché l'architettura è imitazione della natura, ogni costruzione deve inserirsi armoniosamente nell'ambiente.
L'opera è suddivisa in dieci libri che affrontano ogni singolo aspetto di quest'arte, dalla formazione dell'architetto alle tecniche edificatorie, passando per i diversi tipi di edifici, fino a toccare indispensabili nozioni di meccanica e idraulica.

L'autore

Della vita di Marcus Vitruvius Pollio (80/70 a.C. circa - 23 a.C.) abbiamo scarse notizie. Certa è la sua importanza come architetto, ingegnere e scrittore, comprovata dai numerosi riferimenti alla sua opera - l'unico testo latino di architettura che sia giunto fino a noi - degli autori successivi, a cominciare da Frontino.
Sembra sia stato sovrintendente alle macchine da guerra per Giulio Cesare; della sua opera di architetto e ingegnere per Augusto ci rimane solo la notizia certa del progetto fatto per la basilica di Fano. All'imperatore dedicò i dieci volumi del trattato De Architectura, scritto probabilmente tra il 27 e il 23 a.C..
Il trattato, tradotto e divulgato in epoca rinascimentale (1414) da Poggio Bracciolini, è stato il fondamento dell'architettura occidentale fino alla fine del XIX secolo.

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Mon, 11 Oct 2010 13:06:01 GMT http://www.treveseditore.eu/collane/11-ars-gratia-artis/40-de-architectura-.html
Paolo Baffi CONSIDERAZIONI FINALI DELLA BANCA D'ITALIA http://www.treveseditore.eu/in-primo-piano-paolo-baffi.html

L'Autore

Paolo Baffi (Broni 1911 - Roma 1989) entra in Banca d’Italia nel 1936; dal 1960 al 1975, ricopre il ruolo di Direttore generale. Nell’agosto del 1975 è nominato Governatore, anche grazie al sostegno di Ugo La Malfa. Ma il clima politico è teso e, nel marzo del 1979, Baffi viene incriminato nel corso di un’inchiesta della Procura di Roma sul mancato esercizio della vigilanza sugli istituti di credito. Il Vicedirettore, Mario Sarcinelli, è tratto in arresto, onta che a Baffi verrà risparmiata solo a causa dell’età. Nonostante le numerose manifestazioni di solidarietà, l’indignazione per l’operato della magistratura romana e il completo proscioglimento dalle accuse, preferiscono rassegnare le dimissioni.

Eletto successivamente Governatore onorario, dal 1979 al 1981, Baffi sarà professore ordinario di politica monetaria alla facoltà di Scienze politiche dell’Università La Sapienza di Roma, nonché consigliere e poi vicepresidente della Bri (Banca dei regolamenti internazionali). Dal 1972 egli è inoltre “socio corrispondente” dell’Accademia dei Lincei.

Paolo Baffi muore a Roma il 4 agosto 1989. A suo nome è intitolata dal 1990 la biblioteca della Banca d’Italia. Tra i suoi lavori di carattere scientifico ricordiamo Studi sulla moneta (1965) e Nuovi studi sulla moneta (1973).


Il Libro

Il volume, arricchito dai saggi critici di Fabio Merusi (giuridico istituzionale), Luigi de Rosa (storico economico), Paolo Savona (economico) racconta e ripercorre le tappe salienti di questo tormentato periodo, offrendo una pagina di storia eonomico-politica inedita e illuminante. Gli anni compresi tra il 1974 al 1979 segnarono un periodo di allarmanti difficoltà che vide la Banca d’Italia oggetto di attacchi senza uguali. Subentrato a Guido Carli nel Governatorato, Paolo Baffi, tempra di fine economista nonché uomo di incrollabili principi, si trovò dunque ad affrontare una situazione assai spinosa. Lo spettro dell’inflazione, i conflitti sindacali, la crisi profonda del sistema industriale, il blocco energetico, il terrorismo, la lotta armata, gli scandali finanziari che sfociarono nel crack Sindona: nulla gli venne risparmiato, ma Baffi cercò di mantenere l’Istituto autonomo dall’ingerenza politica e di fornire strumenti di gestione, controllo e pianificazione per l’economia del Paese, mostrando un atteggiamento inflessibile nei confronti dei legami perversi fra banche e politica sia perché Sindona era già stato oggetto di intervento del duo Carli-La Malfa sia perché toccò anche interessi più ampi della galassia Sindona. Proprio per questo, il clima si fece sempre più pressante e inevitabilmente degenerò nello scontro aperto e diretto: il Governatore fu incriminato e posto sotto inchiesta; il Vice-direttore generale, Mario Sarcinelli, venne arrestato. Assolti in istruttoria, rassegnarono di lì a poco le dimissioni, infliggendo così un colpo durissimo alla storia della democrazia e del nostro paese.

L'Indice

Prefazione di Carlo Azeglio Ciampi
NOTE BIOGRAFICHE
Bibliografia
PAOLO BAFFI GOVERNATORE
di Luigi De Rosa
CAPITOLO I
Paolo Baffi governatore della Banca d’Italia
CAPITOLO II
Baffi alla prova del fuoco
CAPITOLO III
Alla ricerca della stabilita
CAPITOLO IV
La Banca d’Italia nella bufera: fine del governatorato di Paolo Baffi
PROFILI ISTITUZIONALI DELLE RELAZIONI DI PAOLO BAFFI
di Fabio Merusi
Riflessioni sul modello economico di Paolo Baffi
Di Paolo Savona
CONSIDERAZIONI FINALI DELLA BANCA D’ITALIA
Relazione per l’anno 1975
Relazione per l’anno 1976
Relazione per l’anno 1977
Relazione per l’anno 1978
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Mon, 21 Oct 2013 00:00:00 GMT http://www.treveseditore.eu/in-primo-piano-paolo-baffi.html
Berlinguer Etica & politica http://www.treveseditore.eu/anteprime/13-anteprime/160-berlinguer-la-questione-morale.html
Il nome di Enrico Berlinguer è storicamente associato anche e soprattutto alla campagna moralizzatrice che egli portò avanti con tenacia tra la fine degli anni settanta e gli inizi degli anni ottanta.
E proprio la “questione morale” costituisce il fil rouge di questo libro che raccoglie gli scritti del Segretario nazionale del Pci dal 1968 al 1984, anno della sua prematura scomparsa. Una testimonianza fondamentale per comprendere il pensiero dell’uomo e del politico. Figura carismatica, capace di affrontare coraggiosamente, con realismo e spirito critico, problematiche e interrogativi legati a un periodo particolarmente controverso delle vicende italiane.
“Quel che occorre, oggi, è l’attuazione di un programma di vero e proprio risanamento nazionale e ciò richiede un impegno comune e una collaborazione di tutte le energie popolari e democratiche”. Così Berlinguer nel 1973. Come si evince, le sue parole sono rivolte non solo ai compagni di partito, ma a un uditorio più ampio, segno di apertura verso l’opposizione democristiana che lascia presagire, e in molti casi auspica, quel progetto di compromesso storico drammaticamente interrotto dal rapimento e dall’uccisione di Aldo Moro.
La necessità di fuggire sterili individualismi e concezioni egoistiche della vita spinge il leader comunista a focalizzarsi su soggetti e situazioni fino ad allora rimasti nell’ombra quando non completamente ignorati. La questione meridionale, l’emancipazione femminile, la partecipazione delle masse operaie alla vita pubblica, questi e altri i temi trattati nel volume, come pure questioni di rilevanza internazionale e il difficile confronto col mondo cattolico, cui Berlinguer si apre sperando in un dialogo solo apparentemente impensabile. Egli non esclude momenti di “crisi”, “rottura” e “scontro acuto”. Questo perché si basa sulla consapevolezza che un rinnovamento epocale non debba necessariamente seguire percorsi lineari.
L'Autore

Enrico Berlinguer (Sassari, 1922 – Padova, 1984) si iscrive al Partito comunista italiano nel 1943. Segretario della Federazione giovanile comunista italiana nel 1949 e della Federazione mondiale della gioventù democratica nel 1950, è eletto per la prima volta deputato nel 1968. Nel corso del XII congresso, il partito lo nomina Vice segretario nazionale e poi, nel 1972, Segretario nazionale. In seguito alle elezioni politiche del 20 giugno 1976 il Pci ottiene da solo il 34,4 per cento dei voti e 227 seggi alla Camera dei deputati, nonché il 33,8 per cento dei suffragi e 116 seggi al Senato. È in quegli anni, precisamente nel gennaio del 1977, che Berlinguer lancia la sua celebre campagna moralizzatrice contro l’uso e l’abuso della “cosa pubblica” e che si inizia a parlare di “compromesso storico”. Nel febbraio 1977 Ugo La Malfa dichiara pubblicamente la necessità di un governo di emergenza comprendente anche i comunisti che, nel frattempo, cercano di uscire dall’isolamento ideologico seguito alla scomunica di papa Pacelli nel 1948. Inizialmente il progetto fallisce per l’opposizione di democristiani e socialdemocratici. Poi, nel 1978, Berlinguer identifica in Aldo Moro l’uomo con cui instaurare un dialogo per rendere finalmente concreta la proposta. Tuttavia, il 16 marzo dello stesso anno, giorno in cui avrebbe dovuto essere presentato il nuovo governo, Moro verrà rapito (e poi ucciso) dalle brigate rosse. Eletto Parlamentare europeo nel 1979, nel 1984 Berlinguer si reca a Padova per un comizio, durante il quale è colpito da un ictus che lo condurrà alla morte l’11 giugno dello stesso anno.

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Mon, 21 Nov 2011 13:52:21 GMT http://www.treveseditore.eu/anteprime/13-anteprime/160-berlinguer-la-questione-morale.html
Paolo Baffi CONSIDERAZIONI FINALI DELLA BANCA D'ITALIA http://www.treveseditore.eu/novita/3-ultime-novita/185-paolo-baffi-considerazioni-finali-della-banca-ditalia.html
Paolo Baffi
Considerazioni Finali della Banca d'Italia
Anno di pubblicazione 2013
Saggi di commento
Fabio Merusi
Luigi de Rosa
Paolo Savona
Pag. XLIV+ 650 - Prezzo € 50
Collana: Considerazioni Finali della Banca d'Italia
ISBN 8884630118


L'Autore

Paolo Baffi (Broni 1911 - Roma 1989) entra in Banca d’Italia nel 1936; dal 1960 al 1975, ricopre il ruolo di Direttore generale. Nell’agosto del 1975 è nominato Governatore, anche grazie al sostegno di Ugo La Malfa. Ma il clima politico è teso e, nel marzo del 1979, Baffi viene incriminato nel corso di un’inchiesta della Procura di Roma sul mancato esercizio della vigilanza sugli istituti di credito. Il Vicedirettore, Mario Sarcinelli, è tratto in arresto, onta che a Baffi verrà risparmiata solo a causa dell’età. Nonostante le numerose manifestazioni di solidarietà, l’indignazione per l’operato della magistratura romana e il completo proscioglimento dalle accuse, preferiscono rassegnare le dimissioni. Eletto successivamente Governatore onorario, dal 1979 al 1981, Baffi sarà professore ordinario di politica monetaria alla facoltà di Scienze politiche dell’Università La Sapienza di Roma, nonché consigliere e poi vicepresidente della Bri (Banca dei regolamenti internazionali). Dal 1972 egli è inoltre “socio corrispondente” dell’Accademia dei Lincei. Paolo Baffi muore a Roma il 4 agosto 1989. A suo nome è intitolata dal 1990 la biblioteca della Banca d’Italia. Tra i suoi lavori di carattere scientifico ricordiamo Studi sulla moneta (1965) e Nuovi studi sulla moneta (1973).


Il Libro


Il volume, arricchito dai saggi critici di Fabio Merusi (giuridico istituzionale), Luigi de Rosa (storico economico), Paolo Savona (economico) racconta e ripercorre le tappe salienti di questo tormentato periodo, offrendo una pagina di storia eonomico-politica inedita e illuminante. Gli anni compresi tra il 1974 al 1979 segnarono un periodo di allarmanti difficoltà che vide la Banca d’Italia oggetto di attacchi senza uguali. Subentrato a Guido Carli nel Governatorato, Paolo Baffi, tempra di fine economista nonché uomo di incrollabili principi, si trovò dunque ad affrontare una situazione assai spinosa. Lo spettro dell’inflazione, i conflitti sindacali, la crisi profonda del sistema industriale, il blocco energetico, il terrorismo, la lotta armata, gli scandali finanziari che sfociarono nel crack Sindona: nulla gli venne risparmiato, ma Baffi cercò di mantenere l’Istituto autonomo dall’ingerenza politica e di fornire strumenti di gestione, controllo e pianificazione per l’economia del Paese, mostrando un atteggiamento inflessibile nei confronti dei legami fra banche e politica  sia perché toccò interessi più ampi della galassia Sindona era stato oggetto di intervento del duo Carli-La Malfa . Proprio per questo, il clima si fece sempre più pressante e inevitabilmente degenerò nello scontro aperto e diretto: il Governatore fu incriminato e posto sotto inchiesta; il Vice-direttore generale, Mario Sarcinelli, venne arrestato. Assolti in istruttoria,  rassegnarono di lì a poco le dimissioni, infliggendo così un colpo durissimo alla storia della democrazia e del nostro paese.


L'Indice

Prefazione di Carlo Azeglio Ciampi
NOTE BIOGRAFICHE
Bibliografia
PAOLO BAFFI GOVERNATORE
di Luigi De Rosa
CAPITOLO I
Paolo Baffi governatore della Banca d’Italia
CAPITOLO II
Baffi alla prova del fuoco
CAPITOLO III
Alla ricerca della stabilita
CAPITOLO IV
La Banca d’Italia nella bufera: fine del governatorato di Paolo Baffi
PROFILI ISTITUZIONALI DELLE RELAZIONI DI PAOLO BAFFI
di Fabio Merusi
Riflessioni sul modello economico di Paolo Baffi
Di Paolo Savona
CONSIDERAZIONI FINALI DELLA BANCA D’ITALIA
Relazione per l’anno 1975
Relazione per l’anno 1976
Relazione per l’anno 1977
Relazione per l’anno 1978

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Mon, 21 Oct 2013 00:00:00 GMT http://www.treveseditore.eu/novita/3-ultime-novita/185-paolo-baffi-considerazioni-finali-della-banca-ditalia.html
Felice Cavallotti LETTERA AGLI ONESTI DI TUTTI I PARTITI http://www.treveseditore.eu/collane/7-polis/181-cavallotti-lettera-agli-onesti-di-tutti-i-partiti.html

Felice Cavallotti
LETTERA AGLI ONESTI DI TUTTI I PARTITI

Anno di pubblicazione 2013
Autore Felice Cavallotti
Pag. XXXVI-104
Prezzo € 9,00

Collana Polis
ISBN 8884630339




Nel 1895 Felice Cavallotti scrive la sua celebre Lettera agli onesti di tutti i partiti, denunciando apertamente i malcostumi e gli abusi di potere perpetrati dall’allora classe dirigente e, in particolar modo, dal Primo ministro, Francesco Crispi. Sull’onda dello scandalo della Banca Romana, l’autore palesa senza mezzi termini il proprio dissenso nei confronti di Crispi, accusandolo di essersi macchiato di atti illeciti gravissimi, quali concussione, corruzione, millantato credito e bigamia.
La lettera, pubblicata sul «Secolo» di Milano e sul «Don Chisciotte» di Roma, s’inserisce pertanto nel più ampio contesto di una campagna moralizzatrice di cui già da tempo Cavallotti si faceva portavoce in Parlamento. Nel testo, egli non lesina biasimo e parole forti, lasciando trasparire la cocente delusione nei confronti di un leader incapace di incarnare i nobili ideali cui la politica dovrebbe assurgere.
A sostegno delle sue tesi, Cavallotti riporta fedelmente documenti ed episodi. Tuttavia, questo non fu sufficiente a ottenere le dimissioni di Crispi che, infatti, poté proseguire il suo mandato per un altro anno (fino al 1896).
Nonostante ciò, il libro si rivela sorprendentemente attuale e mostra, con i dovuti distinguo, come i vizi di oggi siano i medesimi di ieri. Una lettura illuminante, spaccato di un’epoca e preziosa testimonianza storica, rivolta oggi come allora a “tutti quelli che nelle mie file o in file diverse di qualsiasi partito, hanno invocato la tregua di Dio sul terreno, ove tutti i cuori onesti si incontrano”.

L'Autore

Felice Carlo Emanuele Cavallotti (Milano, 1842 – Roma, 1898), appena diciottenne si unisce alla Spedizione dei Mille e, nel 1867, affianca Garibaldi durante la fallita insurrezione a Roma. Partecipa inoltre alla Terza guerra di indipendenza; imprese delle quali restituirà ampio resoconto sulle pagine del milanese «L’Unione» e del napoletano «L’Indipendente».
Nel 1873, è eletto al Parlamento come deputato di Corteolona er si schiera contro la Destra storica, mostrando tuttavia alcune riserve anche nei confronti della Sinistra.
Nel 1877 fonda, con Agostino Bertani, il Partito radicale italiano, movimento politico costituitosi ufficialmente solo nel 1904 e attivo sino all’avvento del fascismo. Ed è grazie a lui, e all’intesa siglata nel 1894 con il marchese Antonio Starabba, che i radicali riescono a ottenere una serie di importanti concessioni.
Nel 1885 Cavallotti è a Napoli, con il socialista Andrea Costa e l’anarchico Errico Malatesta, per sostenere il popolo colpito da una grave epidemia di colera.
Uomo di indole testarda e passionale, nel corso della sua vita combatte ben trentatré duelli, l’ultimo dei quali, il 6 marzo 1898, gli sarà fatale. Felice Cavallotti viene infatti ucciso nei giardini di Villa Cellere a Roma, dal “rivale”, conte Ferruccio Macola, che lo aveva sfidato in seguito a un diverbio.
È tutt’oggi ritenuto il leader dell’“estrema sinistra” parlamentare nell’Italia liberale pre-giolittiana.

L'Indice

Al lettore di Gustavo Chiesi * NOTE BIOGRAFICHE *Bibliografia * LETTERA AGLI ONESTI DI TUTTI I PARTITI * PARTE PRIMA * PARTE SECONDA * PARTE TERZA * CONCLUSIONE
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Sat, 21 Sep 2013 10:15:31 GMT http://www.treveseditore.eu/collane/7-polis/181-cavallotti-lettera-agli-onesti-di-tutti-i-partiti.html
REGOLAMENTO GENERALE DEL CORPO DEI CARABINIERI REALI http://www.treveseditore.eu/collane/8-imago-mundi/54-regolamento-generale-del-corpo-dei-carabinieri-reali.html


Il 16 ottobre 1822 Re Carlo Felice emanò un nuovo e più completo regolamento per il Corpo dei Carabinieri Reali, che sarà alla base di tutti i successivi regolamenti fino al giorno d'oggi.
Il testo, non più un breve documento organizzativo ma un vero e proprio libro (in gergo militare "libretta") di più di duecentocinquanta pagine, fissa puntigliosamente, in 631 paragrafi e una serie di allegati, ogni aspetto del Corpo.
Una prima parte si occupa dell'organizzazione, delle prerogative e del personale.
La seconda tocca le relazioni del Corpo con le differenti autorità, mentre la terza specifica i dettagli del servizio; infine, la quarta delinea l'ordine interno e la disciplina.
Oltre a tutte le disposizioni di servizio, il Regolamento del 1822 stabiliva alcuni principi duraturi: i carabinieri, tranne che per la trasmissione di dispacci urgenti, devono essere almeno in due; devono considerarsi in servizio perpetuo in qualunque circostanza e a qualunque ora; devono sempre avere un contegno distinto, fermo, dignitoso, calmo, imparziale e umano.
Il reclutamento era reso ancora più selettivo perché il candidato doveva avere almeno venticinque anni, un'età ragguardevole per quei tempi, e non più di quaranta; saper leggere e scrivere correttamente; essere possibilmente celibe o vedovo senza prole; appartenere a una famiglia di onesta professione e senza precedenti penali; aver servito almeno quattro anni in un altro corpo dell'Arma ricevendone un certificato di buona condotta e salute; essere alto trentanove once per la fanteria e quaranta per la cavalleria (intorno al metro e settantacinque, altra caratteristica non comune al tempo). Le nuove reclute si ingaggiavano per dieci anni e avevano diritto a ricevere la somma dell'ingaggio (150 lire se Carabinieri Reali a piedi e 350 se a cavallo) soltanto dopo trentacinque mesi di ininterrotto servizio. Gli allievi carabinieri ricevevano soltanto 75 lire, ma avevano poi diritto a maturare stipendi e ulteriore ingaggio in misura della loro anzianità di servizio.
Altra norma particolare era quella riguardante il matrimonio. Di regola esso veniva sconsigliato ai sottufficiali e ai carabinieri perché la loro paga bastava al mantenimento personale "mediante regolata economia", ma era insufficiente per una famiglia, tanto più se numerosa, senza contare le complicazioni derivanti dal far vivere una famiglia in caserma, il pericolo di indebitamento, nonché il concreto rischio di miseria in caso di morte del carabiniere.
I modelli in appendice contengono tutti i formulari necessari al servizio: il solo rapporto analitico degli arresti e altre operazioni presenta ben trentatré colonne da compilare, mentre i diversi tipi di verbale che si possono redigere sono addirittura sedici, indice di come questo testo abbia contribuito fortemente a impostare la proverbiale pignoleria dei carabinieri.

L'Indice

Introduzione di Vincenzo Pezzolet * Note biografiche * Bibliografia * Premessa al testo
REGOLAMENTO GENERALE DEL CORPO DEI CARABINIERI REALI
Approvato da Sua Maestà Carlo Felice nell’anno 1822

Estratto Introduzione di Vincenzo Pezzolet

Il 20 maggio 1814 Vittorio Emanuele I, dopo un esilio a Cagliari durato quattordici anni, rientrava trionfalmente a Torino, capitale di quello che allora si chiamava Regno di Sardegna e che comprendeva, oltre all’isola, il Piemonte, la Savoia e la Liguria. La Quadruplice Alleanza (imperi di Austria e Russia, regni di Gran Bretagna e Prussia), vincitrice di Napoleone, lo aveva reintegrato pienamente nel suo ruolo di monarca assoluto, assieme agli altri “legittimi” sovrani che le baionette francesi avevano scacciato dai loro troni. Prendeva così avvio il periodo che la storia definisce “Restaurazione”, ispirato dal disegno politico noto come “concerto europeo” di Robert Stewart, visconte Castlereagh e Ministro degli esteri britannico, vero artefice del Congresso di Vienna (1814-15) ove si ridisegnarono i nuovi equilibri continentali e, per quanto riguardava soprattutto l’Italia, rigorosamente dominato dall’ombra dell’inflessibile quanto abile cancelliere austriaco Klemens Metternich...
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Wed, 13 Oct 2010 19:27:30 GMT http://www.treveseditore.eu/collane/8-imago-mundi/54-regolamento-generale-del-corpo-dei-carabinieri-reali.html
Einaudi CONSIDERAZIONI FINALI DELLA BANCA D'ITALIA http://www.treveseditore.eu/collane/12-considerazioni-finali/67-cons-finali-einaudi.html

L'opera fa parte della collana che raccoglie, per la prima volta insieme in un'edizione critica commentata, le Considerazioni finali dei Governatori della Banca d'Italia. Questo primo volume riunisce le considerazioni annuali di Luigi Einaudi, Governatore dal 5 gennaio 1945 all'11 maggio 1948, anno in cui divenne Presidente della Repubblica.
I circa trenta mesi in cui Einaudi occupò effettivamente la carica di Governatore si rivelarono cruciali nelle vicende dell'immediato dopoguerra e costituiscono ancora oggi uno dei periodi più indagati, discussi e controversi della storia economica italiana della seconda metà del Novecento.
L'Italia era un paese duramente provato, reduce da una lunga esperienza dittatoriale che aveva cambiato profondamente l'organizzazione dello Stato. Diviso in due, con due mercati indipendenti e un confine in continuo movimento, dovette affrontare i problemi del dopoguerra in condizioni diverse dagli altri paesi, persino da quelli sconfitti.
La Banca d'Italia fu coinvolta anch'essa in questo turbinio di eventi: Luigi Einaudi ebbe infatti il compito di trasformarla da banca del Tesoro a banca centrale, ovvero da istituzione monetaria costretta a fronteggiare compiti di emergenza, a organismo preposto alla stabilità monetaria. La sua politica antinflazionistica fu decisiva per il risollevamento delle condizioni economiche del Paese e, nonostante le difficoltà, Einaudi raggiunse gli obiettivi assegnati che sentiva come degli autentici impegni esistenziali.

L'Autore

Luigi Einaudi (Carrù 1874 - Roma 1961) è stato l'economista italiano più celebre del XX secolo. Cresciuto in un ambiente fortemente radicato nella tradizione austera del vecchio Piemonte, dove "il metodo della serietà, della fatica, della pertinacia" costituiva regola aurea di vita, trasferì questa matrice formativa nella sua attività scientifica, politica e intellettuale.
Laureatosi a ventuno anni in Giurisprudenza, summa cum laude, iniziò un cursus honorum che ha pochi confronti. Nell'arco di sessantacinque anni raggiunse le più alte cariche accademiche e civili e scrisse oltre 3.800 fra articoli, saggi e lettere.
Fu ordinario all'Università di Torino e alla Bocconi, senatore nel 1919 per meriti scientifici, Governatore della Banca d'Italia nel 1945, membro della Consulta nazionale, Vice presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro del Bilancio nel 1947. Dal 1948 fu Presidente della Repubblica Italiana.
Occupa un posto a sé nella storia dell'Italia del Novecento, non solo per le importanti cariche istituzionali ricoperte, ma anche per le molteplici attività di studioso, giornalista ed editorialista; con il proprio magistero scientifico e civile ha influenzato intere generazioni di economisti italiani.
Tra i suoi scritti I problemi economici della federazione europea (Treves 2004).

L'Indice

Note biografiche * LUIGI EINAUDI GOVERNATORE di Piero Barucci * La nomina a Governatore * Un Governatore con eccezionali poteri * La molteplice febbrile attività di Einaudi nel periodo * La tipicità del tema-problema “Einaudi governatore” * Il ciclo politico e quello elettorale * Il ciclo economico * Orientamenti economici per la ricostruzione * Il “nuovo corso”, i “punti” di Rodolfo Morandi, la proposta di Angelo Costa * La dinamica dell’economia italiana nel periodo 1943-1947: il quadro analitico * Il dibattito sul “cambio della moneta” * Bilancio dello Stato, prestiti post-bellici e dibattito sull’imposta straordinaria sul patrimonio * La politica del corso del cambio * Einaudi e il sistema bancario italiano * Il processo di liberalizzazione in Italia nella prima metà del 1946 * La ripresa inflazionistica nella metà del 1946 * Einaudi e l’inflazione 1946-1947 * La valutazione di Einaudi sulla situazione economica italiana agli inizi del 1947 * Einaudi nel quarto ministero De Gasperi * Il “vuoto” politico in Italia nel primo semestre del 1947 * Le “Misure Einaudi” * Il “secondo tempo” delle misure economiche del 1947 * Un Governatore ed un Ministro molto discusso * Politica ed economia in Luigi Einaudi * Einaudi e le alternative nella politica economica italiana di quegli anni * De Gasperi ed Einaudi: una collaborazione leale e feconda * Un uomo, un’epoca *
TAVOLE * RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI * NOTA AI TESTI

CONSIDERAZIONI FINALI DELLA BANCA D’ITALIA (31 marzo 1947) TESTI COMPLEMENTARI di Luigi Einaudi * La tempesta monetaria «Corriere della Sera», 22 agosto 1943 * Discorso di insediamento come Governatore di Banca d’Italia (15 gennaio 1945) * L’alzamento della moneta «Risorgimento liberale», 15 aprile 1945 * Il cambio della moneta [Paracelso] «Risorgimento liberale», 25 giugno 1945 * Memorie della Banca d’Italia sul cambio della moneta (12 settembre e 20 dicembre 1945) * Lettera all’addetto finanziario dell’ambasciata degli Stati Uniti a Roma Biagio Di Venuti (13 aprile 1946) * Intervento all’Assemblea costituente (24 settembre 1946) * Ritornerà stabile la lira? «Corriere della Sera», 1 dicembre 1946 * Chi è che governa la Banca d’Italia? «Corriere di informazione», 31 marzo 1947 * Intervento all’Assemblea costituente (18 giugno 1947) * Le restrizioni del credito «Corriere della Sera», 31 agosto 1947 * I vincoli del credito «Corriere della Sera», 7 settembre 1947 * Intervento all’Assemblea costituente (4 ottobre 1947) * Le parole dell’on. Einaudi all’Abi «Bancaria», 4 dicembre 1947 * Questi fastidiosi cambi «Corriere della Sera», 22 febbraio 1948 * Intervento all’Assemblea di Banca d’Italia (31 marzo 1948)

LINEAMENTI DI STORIA DELLA BANCA D’ITALIA di Antonio Finocchiaro e Alberto Mario Contessa * APPENDICI * STORIA DELLA BANCA D’ITALIA * PROFILI DEI GOVERNATORI DELLA BANCA D’ITALIA * TAVOLA STORICA DEL DIRETTORIO * FUNZIONI E GOVERNANCE * STATUTO DELLA BANCA D’ITALIA 2002 * STATUTO DELLA BANCA D’ITALIA 2006 * CODICE ETICO PER I MEMBRI DEL DIRETTORIO * BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE DELLA BANCA D’ITALIA * INDICE DEI NOMI

Estratto Saggio di Piero Barucci

Luigi Einaudi era già in odor di un Ministero fino dalla primavera del 1944. Si era pensato a lui in occasione della formazione del secondo governo Badoglio per affidargli la responsabilità di un dicastero economico (Croce 1948: 109; Faucci 1986: 310). Einaudi era, in quei mesi, in Svizzera e stava dettando la parte seconda delle Lezioni di politica sociale; quella dedicata a “Di alcuni problemi di politica sociale”. E stava “mettendone per iscritto” la parte terza, ormai classica, che tratta del “Concetto e limiti della eguaglianza nei punti di partenza”. Non c’erano però le condizioni di sicurezza per farlo rientrare in Italia, per cui poté proseguire l’impegno di docenza oltr’Alpe per giungere a Roma solo negli ultimi giorni del 1944 ed essere nominato Governatore della Banca d’Italia il 5 gennaio del 1945 (Decreto luogotenenziale 5 gennaio 1945, «Gazzetta Ufficiale» del 9 gennaio 1945, n. 4). Un decreto del giorno prima aveva «previsto che il Governatore esercitasse – sentito il Direttore generale – anche i poteri del Consiglio superiore e del Comitato del Consiglio stesso».
La sua nomina fu resa possibile per l’impegno diretto di Marcello Soleri, ministro del Tesoro, come lui della provincia di Cuneo, come lui liberale, per giunta “amico nelle ore liete ed in quelle tristi”. Le reazioni furono pressoché unanimi: era stato nominato Governatore – si disse – un “grande” accademico, un economista di professione. Oggi viene da dire che fu nominato Governatore un fine politico, tenace, lungimirante, dotato di un radicato senso dello Stato, per di più equilibrato e capace di ascoltare e suggerire sotto voce...

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Sun, 21 Sep 2008 00:00:00 GMT http://www.treveseditore.eu/collane/12-considerazioni-finali/67-cons-finali-einaudi.html
Theodor Herzl Lo Stato degli Ebrei http://www.treveseditore.eu/collane/7-polis/178-herzl-lo-stato-degli-ebrei.html

LO STATO DEGLI EBREI
Tentativo di una soluzione moderna del problema ebraico

Anno di pubblicazione 2012
Presentazione di Shimon Peres
Introduzione di Amos Luzzatto
Pag. XXXV - 138
Prezzo € 20,00
Collana Polis
ISBN 8884630347


Nel 1954, a cinquant’anni esatti dalla sua morte, la Federazione sionistica italiana decise di pubblicare la seconda edizione de Lo Stato ebraico di Theodor Herzl, padre riconosciuto del movimento sionista e ispiratore della rinascita ebraica. Profondamente turbato dai tragici accadimenti dell’affaire Dreyfuss e dalla conseguente esplosione di antisemitismo, Herzl avvertì l’impellente bisogno di confrontarsi con la spinosa questione ebraica. E lo fece con i mezzi a lui più congeniali, dando alle stampe, nel 1896, un’opera che ancora oggi conserva intatto il suo ricco bagaglio di vibrante attualità. L’apparente utopia cui l’autore si aggrappa, sognando uno stato ebraico libero nella terra dei padri, è in realtà un progetto concreto che nulla lascia al caso: politica, lavoro, affari sociali, gli argomenti più disparati sono trattati da Herzl con spirito illuminato e progressista. La chiarezza del giornalista consegna al lettore un testo programmatico, investito col tempo di un’aura di indelebile sacralità. E l’autore, che tanto si battè in vita contro i focolai antisemiti, si dimostrò altresì drammaticamente profetico, preconizzando addirittura l’avvento dell’Olocausto cui per fortuna non fu costretto ad assistere. “Quanto più a lungo l’antisemitismo si fa attendere, tanto più feroce deve esplodere”. Un tragico presagio, monito inascoltato a non abbassare la guardia di fronte a nemici tanto invisibili quanto implacabili. Eppure, ciò di cui parla Herzl è una realtà concreta, destinata ad avverarsi, una “necessità universale” che sempre e comunque saprà risorgere dalle sue ceneri.

L'Autore

Theodor Herzl (Pest, 1860 – Edlach, 1904), è il fondatore del movimento politico sionista. Dopo aver frequentato il Ginnasio evangelico di Budapest, si trasferisce a Vienna per studiare Diritto e Letteratura, prendendo il dottorato in Legge nel 1884. Dal 1891 diviene corrispondente da Parigi del giornale «Neue Freie Presse». Qui ha modo di seguire da vicino l’affaire Dreyfuss e si rende conto di quanto l’antisemitismo sia profondamente e drammaticamente radicato nella società europea. L’urgenza di far sentire la sua voce su una questione di impellente attualità lo spinge così nel 1896 a pubblicare Der Judenstaat (Lo stato ebraico) in cui auspica e teorizza la nascita di uno stato ebraico, appunto, capace di accogliere gli ebrei sottraendoli così alle persecuzioni di stampo razziale. La patria ideale, da stabilire in Palestina o in Uganda (paese, quest’ultimo, proposto dagli inglesi), dovrebbe dunque ospitare tutti quegli ebrei perseguitati e perciò impossibilitati a vivere nel proprio paese. Al congresso di Basilea del 1897 è eletto Presidente del movimento sionista, del quale è tutt’oggi ritenuto il fondatore insieme a Max Nordau. Nel 1950 la salma di Herzl, morto nel 1904, viene traslata a Gerusalemme, come da sue espresse volontà testamentarie.

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Tue, 02 Oct 2012 11:36:41 GMT http://www.treveseditore.eu/collane/7-polis/178-herzl-lo-stato-degli-ebrei.html
Grossardi GALATEO DEL CARABINIERE http://www.treveseditore.eu/collane/8-imago-mundi/52-il-galateo-del-carabiniere.html


"All'esattezza nell'uniforme, alla regolarità nel vestirla devesi aggiungere anche la sua nettezza, e ciò non soltanto quanto basta per non incorrere in qualche punizione, ma quanto occorre per renderla più bella allo sguardo altrui, che si compiace ognora delle immagini della bellezza": con queste parole il maggiore Gian Carlo Grossardi si rivolge agli allievi dell'Arma nel Galateo del Carabiniere, scritto nel 1879.
Dopo aver spiegato che "la proprietà dell'abito, come quella della persona, contribuisce grandemente al mantenimento della salute", una salute che certamente l'ufficiale intendeva come morale oltre che fisica, l'autore mette in guardia contro l'eccessiva cura nel "mantenere puliti gli abiti, lucidi e forbiti i metalli e i cuoiami [...] e contro la tendenza a sostituire alcuni oggetti, forse più eleganti di quelli prescritti", ritenendo con ciò di abbellire il vestire.
E infine sentenzia: "Prima qualità di un bel vestire si è la convenienza, e pel carabiniere questa è la stretta osservanza dell'abito prescritto".
Questo libro, oltre a essere un punto di riferimento per tutti i carabinieri, sia in forza che a riposo, è un utile testo di studio per la storia dell'Italia unita e costituisce una preziosa fonte di suggerimenti per chiunque consideri essenziale nelle relazioni interpersonali il tratto educato e i modi civili.

L'Autore

Gian Carlo Grossardi, maggiore dei Carabinieri all'epoca del Galateo, termina la carriera con il grado di tenente colonnello. Serve l'Arma con spirito e dedizione esemplari, incarnando pienamente i precetti del suo libro.

L'Indice

Presentazione di Nicolò Sella di Monteluce * Introduzione di Vincenzo Pezzolet * Bibliografia * Avvertimenti per l'allievo Carabiniere * Note
PROEMIO
PULITEZZA GENERALE: Contegno e condotta * Portamento * Urbanità * Tratto * Proprietà della persona * Proprietà degli abiti * Contegno nelle caserme * Sentimento dell’onore * Sentimento del dovere * Generosità * Note
PULITEZZA PARTICOLARE: Tratto coi superiori * Tratto cogli inferiori * Tratto cogli eguali - Amicizia * Tratto colle autorità civili ed ufficiali della milizia mobile, territoriale e di riserva * Tratto cogli abitanti in genere * Note
PULITEZZA SPECIALE: Contegno nel disimpegno del servizio in genere * Longanimità senza debolezza * Prudenza senza vigliaccheria * Rigore senza eccesso * Quando lo zelo degenera in provocazione * La legge eguale per tutti * Riguardi possibili e convenienti * Rigori inutili e condannabili * Il tatto * Note
CONCLUSIONE * Note

Estratto Introduzione di Vincenzo Pezzolet

Quando Gian Carlo Grossardi nacque a Medesano in provincia di Parma il 29 settembre 1842 da Fabio ed Elisa Boni, in una nobile famiglia anche di tradizioni militari, in Italia si stavano preparando grandi avvenimenti che avrebbero preso corpo sei anni più tardi con la Prima guerra d’indipendenza. Peraltro già suo cugino Angelo, che aveva servito nelle file napoleoniche e in quelle dell’esercito di Maria Luisa d’Austria duchessa di Parma, era stato coinvolto nei “moti carbonari” del 1821 e del 1831 e dovette più volte fare la triste e avventurosa vita dell’esule in Francia, Toscana e Piemonte sin quando, con il grado di maggiore dei Carabinieri Reali, concluse la sua movimentata esistenza a Varese Ligure il 29 agosto 1851. Questa brillante figura non mancò d’influenzare le scelte del giovane Gian Carlo. Questi infatti nel 1859, appena diciassettenne, entrò nella scuola militare di Modena ove si formavano all’epoca gli ufficiali modenesi e parmensi. Da qui, dopo l’annessione dei Ducati al Regno di Sardegna l’11 marzo 1860, fu direttamente incorporato nell’Armata Sarda (come allora si chiamava l’esercito sabaudo) ove divenne sottotenente di fanteria; con questo grado ebbe poi modo di meritare una medaglia d’argento al valor militare nella battaglia di Castelfidardo del 18 settembre di quello stesso anno «perché sempre tra i primi alla testa dei soldati... caricando più volte alla baionetta, contribuì alla presa dei cannoni nemici». E non basta: un’altra medaglia di bronzo la guadagnò nel 1861 durante l’assedio di Gaeta contro le ultime truppe borboniche. Transitò nell’Arma dei Carabinieri Reali nel 1864, allorché l’Istituzione stava vivendo uno dei più importanti cambiamenti evolutivi della sua storia...
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Wed, 13 Oct 2010 19:13:44 GMT http://www.treveseditore.eu/collane/8-imago-mundi/52-il-galateo-del-carabiniere.html
Carli CONSIDERAZIONI FINALI DELLA BANCA D'ITALIA http://www.treveseditore.eu/collane/12-considerazioni-finali/49-considerazioni-finali.html
Incentrato sulla figura di Guido Carli, il libro costituisce il terzo volume dell'opera che raccoglie per la prima volta insieme e in edizione critica commentata, le Considerazioni finali dei Governatori della Banca d'Italia.
Di particolare interesse la figura di Carli, che fu Governatore dal 1960 al 1975, epoca tra le più importanti e tormentate della storia del nostro paese.
Così Paolo Savona nel saggio introduttivo al testo, riprendendo le parole di Giuseppe Guarino: "le Considerazioni finali di Carli 'hanno la reale natura di un saggio di storia' in senso ampio, nel senso che le vicende del quindicennio in esse descritte sono insieme 'prodotto della storia' e, secondo alcune interpretazioni, anche storia prodotta dalle sue stesse scelte politiche. Esse inoltre sono documenti ricchi di analisi che consentono di condurre esercizi di teoria economica applicata molto istruttivi per gli studiosi".
Il volume è in grado di tracciare con chiarezza il quadro macroeconomico nazionale e internazionale del periodo, grazie alla completezza e alla profondità con cui sviluppa gli argomenti trattati, caratteristiche che lo rendono un testo ancora oggi profondamente attuale, anche per l'estrema precisione con cui descrive uno dei momenti più significativi della recente storia italiana.

L'Autore

Guido Carli (Brescia 1914 - Spoleto 1993) si laurea in Giurisprudenza nel 1936 e inizia la sua carriera come funzionario dell'Iri. Partecipa alla pianificazione bellica e successivamente, in qualità di delegato per le negoziazioni del trattato di pace, alla ricostruzione e alla concessione del primo prestito fatto all'Italia nel dopoguerra.Membro della Consulta nazionale (1945) e Direttore esecutivo per l'Italia del Fmi (1947 - 1952), è Ministro del Commercio con l'estero nel gabinetto Zoli (1957 - 1958).
Nel 1959 è  nominato Direttore generale della Banca d'Italia, della quale diviene Governatore nel 1960. Si dimette nel 1975 e l'anno successivo assume la presidenza di Confindustria. Nel 1983 e nel 1987 è eletto senatore della Repubblica, quale candidato indipendente tra le file della Dc e, durante il VI (1989 - 1991) e VII (1991 - 1992) governo Andreotti, ricopre la carica di Ministro del Tesoro.

L'Indice

Note Biografiche * Le radici storiche e i fondamenti logici delle Considerazioni finali del Governatore Carli, di Paolo Savona * Il metodo e i tempi di preparazione delle Considerazioni finali di Guido Carli * La collocazione delle Considerazioni finali di Carli nel contesto storico * I fondamenti teorici del pensiero di Guido Carli “statista” * Il modello di funzionamento del meccanismo di sviluppo occidentale usato da Carli come riferimento per la sua azione * L’interpretazione dei modi di funzionamento dell’economia italiana che ha ispirato la politica monetaria di Carli * Alcune riflessioni conclusive sulla distribuzione del reddito e sulla formazione e utilizzo del risparmio finanziario in Italia nel periodo 1960-75 * Riferimenti Bibliografici
Considerazioni finali della Banca d’Italia: anno 1960, anno 1961, anno 1962, anno 1963, anno 1964, anno 1965,anno 1966, anno 1967, anno 1968, anno 1969, anno 1970, anno 1971, anno 1972, anno 1973, anno 1974.
Memorie del Governatore di Guido Carli * Lineamenti di storia della Banca d’Italia di Antonio Finocchiaro e Alberto Mario Contessa
Appendici: Storia della Banca d’Italia * Profili dei Governatori della Banca d’Italia * Tavola storica del Direttorio * Funzioni e governance * Statuto della Banca d’Italia 2002 * Statuto della Banca d’Italia 2006 * Codice etico per i membri del Direttorio * Bibliografia essenziale della Banca d’Italia.

Estratto Saggio complementare di Paolo Savona

Guido Carli (1914 – 1993) è stato Governatore della Banca d’italia dal 1960 al 1975, in un periodo tra i più importanti e tormentati della storia d’Italia. lL sue Considerazioni finali, pubblicate in appendice alla Relazione annuale della Banca, venivano lette, come consuetudine, l’ultimo giorno non festivo di ogni mese di maggio nello storico salone degli arazzi all’1N, il piano “nobile” di via nazionale 91. secondo un’acuta definizione di Giuseppe Guarino le Considerazioni finali di Carli «hanno la reale natura di un saggio di storia» in senso ampio, nel senso che le vicende del quindicennio in esse descritte sono insieme «prodotto della storia» e, secondo alcune interpretazioni, anche storia prodotta dalle sue stesse scelte politiche. Esse inoltre sono documenti ricchi di analisi che consentono di condurre esercizi di teoria economica applicata molto istruttivi per gli studiosi. se ne contano già numerosi che l’associazione Guido Carli ha raccolto e catalogato, mettendoli a disposizione del pubblico, nel suo sito www.operacarli.it...

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Thu, 13 Oct 2011 18:44:42 GMT http://www.treveseditore.eu/collane/12-considerazioni-finali/49-considerazioni-finali.html
Giovanni Paolo II SPLENDOR VERITATIS http://www.treveseditore.eu/novita/3-ultime-novita/101-splendor-veritatis.html

La sapiente e dottrinale introduzione del Cardinale Joseph Ratzinger, oggi Benedetto XVI, l'affettuoso e commosso ricordo biografico del Cardinale Stanislaw Dziwisz, Arcivescovo di Cracovia, le utili glosse di Edward G. Farrugia SJ, docente di dogmatica e patristica al Pontificio Istituto Orientale, sei anni di lavoro, costituiscono il degno accompagnamento alle Encicliche di Giovanni Paolo II.
L'Opera si compone di tre tomi, per oltre 2600 pagine, con testo latino a fronte.
Le lettere pastorali, pubblicate in ordine cronologico, possono essere suddivise per grandi tematiche: dal trittico trinitario degli anni 1979 - 1986, alle encicliche sociali, fino ai tre testi dottrinali di natura antropologica, tra i quali Veritatis Splendor del 1993 che ha ispirato il titolo dell'Opera.
E poi ancora, le encicliche ecclesiologiche, come Ecclesia de eucharestia e Redemptoris Mater, in cui Giovanni Paolo II affronta i temi della madre Chiesa e della Madre della Chiesa, inserendoli in ambito storico-teologico. Centrale nel suo pensiero il ruolo di Maria, che esprime compiutamente il senso ultimo della Fede: non è un caso, infatti, che ogni lettera termini con un'intenzione rivolta alla Madre di Cristo.
A completamento del testo, il già citato ricordo biografico tracciato dal Cardinale Stanislaw Dziwisz, per anni segretario particolare del Pontefice. In appendice, il primo saluto e la prima benedizione di Giovanni Paolo II, il testo della sua prima omelia e il suo testamento spirituale.
Questa edizione costituisce un passo importante e ineludibile nella conoscenza di uno dei Papi più significativi nella storia della Chiesa, il più amato dell'ultimo secolo.

L'Autore

Karol Józef Wojtyla (Wadowice 1920 - Vaticano 2005) nel 1938 si iscrisse all'Università Jagellónica di Cracovia, città in cui, a partire dal 1942, frequentò i corsi di formazione del Seminario maggiore clandestino. Dopo la guerra, continuò i suoi studi fino all'ordinazione sacerdotale avvenuta a Cracovia il 1° novembre 1946. Inviato a Roma nel 1948, dopo aver conseguito il dottorato in teologia, ritornò in Polonia. Il 28 settembre del 1958 ricevette l'ordinazione episcopale e il 13 gennaio 1964 fu nominato Arcivescovo di Cracovia. Partecipò al Concilio Vaticano II (1962-1965).
I Cardinali, riuniti in Conclave, lo elessero Papa il 16 ottobre 1978. Prese il nome di Giovanni Paolo
II e il 22 ottobre iniziò solennemente il Ministero Petrino.
Il suo Pontificato è stato uno dei più lunghi della storia della Chiesa ed è durato quasi ventisette anni. Ha promosso con successo il dialogo con gli ebrei e con i rappresentanti delle altre religioni. Tra i suoi documenti principali si annoverano quattordici Encicliche, quindici Esortazioni apostoliche, undici Costituzioni apostoliche e quarantacinque Lettere apostoliche. Ha riformato i Codici di Diritto Canonico Occidentale e Orientale e riordinato la Curia Romana. A Papa Giovanni Paolo II si ascrivono anche i libri: Varcare la soglia della speranza (1994); Dono e mistero: nel cinquantesimo anniversario del mio sacerdozio (1996); Trittico romano, meditazioni in forma di poesia (2003); Alzatevi, andiamo! (2004) e Memoria e Identità (2005).
Giovanni Paolo II è stato beatificato il 1° maggio 2011.

L'Indice

Introduzione di Joseph Ratzinger * Ricordo biografico di Stanisław Dziwisz * Note biografiche

TOMO I
REDEMPTOR HOMINIS
: Eredità * Il mistero della redenzione * L’uomo redento e la sua situazione nel mondo contemporaneo * La missione della Chiesa e la sorte dell’uomo * Glossa a Redemptor hominis
DIVES IN MISERICORDIA: «Chi vede me, vede il Padre» (cfr. Gv 14, 9) * Messaggio messianico * L’Antico Testamento * La parabola del figliol prodigo * Il mistero pasquale * Misericordia... di generazione in generazione * La misericordia di Dio nella missione della Chiesa * Preghiera della Chiesa dei nostri tempi * Glossa a Dives in misericordia
LABOREM EXERCENS: Introduzione * Il lavoro e l’uomo * Il conflitto tra lavoro e capitale nella presente fase storica * Diritti degli uomini del lavoro * Elementi per una spiritualità del lavoro * Glossa a Laborem exercens
SLAVORUM APOSTOLI: Introduzione * Cenni biografici * Araldi del Vangelo * Impiantarono la Chiesa di Dio * Senso cattolico della Chiesa * Il Vangelo e la cultura * Significato e irradiazione del millennio cristiano nel mondo slavo * Conclusione * Glossa a Slavorum apostoli
DOMINUM ET VIVIFICANTEM: Introduzione * Lo spirito del Padre e del Figlio, dato alla Chiesa * Lo spirito che convince il mondo quanto al peccato * Lo spirito che dà la vita * Conclusione * Glossa a Dominum et vivificantem
REDEMPTORIS MATER: Introduzione * Maria nel mistero di Cristo * La Madre di Dio al centro della Chiesa in cammino * Mediazione materna * Conclusione * Glossa a Redemptoris Mater

TOMO II
SOLLICITUDO REI SOCIALIS
: Introduzione * Novità dell’enciclica Populorum progressio * Panorama del mondo contemporaneo * L’autentico sviluppo umano * Una lettura teologica dei problemi moderni * Alcuni orientamenti particolari * Conclusione * Glossa a Sollicitudo rei socialis
REDEMPTORIS MISSIO: Introduzione * Gesù Cristo unico Salvatore * Il regno di Dio * Lo Spirito Santo protagonista della missione * Gli immensi orizzonti della missione “ad gentes” * Le vie della missione * I responsabili e gli operatori della pastorale missionaria * La cooperazione all’attività missionaria * La spiritualità missionaria * Conclusione * Glossa a Redemptoris missio
CENTESIMUS ANNUS: Introduzione * Tratti caratteristici della Rerum Novarum * Verso le “cose nuove” di oggi * L’anno 1989 * La proprietà privata e l’universale destinazione dei beni * Stato e Cultura * L’uomo è la via della Chiesa * Glossa a Centesimus annus
VERITATIS SPLENDOR: Introduzione * «Maestro, che cosa devo fare di buono [...]?»(Mt 19, 16) – Cristo e la risposta alla domanda di morale * «Non conformatevi alla mentalità di questo mondo» (Rm 12, 2) – La Chiesa e il discernimento di alcune tendenze della teologia morale odierna * «Perché non venga resa vana la Croce di Cristo» (1 Cor 1, 17) – Il bene morale per la vita della Chiesa e del mondo * Conclusione * Glossa a Veritatis splendor

TOMO III
EVANGELIUM VITAE
: Introduzione * «La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo»: le attuali minacce alla vita umana * «Sono venuto perché abbiano la vita»: il messaggio cristiano sulla vita * «Non uccidere»: la legge santa di Dio * «L’avete fatto a me»: per una nuova cultura della vita umana * Conclusione * Glossa a Evangelium vitae
UT UNUM SINT: Introduzione * L’impegno ecumenico della Chiesa cattolica * I frutti del dialogo * Quanta est nobis via? * Esortazione * Glossa a Ut unum sint
FIDES ET RATIO: Introduzione * La rivelazione della sapienza di Dio * Credo ut intellegam * Intellego ut credam * Il rapporto tra la fede e la ragione * Gli interventi del magistero in materia filosofica * Interazione tra teologia e filosofia * Esigenze e compiti attuali * Conclusione * Glossa a Fides et ratio
ECCLESIA DE EUCHARISTIA: Introduzione * Mistero della fede * L’eucaristia edifica la Chiesa * L’apostolicità dell’eucaristia e della Chiesa * L’eucaristia e la comunione ecclesiale * Il decoro della celebrazione eucaristica * Alla scuola di Maria, donna “eucaristica” * Conclusione * Glossa a Ecclesia de eucharistia
APPENDICI
Primo saluto e prima benedizione ai fedeli di Giovanni Paolo II * L’omelia di Giovanni Paolo II per l’inizio del pontificato * Il testamento di Giovanni Paolo II

Estratto Introduzione di Joseph Ratzinger - Bendetto XVI

Sarebbe assurdo pensare che in mezz’ora si possa parlare delle quattordici encicliche del nostro Santo Padre. Bisognerebbe esaminarle ciascuna dettagliatamente per poter capire la struttura dell’insieme e per captare i loro temi centrali e la linea del loro insegnamento. In mezz’ora si può solo proporre una panoramica approssimativa e superficiale. La scelta dei punti che sottolineiamo è necessariamente unilaterale e potrebbe essere fatta anche in modo diverso. Inoltre, una valutazione congiunta dovrebbe anche includere gli altri testi magisteriali del Papa, che spesso sono di grande trascendenza e appartengono senza dubbio all’insieme delle affermazioni dottrinali del Santo Padre. [...] Orbene, noi non siamo, nella misura in cui si può sapere, alla fine della storia. Ma corriamo il pericolo di negare alla ragione la sua autentica grandezza. E il Papa considera, giustamente, che la fede è chiamata a spingere la ragione ad avere nuovamente il coraggio della verità. Senza la ragione la fede rovina, senza la fede la ragione corre il rischio di atrofizzarsi. È in gioco l’uomo. Ma perché l’uomo sia redento c’è bisogno del Redentore. Abbiamo bisogno di Cristo, uomo, che è uomo e Dio, “senza confusione né divisione” in unica persona, “Redemptor hominis”.

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Wed, 11 May 2011 13:58:20 GMT http://www.treveseditore.eu/novita/3-ultime-novita/101-splendor-veritatis.html
Dellavite MUNUS PASCENDI http://www.treveseditore.eu/collane/7-polis/164-dellavite-munus-pascendi.html
“Paterno ma non paternalistico, delicato ma non molle, vicino ma non asfissiante, premuroso ma non schiacciante”. Queste, secondo monsignor Giulio Dellavite, le caratteristiche che fanno di un vescovo, un buon vescovo, guida avveduta per il suo gregge e Angelus Ecclesiae, capace di governare la comunità dei fedeli con spirito illuminato e pacata saggezza. Padre amorevole e pastore di anime, severo se necessario, ma sempre e comunque retto, il vescovo sia abile soprattutto nell’amministrare la giustizia. Come ricorda il cardinale Giovanni Battista Re nella prefazione al testo «è messo in risalto che l’autorità del Vescovo deve essere accompagnata dall’autorevolezza anche in tutta la sua attività amministrativa e non soltanto in quella di maestro della fede, santificatore e pastore. Avere “i tratti caratteristici del buon pastore” significa anche saper accettare “non il consiglio dei migliori, ma il migliore dei consigli” in ogni decisione e attività». Del resto, è proprio il complicato rapporto che lega indissolubilmente autorità e autorevolezza a costituire il filo conduttore di quest’opera, dettagliato excursus sul Diritto canonico, ma anche e soprattutto specchio in cui si riflettono le molteplici e complesse sfaccettature che animano la missione episcopale. Il solido impianto dottrinario del volume è sostenuto dallo stile fluido dell’autore, e il metodo adottato rilegge il panorama ecclesiale con i moderni strumenti offerti dalle teorie del management. Quello che ne emerge è un quadro completo, in cui l’autore dimostra di padroneggiare una materia assai ostica, e per certi versi ancora poco trattata, sebbene estremamente attuale, fonte di accesi dibattiti e fervide discussioni.

L'Autore


Monsignor Giulio Dellavite nasce in provincia di Bergamo nel 1971. Ordinato sacerdote nel 1996, dal 2002 è officiale della Santa Sede presso la Congregazione per i vescovi. Studia Teologia nel Seminario vescovile Giovanni XXIII di Bergamo, conseguendo poi il baccalaureato alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale di Milano. Successivamente, consegue la licentia docendi e il dottorato in Diritto canonico presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma nel 2006. Ha avuto esperienze pastorali in parrocchie e centri giovanili e ha collaborato con diverse riviste ecclesiali. I suoi interessi di studioso si concentrano prevalentemente sul Diritto amministrativo in ambito ecclesiastico, orizzonte concettuale che egli rilegge alla luce delle moderne teorie del management, facendo interagire le analisi sulla leadership con i principi ecclesiali della comunione gerarchica della Chiesa. Ha pubblicato il saggio All’Angelo della Chiesa scrivi. Autorità e Autorevolezza nella Chiesa (Avagliano editore, Roma 2007).

L'Indice

Prefazione del cardinale Giovanni Battista Re * Nota biografica * Bibliografia Introduzione
CAPITOLO I: I presupposti generali * A quo * Ad quem
CAPITOLO II: Il percorso storico * Primo periodo: dall’inizio fino alle Decretali * Secondo periodo: dalle Decretali alla Sapienti Consilio * Terzo periodo: il Codice piobenedettino * Quarto periodo: la svolta del Concilio Vaticano.II * Quinto periodo: lo Schema de procedura administrativa * Sesto periodo: il Codice vigente
CAPITOLO III: L’esercizio dell’autorità attraverso gli atti amministrativi * Pars construens * Pars destruens * Pars reconstruens
CAPITOLO IV: Munus regendi ac pascendi * Munus Regendi * Munus Pascendi * Un munus come virtù
CAPITOLO V: Angelus Ecclesiae * Illumina * Custodisce * Regge * Governa
Conclusione
APPENDICI: Appendice I – Ufficio del lavoro della Santa Sede * Appendice II – Pastores Gregis * Appendice III – Dopo il Codice vigente
Estratto Prefazione del Cardinale Giovanni Battista Re
Il vescovo, pastore e guida della Chiesa particolare a lui affidata, per volere di Cristo è rivestito di autorità e di sacra potestà, da esercitare come servizio, che rende visibile la missione stessa di Cristo, Pastore del suo popolo. Benché il «munus gubernandi» del vescovo, nella continuità della successione apostolica, abbia le sue radici nell’ordinazione episcopale e pertanto nella grazia sacramentale, non è sminuita l’esigenza dei requisiti umani e di uno stile speciale di leadership, che deve essere pastorale e poggiare su un’autorevolezza personale. La guida della comunità ecclesiale, infatti, esige quella profonda intelligenza delle cose che sappia in ogni situazione prendere le decisioni giuste, intraprendere azioni adeguate e trovare le forme meglio rispondenti al bene delle persone e all’edificazione della Chiesa.
Il presente saggio di monsignor Giulio Dellavite mette bene in luce questo aspetto del munus pastorale del vescovo, focalizzando l’attenzione sugli atti amministrativi di governo...

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Mon, 16 Jan 2012 21:58:23 GMT http://www.treveseditore.eu/collane/7-polis/164-dellavite-munus-pascendi.html
Renan MARCO AURELIO E LA FINE DEL MONDO ANTICO http://www.treveseditore.eu/collane/8-imago-mundi/50-marco-aurelio-e-la-fine-del-mondo-antico.html
Nell'atmosfera intellettuale e religiosa della Francia della seconda metà dell'800, in cui la Chiesa giocava un ruolo fondamentale, la Vie de Jésus, opera del giovane bretone Ernest Renan, suscitò da un lato un forte riscontro popolare e dall'altro lo scandalo e la condanna degli ambienti cattolici. Fulcro dell'opera, la negazione della divinità di Cristo e l'esaltazione della sua incomparabile umanità.
Non è il primo testo religioso che Renan affronta, anche perché gli iniziali studi in seminario - pur se abbandonati a causa della crisi che lo aveva allontanato dalla fede e avvicinato alla filosofia - avevano mantenuto vivo in lui l'interesse per le questioni teologiche; in particolare, per il periodo legato alla nascita del Cristianesimo. È questa la radice di un'opera che nemmeno lo stesso autore credeva di riuscire a portare a termine: l'Histoire des origines du Christianisme, di cui la Vie de Jésus doveva rappresentare la parte iniziale. Il Marco Aurelio ne costituisce il sesto volume.
Qui Renan sembra riconciliarsi con l'idea di democrazia e confidare in una graduale ascesa dell'uomo, mentre in precedenza aveva mostrato un forte scetticismo nei confronti dei concetti di uguaglianza e giustizia.
Il Marco Aurelio è per alcuni aspetti l'archetipo di un fortunato filone di saggistica storica ai confini del romanzo che nel secolo appena concluso vanta numerosi e fortunati esempi.

L'Autore

Ernest Renan (Trèguier 1823 - Parigi 1892), storico e professore di ebraico, svolse un cospicuo lavoro epigrafico, filologico e archeologico.
Scrisse, tra gli altri, l'Histoire du peuple d'Israël (1887 - 1893), gli Essais de morale et de critìque (1859), i Souvenirs d'enfance et de jeunesse (1883) e i Nouvelles études d'histoire religieuse (1884).
Spirito sottile e dallo stile brillante, uomo di cultura amante degli studi, riuscì ad attirare intorno a sé l'ammirazione di un pubblico d'élite, che gli riconobbe il merito di aver illustrato molti aspetti reali e storici della vita di Gesù e della religione, volutamente ignorati dalla Chiesa cattolica.

L'Indice

Introduzione di Giovanni Salmeri * Note * Nota biografica * Bibliografia * Galleria iconografica * Nota al testo
L’ascesa al trono di Marco Aurelio * Progresso e riforme. Il diritto romano * Il regno dei filosofi * Persecuzioni contro i cristiani * Crescente grandezza della Chiesa di Roma. Scritti pseudo-clementini * Taziano. I due sistemi dell’apologia * Decadenza dello gnosticismo * Il sincretismo orientale. Gli ofiti. Il profilarsi del manicheismo * Sviluppi del marcionismo. Apelle * Taziano eretico. Gli encratiti * I grandi vescovi di Grecia d’Asia. Melitone * La questione della Pasqua * L’ultima recrudescenza del millenarismo e del profetismo. I montanisti * Resistenza della Chiesa ortodossa * Trionfo completo dell’episcopato. Conseguenze del montanismo * Marco Aurelio fra i Quadi. Il libro dei Pensieri * La legio fulminata. Apologie di Apollinare, Milziade e Melitone * Gnostici e montanisti a Lione * I martiri di Lione * Ricostituzione della Chiesa di Lione. Ireneo * Celso e Luciano * Nuove apologie. Atenagora, Teofilo d’Antiochia, Minucio Felice * Progressi organizzativi * Scuole di Alessandria e di Edessa * Statistica ed estensione geografica del cristianesimo * L’intimo martiorio di Marco Aurelio, la sua preparazione alla morte * Morte di Marco Aurelio. La fine del mondo antico * IL cristianesimo alla fine del II secolo. Il dogma * Il culto e la disciplina * I costumi cristiani * Le ragioni della vittoria del cristianesimo * Rivoluzione sociale e politica condotta dal cristianesimo * L’impero cristiano * Ulteriori trasformazioni

 

Estratto Introduzione di Giovanni Salmeri

Quando nell’ottobre del 1845 abbandonò il seminario parigino di Saint-Sulpice, Renan aveva perso la fede, ma non l’interesse per la storia del cristianesimo. Per usare le sue parole: “gli studi che avevo intrapreso al seminario mi avevano talmente appassionato che non pensavo ad altro che a riprenderli. Un solo impegno mi parve degno di occupare la mia vita: quello di continuare le mie ricerche critiche sul cristianesimo attraverso i mezzi molto più ampi che mi offriva la Scienza laica”.
Inserito in un testo apparso per la prima volta nel novembre del 1982, questo passo va letto tenendo a mente che nello stesso anno, con la pubblicazione in volume del Marc Aurèle et la fin du monde antique, aveva portato a termine la sua monumentale Histoire des origines du Christianisme: si comprende così il senso di soddisfazione dello studioso che ricorda gli inizi delle proprie ricerche nel momento in cui, dopo un lavoro durato quarant’anni, le ha almeno in parte concluse…

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Wed, 13 Oct 2010 18:51:46 GMT http://www.treveseditore.eu/collane/8-imago-mundi/50-marco-aurelio-e-la-fine-del-mondo-antico.html
Herzl Lo Stato degli ebrei http://www.treveseditore.eu/novita/3-ultime-novita/158-herzl-lo-stato-degli-ebrei.html

Nel 1954, a cinquant’anni esatti dalla sua morte, la Federazione sionistica italiana decise di pubblicare la seconda edizione de Lo Stato ebraico di Theodor Herzl, padre riconosciuto del movimento sionista e ispiratore della rinascita ebraica.
Profondamente turbato dai tragici accadimenti dell’affaire Dreyfuss e dalla conseguente esplosione di antisemitismo, Herzl avvertì l’impellente bisogno di confrontarsi con la spinosa questione ebraica. E lo fece con i mezzi a lui più congeniali, dando alle stampe, nel 1896, un’opera che ancora oggi conserva intatto il suo ricco bagaglio di vibrante attualità.
L’apparente utopia cui l’autore si aggrappa, sognando uno stato ebraico libero nella terra dei padri, è in realtà un progetto concreto che nulla lascia al caso: politica, lavoro, affari sociali, gli argomenti più disparati sono trattati da Herzl con spirito illuminato e progressista. La chiarezza del giornalista consegna al lettore un testo programmatico, investito col tempo di un’aura di indelebile sacralità. E l’autore, che tanto si battè in vita contro i focolai antisemiti, si dimostrò altresì drammaticamente profetico, preconizzando addirittura l’avvento dell’Olocausto cui per fortuna non fu costretto ad assistere. “Quanto più a lungo l’antisemitismo si fa attendere, tanto più feroce deve esplodere”. Un tragico presagio, monito inascoltato a non abbassare la guardia di fronte a nemici tanto invisibili quanto implacabili.
Eppure, ciò di cui parla Herzl è una realtà concreta, destinata ad avverarsi, una “necessità universale” che sempre e comunque saprà risorgere dalle sue ceneri.

L'Autore
Theodor Herzl (Pest, 1860 – Edlach, 1904), è il fondatore del movimento politico sionista.
Dopo aver frequentato il Ginnasio evangelico di Budapest, si trasferisce a Vienna per studiare Diritto e Letteratura, prendendo il dottorato in Legge nel 1884.
Dal 1891 diviene corrispondente da Parigi del giornale «Neue Freie Presse».
Qui ha modo di seguire da vicino l’affaire Dreyfuss e si rende conto di quanto l’antisemitismo sia profondamente e drammaticamente radicato nella società europea. L’urgenza di far sentire la sua voce su una questione di impellente attualità lo spinge così nel 1896 a pubblicare Der Judenstaat (Lo stato ebraico) in cui auspica e teorizza la nascita di uno stato ebraico, appunto, capace di accogliere gli ebrei sottraendoli così alle persecuzioni di stampo razziale. La patria ideale, da stabilire in Palestina o in Uganda (paese, quest’ultimo, proposto dagli inglesi), dovrebbe dunque ospitare tutti quegli ebrei perseguitati e perciò impossibilitati a vivere nel proprio paese.
Al congresso di Basilea del 1897 è eletto Presidente del movimento sionista, del quale è tutt’oggi ritenuto il fondatore insieme a Max Nordau.
Nel 1950 la salma di Herzl, morto nel 1904, viene traslata a Gerusalemme, come da sue espresse volontà testamentarie.


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Mon, 21 Nov 2011 10:24:31 GMT http://www.treveseditore.eu/novita/3-ultime-novita/158-herzl-lo-stato-degli-ebrei.html
Scognamiglio Pasini KEYNES E LA CRISI DEL NUOVO MILLENNIO http://www.treveseditore.eu/collane/7-polis/88-keynes-e-la-crisi-del-nuovo-millennio.html


L'attuale crisi finanziaria esplosa a livello globale e non ancora risolta, è qui analizzata nelle sue cause genetiche. L'autore risale infatti ai fondamenti dell'economia moderna, facendosi guidare, nella sua analisi, dalle teorie di Keynes.
In questo libro si affronta il problema nel profondo, individuando soluzioni reali che siano in grado di impedire il ripresentarsi del fenomeno a scadenze cicliche e obbligando a una seria riflessione sulle scelte e le strategie future.
La prima parte indaga scrupolosamente i passaggi costitutivi dell'economia e della finanza contemporanee, consentendo al lettore di comprendere i meccanismi e i soggetti che hanno generato la crisi. Dagli accordi di Bretton Woods all'influenza delle grandi banche che hanno messo all'angolo i governi centrali, nulla viene trascurato per far luce sulle politiche internazionali di gestione economica e industriale.
Nella seconda parte il libro entra nel merito dell'attualità con concrete proposte. Un capitolo viene riservato all'Italia, con particolare attenzione alle azioni necessarie a un tangibile risanamento che passi anche e soprattutto dall'individuazione di nuovi sistemi di governo dell'economia nazionale.
A completamento del volume, un'appendice di dati e tabelle e la preziosa presentazione del Presidente emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che ripercorre la storia dei temi trattati attraverso i rapporti con la Banca d'Italia.

L'Autore

Carlo Scognamiglio Pasini nasce a Varese nel 1944. Si laurea, summa cum laude, all'Università Bocconi e si specializza in Economia applicata alla London School of economics nel 1971.
Successivamente, riceve gli incarichi di Corporate finance all'Università di Padova e alla Bocconi, dove è tuttora docente. Rettore della LUISS Guido Carli negli anni 1984 - 1992, ne ridisegna la struttura.
Partecipa attivamente alla politica con incarichi di rilievo che lo vedono, come "tecnico", protagonista di alcuni passaggi fondamentali dell'economia italiana, quali le privatizzazioni e il "divorzio" tra la Banca d'Italia e il Ministero del Tesoro.
Nel 1994 diviene Presidente del Senato e nella XIII legislatura è nominato Ministro della Difesa.
È stato presidente del Gruppo Rizzoli - Corriere della Sera e dell'Aspen Institute Italia di cui tuttora conserva la carica di presidente onorario.

L'Indice

Presentazione di Carlo Azeglio Ciampi * Note biografiche * Bibliografia * Galleria iconografica
PARTE PRIMA: STORIA DI UNA CRISI ANNUNCIATA * Le origini della crisi: il laissez faire e Bretton Woods * Introduzione * L’origine del laissez faire * Da dove ha origine la crisi. Bretton Woods 1944 * Keynes in retrospettiva * Gli esordi (1915-1921) * Per il liberalismo (1922-1925) * Le conseguenze economiche di Churchill (1926-1930) * La Grande depressione (1931-1936) * La Teoria generale * Verso la Seconda guerra mondiale (1937-1940) * Finis Europae? (1941-1945) * Il ritorno alla “mano invisibile” * La fine di un’epoca * I pilastri di Bretton Woods * Che cosa è andato storto * Le origini della bolla finanziaria e il suo scoppio * Una crisi come quella del ’29? * Come è gestito il risparmio mondiale (e degli italiani) * Patologia e terapia della crisi: la rivincita di Keynes e dei keynesiani * Big government & big bank * Una nuova Bretton Woods * Conclusioni della Parte prima. Economia e filosofia della libertà
PARTE SECONDA: ELEMENTI PER LA RICOSTRUZIONE * Dopo l’era di Marte e Plutone * Il secolo di Marte e Plutone * Il twin deficit * Un brutto risveglio * Il mondo dopo Plutone * L’attualità di Keynes * Un piano Tarp per l’Europa * La crisi delle borse. Economia e incertezza * Welfare ai tempi della crisi * Il liberalismo sociale di Keynes e Beveridge. Idee per la crisi * Verso la conferenza G20 di Londra e oltre * Le sfide globali del dopo crisi * Il paziente italiano * Lo strano caso del sistema Italia * Produttività e ristagno * Le analisi post-keynesiane * Infrastrutture e sviluppo
TABELLE E DATI

Estratto Presentazione di Carlo Azeglio Ciampi

La lettura del libro di Carlo Scognamiglio Pasini mi porta inevitabilmente a ripercorrere non pochi momenti della mia lunga permanenza in Banca d’Italia. Ricordo l’ampio dibattito che negli anni cinquanta portò a un mutamento nel modo di concepire la teoria e la politica economica da parte degli economisti e all’affermazione dell’approccio “keynesiano”. Così come ne ricordo l’eclissi sia sul versante accademico sia su quello della politica economica, a partire dagli anni settanta in seguito all’evoluzione degli scenari macroeconomici. Oggi la crisi che flagella tutti i sistemi economici riporta all’attenzione politiche economiche di natura interventista che rimandano alla tradizione keynesiana. Il primo “contatto” tra la Banca d’Italia e Keynes risale al giugno del 1915, allorché a Nizza furono stilati gli accordi sulla finanza di guerra. Per l’Italia parteciparono il ministro delle Finanze Paolo Carcano, Bonaldo Stringher e il capo della rappresentanza della Banca a Londra, Joe Nathan. La Gran Bretagna era rappresentata dal cancelliere dello Scacchiere Reginald McKenna e dal governatore della Bank of England lord Cunliffe, assistiti da un poco più che trentenne John Maynard Keynes...

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Tue, 05 Oct 2010 15:47:09 GMT http://www.treveseditore.eu/collane/7-polis/88-keynes-e-la-crisi-del-nuovo-millennio.html
Mann FEDERICO E LA GRANDE COALIZIONE http://www.treveseditore.eu/collane/8-imago-mundi/46-federico-e-la-grande-coalizione.html


Allo scoppio della Prima guerra mondiale, Thomas Mann sentì la necessità di scrivere parole che si accordassero con la drammaticità dei tempi. Nacque così, tra il settembre e il dicembre 1914, Federico e la Grande Coalizione.
Riscontrando forti analogie fra le circostanze storiche che avevano determinato le guerre di Federico II di Prussia e quelle che erano all'origine del conflitto in atto, lo scrittore pensava di essere d'aiuto alla Germania.
Con questo "saggio adatto al giorno e all'ora", l'autore suscitò scalpore in tutta Europa; persino Heinrich Mann criticò il fratello, mentre il valore letterario dell'opera rimase in secondo piano.
Oggi, placati gli animi, si rilegge questa biografia di Federico il Grande con altro spirito, apprezzandola per l'elegante raffinatezza con la quale Mann ricostruisce il tono e l'atmosfera di un'epoca. La figura del re di Prussia emerge in tutta la sua grandezza, ma anche nelle sue immemorabili meschinità; un ritratto ricco di chiaroscuri, da cui si delinea una personalità completa e viva senza retorica o pietose finzioni.

L'Autore

Thomas Mann (Lubecca 1875 - Kilchberg 1955) nacque in una nota famiglia dell'alta borghesia mercantile della sua città. Alla morte del padre la ditta venne liquidata e la madre con i figli più piccoli si trasferì a Monaco, dove Thomas la raggiunse al termine degli studi. Si impiegò per necessità in una società assicurativa, ma ben presto lasciò il lavoro per iscriversi all'università. Su invito del fratello Heinrich intraprese un viaggio in Italia e, a Palestrina, iniziò a scrivere Buddenbrook, la saga della sua famiglia che diverrà una delle sue opere di maggior fama. Abbandonati gli studi, si dedicò a una promettente carriera letteraria. Nel 1905 sposò Katja Pringsheim dalla quale ebbe sei figli; fra questi, lo storico Golo e Klaus, autore di Mephisto.
La sua carriera di scrittore non conobbe che successi, culminati nel premio Nobel del 1929, mentre la vita privata fu costellata da dolori e sofferenze: la prematura scomparsa dell'amatissima sorella Clara, la morte dei figli Erika e Klaus (suicida a Cannes nel 1949), l'esilio forzoso all'avvento del nazismo e la conseguente confisca dei beni.
Visse per lunghi anni negli Stati Uniti e insegnò all'Università di Princeton. Nel 1951 ritornò in Europa, prima a Erlenbach, poi a Kilchberg, in Svizzera, dove morì.
Scrisse opere immortali e universalmente riconosciute quali Der Tod in Venedig, Der Zauberberg, Doctor Faustus.

L'Indice

Introduzione di Nada Carli * Note biografiche * Bibliografia * Galleria iconografica * Premessa alla ristampa del 1953

Estratto Introduzione di Nada Carli

“La professione borghese come forma di vita, - scrive György Lukács, - significa in primo luogo la supremazia della morale nella vita, dominata sempre da elementi che si ripetono sistematicamente e regolarmente, che doverosamente ritornano, da ciò che si deve fare, senza tener conto del piacere o de fastidio che ne derivano”. In altre parole: il predominio dell’ordine sullo stato d’animo, del duraturo sul precario e della tranquilla operosità sulla genialità, nutrita solo di sensazioni, come commenta Thomas Mann. Questa è forse la più esatta e pregnante definizione del mondo borghese nella sua accezione più alta, perché non si tratta di una Weltanschauung meschina e ipocrita, come affermavano i romantici, ma di un impegno di vita, che implica una serie di doveri e di responsabilità e che abbraccia tutti i campi dell’attività umana, sia materiali che spirituali…

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Mon, 11 Oct 2010 13:46:45 GMT http://www.treveseditore.eu/collane/8-imago-mundi/46-federico-e-la-grande-coalizione.html
Schlesinger WAR & THE AMERICAN PRESIDENCY http://www.treveseditore.eu/collane/7-polis/87-la-guerra-e-la-presidenza-americana.html
La decisione più grave in una democrazia è quella di entrare in guerra. In questo nuovo, essenziale libro, che rilegge i problemi contemporanei più scottanti attraverso la luce autorevole della Storia, Arthur Schlesinger Jr., due volte vincitore del Premio Pulitzer, analizza la guerra in Iraq, la Presidenza degli Stati Uniti e il futuro stesso della democrazia.
Gli Stati Uniti dovevano entrare in guerra da soli o avrebbero dovuto coinvolgere le istituzioni della sicurezza collettiva? Schlesinger sottolinea come l'Unilateralismo sia stata una dottrina tanto fondante quanto antica nella storia americana e mette in evidenza la svolta rappresentata dalla scelta fatta in occasione della Seconda guerra mondiale.
Alcuni Presidenti, da Franklin Delano Roosevelt a George H.W. Bush a Bill Clinton, promossero il principio dell'azione collettiva; tuttavia, con la guerra in Iraq, il presidente George W. Bush Jr. è ritornato all'Unilateralismo.
La guerra in Iraq ha seguito il principio della guerra preventiva, la cosiddetta "dottrina Bush"; a questo proposito, Schlesinger rileva un lungo elenco di presidenti che invece l'hanno rifiutato. Fra questi, persino Dwight D. Eisenhower con la sua affermazione: "Una guerra preventiva, a mio parere, è una cosa impossibile", a cui aggiungeva "Francamente non ascolterei seriamente nessuno che arrivasse a parlare di una cosa simile". È certo la prudenza del militare a risuonare in queste parole, ma Schlesinger evidenzia un altro problema legato alla guerra preventiva: è requisito essenziale possedere una completa e lungimirante visione di tutti i fattori in gioco.
Questo libro, opportuno e tempestivo, dimostra una volta di più l'ampia visione storica di Arthur Schlesinger e la sua abilità come docente, cittadino e patriota nel ricordare all'America i suoi più nobili ideali.

L'Autore

Arthur Meier Schlesinger Jr. (Columbus 1917 - New York 2007) storico, scrittore e saggista, due volte vincitore del Premio Pulitzer, è stato anche attivista e commentatore politico, nonché uno fra i più influenti critici sociali del Novecento.
Fece parte del "Gruppo di Camelot", i brillanti intellettuali che gravitavano intorno al Presidente John F. Kennedy.

L'Indice

I commenti dell’America * Nota biografica * Bibliografica
Prefazione
CAPITOLO I Unilateralismo: la più antica dottrina nella politica estera americana
CAPITOLO II Eyeless in Iraq: la dottrina Bush e le sue conseguenze
CAPITOLO III Il ritorno della presidenza imperiale
CAPITOLO IV Patriottismo e dissenso in tempo di guerra
CAPITOLO V Come democratizzare la democrazia americana
CAPITOLO VI La democrazia ha un futuro?
CAPITOLO VII L’imperscrutabilità della storia
INDICE ANALITICO

Estratto Prefazione

La guerra in Iraq ha generato, o ispirato, molti libri eccellenti su temi scottanti: la guerra in sé e per sé; come noi americani ci siamo finiti; se dovevamo finirci dentro o meno; il “cast” dei personaggi che ci ha fatto andare in guerra. La storia contemporanea è utile, e i dibattiti conseguenti produrranno una traccia preziosa per gli storici del futuro. Credo che sia importante esplorare anche la relazione tra l’avventura in Iraq e il passato nazionale. La dimensione storica, che viene piuttosto trascurata negli archivi della storia contemporanea, è indispensabile per comprendere le crisi attuali e utile nel chiarire le scelte funzionali ad affrontare tali crisi. Questo libro ha lo scopo di fornire un retroterra storico per i recenti sviluppi e dibattiti relativi alla politica estera statunitense. Che ce ne rendiamo conto o meno, il passato nazionale dà colore alle nostre reazioni nei confronti del presente. Nessuno è una tabula rasa. Gli americani sono modellati da ideali ed eventi che hanno dimenticato da tempo, oppure che non hanno mai sentito. I nostri predecessori hanno dovuto affrontare le loro crisi e, per la maggior parte, le hanno risolte; per lo meno la Repubblica è sopravvissuta. La loro esperienza non è irrilevante in relazione alla nostra preoccupazione e ai nostri problemi...
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Tue, 05 Oct 2010 15:26:56 GMT http://www.treveseditore.eu/collane/7-polis/87-la-guerra-e-la-presidenza-americana.html
Monmouth HISTORIA REGUM BRITANNIAE http://www.treveseditore.eu/collane/8-imago-mundi/47-historia-regum-britanniae.html


L'Historia Regum Britanniae narra in undici libri le gesta dei re dei Britanni, discendenti dal pronipote di Enea, Bruto, che si insediò nell'isola dopo averla conquistata. Tra eroi leggendari, viaggi epici e lotte contro i giganti, i primordi della Britannia vengono ricondotti ai miti del mondo classico latino.
Alle guerre fra dinastie nei primi secoli dell'era cristiana, segue la favolosa epopea di Artù che con i suoi cavalieri creò un regno di splendore ineguagliabile. Solo il tradimento di Ginevra e Mordredo riuscì a fermare la sua marcia di conquista verso Roma. La potenza dei Britanni conobbe poi un periodo di inarrestabile declino, in seguito alle invasioni di Sassoni, Angli, Danesi e Norvegesi. Ma nell'Armorica, l'odierna Bretagna, un gruppo di scampati trovò rifugio, conservando l'antica virtù e la dignità dell'originario ceppo britannico; da qui partirà la riconquista dell'isola.
L'Historia Regum Britanniae, che sappiamo essere stata pubblicata nel 1136, ebbe una grande diffusione. Copiata in numerosi manoscritti e tradotta in versi francesi da Robert Wace nel 1155, costituisce una delle fonti principali del romanzo bretone.
Questa edizione è completata dai "Detti di Merlino Silvestre", la cui attribuzione a Goffredo di Monmouth è piuttosto controversa. Composti tra il 1150 e il 1151, in essi si narra di un giovane principe che, sconvolto dagli orrori di una battaglia, visse a lungo nella foresta, tra gli animali, conquistando e poi perdendo il dono della profezia.
Si tratta del più antico testo in cui compare il personaggio di Merlino.

L'Autore

Goffredo nacque a Monmouth, nel Galles meridionale, intorno al 1100 d.C. e visse probabilmente a Oxford.
Apparteneva alla nobile famiglia dei signori di Caerleon. Il padre, Arthur, era cappellano di Guglielmo Clito, figlio di Roberto Gambacorta; suo zio Uchtryd, che lo allevò, era vescovo di Llandaf. Ebbe rapporti di amicizia con Walter, arcidiacono di Oxford fino al 1151. Secondo quanto egli stesso afferma, iniziò a scrivere l'Historia Regum Britanniae prendendo spunto e traducendo un antico testo prestatogli dal medesimo Walter, mentre altri studiosi lo sollecitarono a tradurre le profezie di Merlino, divenute poi settimo libro dell'opera. Della supposta fonte dell'Historia non si è tuttavia trovata traccia; le profezie erano invece conosciute fin dal 1135.
Nel 1152 Goffredo fu eletto vescovo di St. Asaph e l'anno successivo fu consacrato a Lambeth. Morì a Llandaf intorno al 1155.

L'Indice

Introduzione di Italo Pin * Nota biografica * Bibliografia
Galleria iconografica * Nota al testo
Libri: undici
Detti di Merlino Silvestre che avvennero nell’anno di grazia 525
Appendice: Corrispondenze fra nomi geografici antichi e moderni * Indice dei nomi di persona citati nell’Historia Regum Britanniae * Indice dei nomi di popolazioni e dei luoghi geografici citati nell’Historia Regum Britanniae * Indice dei nomi di persone, popolazioni e luoghi citati nei Detti di Merlino Silvestre * Cartine

Estratto Introduzione di Italo Pin

Il popolo britannico era nato dai fuggiaschi di Troia, discendenti di Enea, così come da essi – e Geoffrey non perde occasione per ripertlo – erano derivati i romani; con Bruto aveva conquistato l’isola combattendo contro i giganti, e l’aveva governata da mare a mare. Con Belino e Brennio aveva esteso il suo dominio sul continente, conquistando le Gallie e vincendo i Romani fino a insediarsi in Roma stessa. Dall’isola, in tempi posteriori, erano partirti Costantino il Grande e Massimiano per la loro ascesa al trono dell’impero. In seguito, il Re Artù, con i suoi cavalieri Cador, Kai, Beduero, Galvano, aveva creato un regno di splendore incomparabile…

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Mon, 11 Oct 2010 13:51:46 GMT http://www.treveseditore.eu/collane/8-imago-mundi/47-historia-regum-britanniae.html
Cavallotti Lettera agli onesti di tutti i partiti http://www.treveseditore.eu/novita/3-ultime-novita/157-cavallotti-lettera-agli-onesti-di-tutti-i-partiti.html



Nel 1895 Felice Cavallotti scrive la sua celebre Lettera agli onesti di tutti i partiti, denunciando apertamente i malcostumi e gli abusi di potere perpetrati dall’allora classe dirigente e, in particolar modo, dal Primo ministro, Francesco Crispi. Sull’onda dello scandalo della Banca Romana, l’autore palesa senza mezzi termini il proprio dissenso nei confronti di Crispi, accusandolo di essersi macchiato di atti illeciti gravissimi, quali concussione, corruzione, millantato credito e bigamia.
La lettera, pubblicata sul «Secolo» di Milano e sul «Don Chisciotte» di Roma, s’inserisce pertanto nel più ampio contesto di una campagna moralizzatrice di cui già da tempo Cavallotti si faceva portavoce in Parlamento. Nel testo, egli non lesina biasimo e parole forti, lasciando trasparire la cocente delusione nei confronti di un leader incapace di incarnare i nobili ideali cui la politica dovrebbe assurgere.
A sostegno delle sue tesi, Cavallotti riporta fedelmente documenti ed episodi. Tuttavia, questo non fu sufficiente a ottenere le dimissioni di Crispi che, infatti, poté proseguire il suo mandato per un altro anno (fino al 1896).
Nonostante ciò, il libro si rivela sorprendentemente attuale e mostra, con i dovuti distinguo, come i vizi di oggi siano i medesimi di ieri. Una lettura illuminante, spaccato di un’epoca e preziosa testimonianza storica, rivolta oggi come allora a “tutti quelli che nelle mie file o in file diverse di qualsiasi partito, hanno invocato la tregua di Dio sul terreno, ove tutti i cuori onesti si incontrano”.

L'Autore

Felice Carlo Emanuele Cavallotti (Milano, 1842 – Roma, 1898), appena diciottenne si unisce alla Spedizione dei Mille e, nel 1867, affianca Garibaldi durante la fallita insurrezione a Roma. Partecipa inoltre alla Terza guerra di indipendenza; imprese delle quali restituirà ampio resoconto sulle pagine del milanese «L’Unione» e del napoletano «L’Indipendente».
Nel 1873, è eletto al Parlamento come deputato di Corteolona er si schiera contro la Destra storica, mostrando tuttavia alcune riserve anche nei confronti della Sinistra.
Nel 1877 fonda, con Agostino Bertani, il Partito radicale italiano, movimento politico costituitosi ufficialmente solo nel 1904 e attivo sino all’avvento del fascismo. Ed è grazie a lui, e all’intesa siglata nel 1894 con il marchese Antonio Starabba, che i radicali riescono a ottenere una serie di importanti concessioni.
Nel 1885 Cavallotti è a Napoli, con il socialista Andrea Costa e l’anarchico Errico Malatesta, per sostenere il popolo colpito da una grave epidemia di colera.
Uomo di indole testarda e passionale, nel corso della sua vita combatte ben trentatré duelli, l’ultimo dei quali, il 6 marzo 1898, gli sarà fatale. Felice Cavallotti viene infatti ucciso nei giardini di Villa Cellere a Roma, dal “rivale”, conte Ferruccio Macola, che lo aveva sfidato in seguito a un diverbio.
È tutt’oggi ritenuto il leader dell’“estrema sinistra” parlamentare nell’Italia liberale pre-giolittiana.

L'Indice

Al lettore di Gustavo Chiesi * NOTE BIOGRAFICHE *Bibliografia * LETTERA AGLI ONESTI DI TUTTI I PARTITI * PARTE PRIMA * PARTE SECONDA * PARTE TERZA * CONCLUSIONE
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Sun, 01 Sep 2013 10:15:31 GMT http://www.treveseditore.eu/novita/3-ultime-novita/157-cavallotti-lettera-agli-onesti-di-tutti-i-partiti.html
Einaudi I PROBLEMI ECONOMICI DELLA FEDERAZIONE EUROPEA http://www.treveseditore.eu/collane/7-polis/45-i-problemi-economici-della-federazione-europea.html


Pubblicato per la prima volta nell'Italia libera del 1945 e concepito durante l'esilio svizzero (1943 -1944), il libro compendia il pensiero di Einaudi sulle forme di unificazione europea.
Sin dalla fine della Prima guerra mondiale, l'esigenza di una costituzione unitaria delle nazioni europee era viva nelle menti più lungimiranti e preoccupate degli interessi generali.
L'assetto federativo, che peraltro è analizzato in un altro volume della collana Federazione europea o lega delle nazioni? (Treves 2004), costituiva da decenni l'ipotesi più discussa nel dibattito politico-economico-culturale sull'unità d'Europa. Einaudi, pur facendola propria, ne analizza gli aspetti economici con un apporto di idee originali, provocatorie e, a tratti, rivoluzionarie.
Il saggio appartiene alla stagione più matura e compiuta del pensiero dell'economista piemontese e secondo Norberto Bobbio costituisce "uno dei maggiori contributi dati dall'economista al problema eminentemente costituzionale della formazione di uno Stato federale, e anche uno degli scritti di maggior rilievo nel dibattito del tempo". La concezione di uno Stato federale - garante al contempo del mercato unico e dell'indipendenza delle piccole patrie - coniuga il libero commercio con il principio sovranazionale, mostrando per intero tutta la sua vibrante attualità.
Si può dire dunque che il libro di Einaudi offra ancora oggi risposte e soluzioni ai problemi di unità europea, garantendo il rispetto del "patrimonio delle tradizioni e glorie avite".

L'autore

Luigi Einaudi (Carrù 1874 - Roma 1961) è stato l'economista italiano più celebre del XX secolo. Cresciuto in un ambiente fortemente radicato nella tradizione austera del vecchio Piemonte, dove "il metodo della serietà, della fatica, della pertinacia" costituiva regola aurea di vita, trasferì questa matrice formativa nella sua attività scientifica, politica e intellettuale.
Laureatosi a ventuno anni in Giurisprudenza, summa cum laude, iniziò un cursus honorum che ha pochi confronti. Nell'arco di sessantacinque anni raggiunse le più alte cariche accademiche e civili e scrisse oltre 3.800 fra articoli, saggi e lettere.
Fu ordinario all'Università di Torino e alla Bocconi, senatore nel 1919 per meriti scientifici, Governatore della Banca d'Italia nel 1945, membro della Consulta nazionale, Vice presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro del Bilancio nel 1947. Dal 1948 fu Presidente della Repubblica Italiana.
Occupa un posto a sé nella storia dell'Italia del Novecento, non solo per le importanti cariche istituzionali ricoperte, ma anche per le molteplici attività di studioso, giornalista ed editorialista; con il proprio magistero scientifico e civile ha influenzato intere generazioni di economisti italiani.
Tra i suoi scritti Considerazioni finali della Banca d'Italia (Treves 2008).

L'Indice

Nota introduttiva di Paolo Soddu * Note biografiche: Luigi Einaudi, Carlo Azeglio Ciampi, Raffaele Mattioli * Bibliografia
I PROBLEMI ECONOMICI DELLA FEDERAZIONE EUROPEA: I compiti economici della Federazione * La filosofia della scarsità e quella dell’abbondanza * Che cosa faremo se non saremo più protetti? * Di alcuni errori e timori volgari in materia economica * Federalismo e valori spirituali
PROFILO DI LUIGI EINAUDI * UN RICORDO DI LUIGI EINAUDI

Estratto dalla nota introduttiva di Paolo Soddu

Nel presentare nel 1997 il Diario dell’esilio svizzero del 1943 – 1944 e nel 2001 una raccolta di scritti di Luigi Einaudi del 1943 – 1947 avevo condensato nell’espressione conservatore liberle il tratto distintivo della sua presenza pubblica, avvertendo tuttavia della forza qualificante dell’aggettivo che dava senso, permeava e nutriva di sé il sostantivo. La definizione del suo pensiero sulla Federazione europea, che fu per i modi in cui egli operò anche azione politica, potrebbe indurre a rovesciare quell’assunto e a individuare, al contrario, un afflato sicuramente progressivo del suo liberalismo. In realtà, qualche anno prima Riccardo Faucci aveva messo in guardia contro facili generalizzazioni e aveva osservato che il liberalismo einaudiano, “già di per sé così difficilmente classificabile per la compresenza in esso di istanze progressiste e conservatrici, acquista grazi al federalismo – europeismo una coloritura che lo arricchisce e lo qualifica, pur senza mutarne lo spirito informatore…

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Mon, 11 Oct 2010 13:36:03 GMT http://www.treveseditore.eu/collane/7-polis/45-i-problemi-economici-della-federazione-europea.html
Savona Una campana per l'Italia - Scaretti A bell for Italy http://www.treveseditore.eu/novita/3-ultime-novita/183-savona-una-campana-per-litalia-scaretti-a-bell-for-italy.html

Paolo Savona nasce a Cagliari nel 1936. laureatosi cum laude nel 1961 in economia e commercio, nel 1963 vince il concorso nazionale per entrare in banca d’italia. Viene così assegnato al servizio studi e inviato successivamente a seguire i corsi di specializzazione in econometria ed economia monetaria presso il Massachusetts Insitute of Technology (mit) di Cambridge (usa). nel corso degli anni diviene uno stretto collaboratore del governatore Carli e raggiunge il grado di direttore, sino a quando nel 1976 vince il concorso a cattedra di Politica economica. Nello stesso periodo Carli, abbandonata la carica di governatore nel 1975, lo chiama in Confindustria in qualità di direttore generale dell’ente, ruolo che ricopre sino al 1980. Nel corso degli anni assume importanti incarichi pubblici, tra i quali: presidente del Credito industriale sardo (1980-1989); segretario generale della Programmazione economica al Ministero del bilancio (1980-1982); direttore generale e poi amministratore delegato della Banca nazionale del lavoro (1989-1990); presidente del Fondo interbancario di tutela dei depositi (1990-1999); capo del Dipartimento delle politiche comunitarie presso la Presidenza del consiglio (2005-2006).


Tra il 2000 e il 2010 opera nel settore privato in qualità di presidente delle società Impregilo, Adr, Gemina, consorzio Venezia nuova, Unicredit Banca di Roma, e come vicepresidente di Capitalia e consigliere di amministrazione di Rcs e Tim italia.  Dall’aprile 1993 all’aprile 1994 è Ministro dell’industria, commercio e artigianato e per le funzioni connesse al riordinamento delle partecipazioni statali durante il governo Ciampi. Presiede attualmente il Fondo interbancario di tutela dei depositi. Dal 1976 al 2009 è professore ordinario di Politica economica presso le università luiss “Guido Carli” di Roma, di cui è tuttora professore emerito, quelle di Perugia e di Tor Vergata, e presso la Scuola superiore di pubblica amministrazione. Founding co-editor della Open economies review (springer), è stato editor delle riviste «Economia italiana», «Review of Economic conditions in italy» e «Journal of European economic history». Autore e co-autore di numerosi scritti sui problemi dell’economia reale, monetaria e finanziaria e sui temi metodologici. tra le sue attività di ricerca hanno particolare rilievo il primo modello econometrico dell’economia italiana m1bi, le prime analisi sulla base monetaria internazionale e l’eurodollaro, e sugli effetti macroeconomici dei contratti derivati, che hanno anticipato sistematicamente il susseguirsi dei drammatici eventi vissuti dall’economia italiana e da quella internazionale negli ultimi quarant’anni.

 

Enrico Scaretti nasce a Roma il 22 novembre 1889, dove muore il 6 giugno 1961. Si laurea in legge e, assieme al fratello Giovanni Battista, eredita e gestisce con successo l’attività bancaria del padre Oreste superando con successo la Grande crisi. Negli anni Venti e Trenta prende in concessione e rilancia le Terme di Chianciano e le Acque Albule di Tivoli. La concessione gli viene revocata durante il fascismo, a causa del rifiuto di iscriversi al Partito. Nel 1933 sposa Majorie Jebb, da cui ha due figli, Virginia e Lorenzo. Nel 1935 si reca in missione ufficiale a Londra presso Lord Edgar Vincent, 1st Viscount D’Abernon (1857-1941), già Ambasciatore inglese a Berlino, e la Lady, «per aiutare l’Italia a ottenere finanziamenti». Nel 1936 acquista i duemila ettari dei poderi Cafaggiolo e Trebbio nel Mugello e nei due anni successivi investe considerevoli risorse per il loro rilancio produttivo e il restauro della Villa del Trebbio costruita per la famiglia de’ Medici. Nel 1938 collabora per gli studi economici e monetari con Ashton Gwatkin, Sir R. Nosworthy e Sir Percy Loraine. Nel 1944 si reca in missione ufficiale negli Stati Uniti. Nel 1945 torna in missione negli Stati Uniti per altre due volte. Nel 1947 si reca a Ischia per studiare il rilancio delle terme e a Palermo per studiare l’approvvigionamento delle acque. Nel 1948 partecipa alla campagna elettorale per un collegio senatoriale nel Mugello nella lista del Pli. Partecipa alla Conferenza dell’Aia presieduta da Winston Churchill a sostegno della creazione di un parlamento europeo. Interviene alla convention internazionale del Rotary a Firenze. Nello stesso anno vende alla Bnl di Arturo Osio la Banca Scaretti, giunta al centottesimo anno di vita e si trasforma in amministratore di beni. Nel 1949 partecipa alla Westminster Conference a Londra presieduta da Duncan Sandys, contribuendo alla sessione economica e a quella per l’Eur-Africa unite. Nel 1950 si reca per affari privati negli Stati Uniti. Nel 1951 partecipa alla Conferenza Atlantica che si tiene a Roma. Nel 1952 vende metà azienda agricola Cafaggiolo ai Padri trappisti e investe nel rimboschimento della collina circostante. Scaretti mantenne molti contatti con l’estero e svolse un’intensa attività mondana organizzando cene, visioni private di film, concerti e ricevimenti culturali, con l’apporto determinante della moglie artista. Conosceva bene il latino, l’inglese e il francese. I suoi hobby erano il bridge e il golf.

 

L'Indice

Note biografiche ~ biographies *  Bibliografia ~Bibliography * PAOLO SAVONA * Una campana per l’Italia * Presentazione * tratti salienti della biografia dell’autore e dell’epoca in cui ha vissuto * contenuti del documento * considerazioni conclusive * english Version * Foreword * notes about the author and his times: a frame of reference * the report * Final considerations * ENRICO SCARETTI * A Bell for Italy * Introduction * order and Work * economy * reconstruction

 

Dalla presentazione di Paolo Savona

Questa è una breve storia della seconda missione che l’Italia – allo stesso tempo paese sconfitto e vincitore nella seconda guerra mondiale – decide di inviare negli Stati Uniti per riallacciare le relazioni economiche interrotte a causa della guerra e chiedere aiuto per la sua ricostruzione e il suo sviluppo. Subito dopo l’arrivo delle forze “alleate” a Roma il 4 giugno 1944, un banchiere italiano, Enrico Scaretti – su mandato del Sottosegretario agli esteri del Governo guidato da Ivanoe Bonomi, Giovanni Visconti Venosta, d’accordo con Niccolò Introna, Commissario straordinario della Banca d’Italia, e su sollecitazione sia di Cordell Hull, Segretario di Stato americano, sia di colui che sarebbe diventato il primo ambasciatore degli Stati Uniti nell’Italia liberata, Alexander C. Kirk – viene inviato in missione a Washington e prepara un documento da consegnare agli americani, che intitola A Bell for Italy. In esso traccia un quadro della difficile situazione economica italiana e delle iniziative che sarebbero state necessarie per una rapida ripresa economica del Paese al fine di sottrarlo ai rischi di una guerra civile e all’attrazione esercitata da una soluzione statalista degli assetti costituzionali allora in discussione, ma non ancora definiti. Il documento è molto ben congegnato e i suoi contenuti sono di un’attualità sconcertante. Tocca infatti temi all’epoca molto importanti e altri che sono ancora oggi oggetto di dibattito e vengono presi a fondamento di scelte di politica estera, soprattutto in ambito europeo. Gli storici ne conoscono già l’esistenza. L’ambasciatore Egidio Ortona lo cita esplicitamente nelle sue memorie sugli anni della ricostruzione, durante i quali egli svolse un ruolo importante, ma lo considera “un promemoria molto ponderoso che conteneva dati e considerazioni forse non tutte pregne di scienza economica” 1. Egli attribuisce alla missione Scaretti scarsa importanza per la ripresa delle relazioni con gli Stati Uniti, che invece attribuisce alla quasi contemporanea missione guidata dal barone Quintino Quintieri e dal banchiere Raffaele Mattioli, per la quale ha svolto funzioni di segretario. Nel loro studio sulle vicende postbelliche il professor Ennio Di Nolfo e l’ambasciatore Maurizio Serra dedicano più attenzione alla missione Scaretti, ma anch’essi assegnano alla missione Quintieri-Mattioli maggiore rilevanza nella ripresa delle relazioni economiche con gli Stati Uniti, anche se lo scopo di ottenere un prestito che fu a essa assegnato non venne raggiunto, mentre, come ci proponiamo di argomentare, quella di Scaretti raggiunse lo scopo e, forse, andò anche oltre per l’intraprendenza del banchiere 2. Anche Luigi Einaudi aveva conoscenza del documento, non solo perché lo si trova nella sua documentazione presso l’Archivio storico della Banca d’Italia, ma anche perché ne fa esplicita menzione nel suo diario in data 1° agosto 1945 3. In un recente articolo Paolo Mieli valorizza la missione di Scaretti ricordando che essa fu decisa e attuata non solo per informare gli americani sullo stato dell’economia italiana ma, data la preparazione del personaggio, anche per correggere la linea politica antibritannica e pro-sovietica della prima missione, quella effettuata dal professore Guido Pazzi, di simpatie socialiste 4. Costui aveva infatti destato preoccupazioni da parte americana, che furono espresse in occasione in occasione di una visita resa da Leland Olds, una personalità vicina al Presidente Roosevelt, a Renato Prunas, Segretario generale del Ministero degli esteri.

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Thu, 19 Sep 2013 00:00:00 GMT http://www.treveseditore.eu/novita/3-ultime-novita/183-savona-una-campana-per-litalia-scaretti-a-bell-for-italy.html
Ciampi DALL'EUROPA ALL'EURO DALL'EURO ALL'EUROPA http://www.treveseditore.eu/collane/7-polis/44-dalleuropa-alleuro.html



L'opera ricostruisce gli anni e i processi che hanno portato l'Italia all'accoglimento e all'applicazione degli accordi di Maastricht e a divenire uno dei paesi fondatori dell'euro.
Temi di economia monetaria e principi di politica internazionale vengono trattati con la chiarezza del racconto da un interlocutore di eccezione che è stato l'artefice del sistema di regole per l'Italia, nonché uno dei massimi protagonisti in ambito europeo.
Emergono con linearità principi, problemi e trattative. Su tutto risalta l'incrollabile determinazione a non far fallire al nostro Paese l'appuntamento con la Storia, momento di snodo fondamentale nella strada dell'unificazione d'Europa.
Nell'arco temporale che va dal 1993 al 1999, Ciampi ricoprì la carica di Ministro dell'Economia, Presidente del Consiglio e Governatore onorario della Banca d'Italia. Pose tutto il proprio prestigio personale sul tavolo degli accordi comunitari e superò le diffidenze e gli ostacoli posti all'ingresso del nostro paese nell'area dell'euro, specialmente da parte della Francia e della Germania. Dello stesso autore: Dalla crisi al risanamento (Treves 2005).

L'Autore

Carlo Azeglio Ciampi, eletto al Quirinale il 13 maggio 1999 con un numero record di consensi, è il terzo capo dello Stato nella storia della Repubblica a essere stato eletto al primo scrutinio dopo Enrico De Nicola e Francesco Cossiga.
Nato a Livorno nel 1920, dopo le lauree in Lettere e in Giurisprudenza conseguite alla Normale di Pisa, ad appena ventisei anni entra a far parte del selezionatissimo team della Banca d'Italia. Nel 1960 è chiamato all'amministrazione centrale della stessa, presso il Servizio Studi, e ne assume la direzione nel luglio 1970. Segretario generale nel 1973, Vice direttore generale nel 1976, Direttore generale nel 1978, nell'ottobre 1979 è nominato Governatore della Banca d'Italia e Presidente dell'Ufficio Italiano Cambi.
Dall'aprile 1993 al maggio 1994 è Presidente del Consiglio e Ministro del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione economica durante la XIII legislatura.
Dal 1993 è Governatore onorario della Banca d'Italia e dal 1996 membro del Consiglio di amministrazione dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Ha ricoperto numerosi incarichi di rilevanza internazionale: Presidente del Comitato dei governatori della Comunità europea e del Fondo europeo di cooperazione monetaria (nel 1982 e nel 1987); Vice presidente della Banca dei regolamenti internazionali (1994 - 1996); Presidente del Gruppo Consultivo per la competitività in seno alla Commissione europea (1995 - 1996); Presidente del Comitato interinale del Fondo Monetario Internazionale.
È figura politica fra le più alte e autorevoli, godendo tanto della stima in ambito internazionale, quanto dell'affetto degli italiani che riconoscono alla sua presidenza la rivalutazione dell'orgoglio nazionale e della dignità patria.

L'Indice

Premessa di Carlo Azeglio Ciampi * Introduzione di Fabrizio Galimberti * Nota biografica * Bibliografia L’iniziativa centro europea * Lo Sme * L’Europa e la caduta del muro * Una filosofia europea * Riflessioni sul futuro * Il futuro del lavoro in Europa * L’Europa e le nuove sfide * La meta europea * Il Comitato Euro * Il rientro della lira nello Sme * La strategia del governo nel contesto europeo * Passato e presente * L’Italia e l’Euro * L’Europa unita e l’Italia in Europa * Obiettivo tre per cento * L’esigenza d’Europa * L’adozione dell’Euro e lo sviluppo del mercato * Politica monetaria e politica industriale * Europa e risanamento, risanamento ed Europa * L’economia italiana, l’economia europea * L’Euro e la politica economica * L’Unione monetaria e il patto di stabilità * Sviluppo, occupazione ed Euro * La moneta unica * Il conflitto inesistente * Il Partito d’azione * Contare in Europa * Autobiografia in cinque pagine * Ricordo di Giovanni Spadolini * L’Euro e il sistema finanziario * La conversione e il sistema bancario * 1° gennaio 1999 * Il valore di Nazione * La moneta unica, l’Europa * Il nuovo patto sociale * Da allora, a un’ora incerta
Glossario * Tabella dati di base

Estratto Introduzione di Fabrizio Galimberti

Già nel 1954 Luigi Einaudi scriveva: “L’Europa può sopravvivere solo con l’unificazione.
Esisterà ancora un territorio italiano, non più una nazione, destinata a vivere come unità spirituale o morale solo a patto di rinunciare ad un’assurda indipendenza militare ed economica”. Parole forti, quelle di Einaudi, come forti furono queste altre parole di Carlo Azeglio Ciampi, quasi mezzo secolo dopo: “Mi sono più volte professato cittadino europeo nato in terra d’Italia”.
Ma a scuola non ci avevano insegnato l’amor di patria? Davvero l’Europa è destinata ad essere una nazione che cancellerà Francia, Italia, Germania, Spagna e via dicendo? Questa domanda è particolarmente rilevante nel omento in cui scriviamo – a fine 2004 quando l’allargamento dell’Unione europea 25 Paesi rischi, secondo molti, di sfilacciare il tessuto della Comunità; quando il dibattito sulla Costituzione europea viene vissuto da molti altri come una minaccia a una identità nazionale che verrebbe cancellata da una consacrazione della primazia legislativa europea rispetto a quella dei singoli Paesi…

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Mon, 11 Oct 2010 13:32:57 GMT http://www.treveseditore.eu/collane/7-polis/44-dalleuropa-alleuro.html
Ciampi DALLA CRISI AL RISANAMENTO http://www.treveseditore.eu/collane/7-polis/43-dalla-crisi-al-risanamento.html

All'inizio del 1993 l'Italia era un paese in piena crisi: svalutazione della lira, recessione, scandalo Tangentopoli e conseguente delegittimazione del sistema politico che aveva governato per decenni. E, come avvenne nel 1980 quando Guido Carli individuò in Carlo Azeglio Ciampi il "Governatore diverso" di cui aveva bisogno la Banca d'Italia, allo stesso modo nel 1993 urgeva l'azione di un uomo capace di risollevare le sorti del Paese. Così l'allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, chiese a Ciampi di farsi carico di questo gravoso compito.
Il Governatore lasciò dunque la sua carica presso la Banca d'Italia, per intraprendere un cammino arduo e oneroso, finalizzato al risanamento e al rilancio economico del Paese, durato fino alla sua elezione a Presidente della Repubblica.
Presidente del Consiglio prima e Ministro del Tesoro e del Bilancio poi, fu al centro di due periodi fondamentali. Nella prima difficile fase di transizione istituzionale e politica (1993 - 1994), Ciampi seppe garantire l'applicazione della nuova legge elettorale approvata dal Parlamento (sistema maggioritario) e con l'accordo Governo-parti sociali sul costo del lavoro (luglio 1993), costituì un baluardo alla lotta contro l'inflazione.
Nel secondo periodo (1995 - 1999), come Ministro del Tesoro e da europeista convinto, diede un contributo determinante al raggiungimento dei parametri previsti dal Trattato di Maastricht: fu così che l'Italia poté aderire fin dall'inizio alla moneta unica europea. Infine, attraverso la manovra correttiva della politica di bilancio (settembre 1996), rese possibile un abbattimento di quattro punti percentuali del rapporto di indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni rispetto al PIL.
Il libro racconta la storia di questo risanamento di cui il Presidente, definito non a torto il "traghettatore", fu protagonista in prima persona.
Dello stesso autore: Dall'Europa all'Euro dall'euro all'Europa (Treves 2005).

L'Autore

Carlo Azeglio Ciampi, eletto al Quirinale il 13 maggio 1999 con un numero record di consensi, è il terzo capo dello Stato nella storia della Repubblica a essere stato eletto al primo scrutinio dopo Enrico De Nicola e Francesco Cossiga.
Nato a Livorno nel 1920, dopo le lauree in Lettere e in Giurisprudenza conseguite alla Normale di Pisa, ad appena ventisei anni entra a far parte del selezionatissimo team della Banca d'Italia. Nel 1960 è chiamato all'amministrazione centrale della stessa, presso il Servizio Studi, e ne assume la direzione nel luglio 1970. Segretario generale nel 1973, Vice direttore generale nel 1976, Direttore generale nel 1978, nell'ottobre 1979 è nominato Governatore della Banca d'Italia e Presidente dell'Ufficio Italiano Cambi.
Dall'aprile 1993 al maggio 1994 è Presidente del Consiglio e Ministro del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione economica durante la XIII legislatura.
Dal 1993 è Governatore onorario della Banca d'Italia e dal 1996 membro del Consiglio di amministrazione dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Ha ricoperto numerosi incarichi di rilevanza internazionale: Presidente del Comitato dei governatori della Comunità europea e del Fondo europeo di cooperazione monetaria (nel 1982 e nel 1987); Vice presidente della Banca dei regolamenti internazionali (1994 - 1996); Presidente del Gruppo Consultivo per la competitività in seno alla Commissione europea (1995 - 1996); Presidente del Comitato interinale del Fondo Monetario Internazionale.
È figura politica fra le più alte e autorevoli, godendo tanto della stima in ambito internazionale, quanto dell'affetto degli italiani che riconoscono alla sua presidenza la rivalutazione dell'orgoglio nazionale e della dignità patria.

L'Indice

Premessa di Carlo Azeglio Ciampi * Introduzione di Fabrizio Galimberti * Nota biografica * Bibliografia
Insediamento alla Camera * La manovra correttiva * Il costo del lavoro: la questione * Il costo del lavoro: l’accordo * Attentati a Roma e Milano * Rilancio dell’economia e sviluppo del Mezzogiorno * Il processo di privatizzazione * Ricordo di Guido Carli * Rinnovamento istituzionale, mercato del lavoro e risanamento: bilancio di fine anno * Documento di programmazione economica e finanziaria: linee guida e Unione monetaria europea * Unione europea e sviluppo del Mezzogiorno * Presentazione della legge finanziaria * La strategia del risanamento * Una tappa importante per l’Italia: l’ingresso nell’Euro * La sfida con la Germania * La finanziaria dell’Euro * L’Italia sotto esame * Un compito difficile: guarire l’economia italiana * La nuova programmazione economico-finanziaria tra dubbi e consensi * 1996-1997. Sintesi di un bilancio economico * Dalla crisi economica alla crisi politica * Un pericolo scongiurato * Una giornata importante * La nascita dell’Euro * Uno sguardo al passato, uno sguardo al futuro * Ritorno a Livorno * La nuova programmazione economica * Dalla crisi economica alla vigilia dell’Euro: un percorso lungo e difficile * L’Italia nelle sfide della globalizzazione
Glossario * Tabella dati di base

Estratto Introduzione di Fabrizio Galimberti

Rinascimento, Risorgimento…. Risanamento? È esagerato mettere il risanamento delle finanze pubbliche italiane alla fine del ventesimo secolo sullo stesso piano di quei grandi e gloriosi sommovimenti nella storia della penisola? Beh, sì. O forse no?
La storia ha bisogno di “indietreggiare per meglio saltare”, come dicono i francesi: di allontanarsi dall’evento per meglio giudicarlo. E sarà utile, per chi anagraficamente se lo può permettere, a spettare cent’anni o giù di lì per vedere come gli storici giudicheranno quel che successe in Italia alla fine degli anni Novanta del ventesimo secolo. Così come Nemo profeta in patria, nessuno, anche, è profeta nel suo tempo. Ma, per dare una mano agli storici futuri, guardiamo all’Italia di allora…

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Mon, 11 Oct 2010 13:29:16 GMT http://www.treveseditore.eu/collane/7-polis/43-dalla-crisi-al-risanamento.html
Agnelli - Cabiati FEDERAZIONE EUROPEA O LEGA DELLE NAZIONI? http://www.treveseditore.eu/collane/7-polis/42-federazione-europea-o-lega-delle-nazioni.html

Anno di pubblicazione 2004
Introduzione Valerio Castronovo
Saggio complementare L'Europa e la globalizzazione
Autore Giovanni Agnelli
Pag. XLVII - 127
Prezzo € 24,00
Collana Polis
ISBN 9788884630032



Apparso per la prima volta nel 1918 e scaturito dalla necessità di una riflessione approfondita sui temi dell’Europa nella drammatica contingenza della guerra, il libro, scritto “a quattro mani” dal fondatore della Fiat e da uno dei maggiori economisti del tempo, risulta, a quasi un secolo di distanza, ancora interessante e attuale. L’analisi, sempre rigorosa, affronta gli aspetti cruciali dell’unificazione europea; individua, definendoli, i compiti di un governo centrale sovranazionale e delinea quattro settori nevralgici: la politica estera, quella militare, la politica della finanza e quella doganale.
I limiti di una semplice coalizione fra nazioni, con il risveglio di pericolosi revival sciovinistici, acutamente sottolineati dai due autori, saranno drammaticamente confermati dalle vicende dei decenni successivi. È un testo che prefigura un programma di unificazione europea efficace e razionale, utile ancora oggi per chiunque si interessi ai processi di integrazione.

Gli Autori

Come il libro del nonno segnò la fine di un’epoca dando inizio a un nuovo corso, così il suo saggio è punto di passaggio fra la stagione delle economie nazionali e un futuro di competizioni mondiali. Recentemente scomparso, lascia con questo suo ultimo scritto (Lectio Magistralis tenuta al Senato nel 2002) un lucido testamento politico e imprenditoriale in cui prefigura gli scenari politici ed economici all’alba del nuovo millennio.
Attilio Cabiati (Roma 1872 – Torino 1950) insegnò all’Istituto superiore di scienze economiche e commerciali di Torino e dal 1918 fu titolare della cattedra di Economia politica all’Università di Genova e all’Università Bocconi di Milano.
Ben presto, da segretario del Consiglio di amministrazione, passò alla conduzione dell’impresa che svilupperà fino al pieno successo, tanto da renderla la prima azienda italiana e una delle maggiori d’Europa.Nel 1892 lasciò l’esercito e trascorse sette anni occupandosi delle proprietà di famiglia. Nel 1899, unitamente ad altri otto soci, fra cui Cacherano di Bricherasio, Scarfiotti e Faccioli, fondò la Fiat.
Giovanni Agnelli (Villar Perosa 1866 – Torino 1945) apparteneva a una famiglia della buona borghesia terriera.
Orfano di padre a soli cinque anni, venne avviato dalla madre agli studi classici e quindi alla carriera militare. Nel 1889 ottenne il brevetto di tenente di cavalleria, iniziando nello stesso periodo le prime esperienze meccaniche in un locale adiacente alle scuderie.

L'Indice

Introduzione di Valerio Castronovo * Note biografiche: Giovanni Agnelli, Attilio Cabiati, Giovanni Agnelli * Bibliografia
Introduzione * La formazione dell’idea nazionale in Europa come concetto di transizione * I pericoli e i danni del particolarismo nazionale * La nuova Europa * L’Europa e la globalizzazione * Prospettive d’Europa

Estratto Introduzione di Valerio Castronovo

Una sorta di “filo rosso” collegava idealmente l’adesione dell’avvocato Giovanni Agnelli alla causa europeista, che risaliva agli esordi della Cee, e la proposta formulata fina dal 1918 da suo nonno, il fondatore della Fiat, per l’avvento di una Federazione europea. Ed era il fermo convincimento di entrambi che l’integrazione politica ed economica del Vecchio Continente fosse una condizione indispensabile per l’evoluzione delle istituzioni civili, la pacifica convivenza fra i popoli e le nazioni, e un più intenso processo di sviluppo…

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Mon, 11 Oct 2010 13:23:18 GMT http://www.treveseditore.eu/collane/7-polis/42-federazione-europea-o-lega-delle-nazioni.html
Sarkozy ENSEMBLE http://www.treveseditore.eu/collane/7-polis/86-ensemble.html

 

"Insieme, tutto è possibile": fu questo il motto della campagna elettorale che portò Nicolas Sarkozy alla presidenza della Repubblica francese, la stessa dichiarazione d'intenti che costituisce il filo rosso delle idee espresse in questo libro. L'autore si rivolge ai suoi compatrioti con un linguaggio schietto, diretto e coraggioso: "In un momento in cui la Repubblica va in pezzi voglio stringere con tutti i francesi un nuovo patto repubblicano. Un patto di fiducia, di sincerità e di verità".
Mosso dall'amore per la Francia e stimolato dal pensiero gollista nel quale si è formato, Sarkozy ha dimostrato di non essere ciecamente condizionato dall'ideologia, tanto da accogliere tra le proprie idee politiche le teorie gramsciane.
L'impegno è quello di far trionfare una politica che sia completamente al servizio della Nazione, e che, superando l'antica e infruttuosa contrapposizione tra destra e sinistra, consenta al Paese di risolvere la crisi dello Stato e della Repubblica e di ritrovare la passata grandezza.
Il Presidente francese si dichiara pronto a sfidare la crisi economica, sociale e culturale in cui ritiene sia sprofondata la Francia e ad affrontare temi di capitale importanza quali l'istruzione, l'immigrazione, il ruolo del capitalismo e l'occupazione, delineando una proposta politica che restituisca ai cittadini un nuovo senso dello Stato e una più alta etica di governo.
Lo stile asciutto e discorsivo coinvolge il lettore in una visione politica che, superando i confini della Francia, si allarga alla Storia e alla sensibilità europea.
Con introduzione di Gianfranco Fini.

L'Autore

Nicolas Sarkozy nasce a Parigi nel 1955. È il ventitreesimo Presidente della Repubblica francese, il sesto della V Repubblica. Candidato del partito neogollista Union pour un Mouvement Populaire (UMP), viene eletto il 6 maggio 2007 con oltre il 53% dei voti. Sin dai primi giorni del suo mandato dimostra un'inedita originalità politica rispetto ai governi precedenti.
Si laurea in legge con specializzazione in diritto privato, e in scienze politiche all'Università di Paris X - Nanterre, perfezionando i suoi studi all'Institut d'études politiques de Paris.
Avvocato dal 1981, socio fondatore dello studio legale associato Leibovici-Claude-Sarkozy, dal 2002 al 2007 è socio dello studio Arnaud Claude-Nicolas Sarkozy.
Entra in politica nel 1974, e nel 1976 aderisce al Rassemblement pour la République (RPR), il partito neo-gollista fondato da Jacques Chirac, divenendone per breve tempo segretario generale (1998) e poi presidente ad interim (1999). Nel novembre 2004 è presidente dell'UMP, partito nato dopo le elezioni presidenziali del 2002 dalla fusione dell'RPR con una parte dell'Union pour la démocratie française (UDF).
Unico dei presidenti francesi ad essere nato dopo la Seconda guerra mondiale, considerato l'ultimo dei gollisti, Sarkozy ha portato all'Eliseo una significativa svolta nella politica del Paese.

L'Indice

Introduzione di Gianfranco Fini * Note biografiche * Bibliografia
I. La mia verità
II. Il miracolo della Francia
III. La morale del capitalismo
IV. La sfida della globalizzazione
V. L’Europa e il Mediterraneo
VI. Tutto è possibile
Ensemble
APPENDICE
Discorso di Nicolas Sarkozy alla chiusura del semestre di Presidenza francese dell’Unione europea

Estratto Introduzione di Gianfranco Fini

«Possiamo ritrovare la fierezza di essere francesi. Se ci uniremo, se lo vorremo, se lo decideremo.» Nicolas Sarkozy ha vinto le elezioni presidenziali in Francia, due anni fa, con questa parola, “ensemble” (insieme). Non è uno slogan, ma un’idea guida. È l’invito a uscire dal pessimismo ritrovando la percezione di un destino comune. I francesi si sono fidati perché era (ed è) una proposta credibile. Ensemble è anche il titolo di un libro uscito nei mesi della sfida con il candidato socialista, Ségolène Royal. Il volume ha suscitato molto interesse, al di là dell’occasione elettorale. Una parte della vecchia intellighenzia di sinistra ha dichiarato di apprezzare le tesi dell’allora candidato gollista. Il successo del libro è stato, per così dire, trasversale. Le tesi in esso contenute hanno fatto discutere anche fuori dei confini della Francia. È importante che ora anche il pubblico italiano conosca nella sua interezza questo libro, ben oltre quella che è stata la pur ampia eco dei mass media. Ensemble non è soltanto un volume scritto “ad hoc” per le elezioni. È qualcosa di più. È un manifesto che contiene un pensiero politico fuori dagli schemi. Non è una raccolta ben confezionata di frasi ad effetto. È la proposta, articolata, di una “democrazia esemplare”. Come tale, mantiene intatta la sua forza e la sua attualità. Vi troviamo problemi che sono anche i nostri e che riguardano il futuro della società occidentale: dal lavoro (soprattutto dei giovani) all’educazione, dai flussi migratori alla nuova cittadinanza, dalla globalizzazione all’integrazione europea...
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Tue, 05 Oct 2010 15:36:59 GMT http://www.treveseditore.eu/collane/7-polis/86-ensemble.html
Pontecorvo ENRICO FERMI http://www.treveseditore.eu/anteprime/13-anteprime/39-enrico-fermi.html Enrico Fermi nel ricordo di allievi e amici è il titolo originale dell'edizione moscovita (1972) di questo libro che ricorda uno dei massimi fisici del Novecento attraverso le testimonianze dei suoi numerosi collaboratori: Amaldi, Rasetti, Segrè, Persico, Pontecorvo.
L'opera costituisce un affascinante affresco del lavoro dei "ragazzi di via Panisperna", il gruppo di ricercatori che determinò in maniera decisiva lo sviluppo della moderna fisica delle particelle.
Coniugando il linguaggio chiaro e vivace della memoria al rigore dell'esposizione scientifica, Pontecorvo contribuisce in modo essenziale alla comprensione di una delle più alte figure della fisica moderna, permettendo allo stesso tempo di approfondire lo sfondo storico e culturale in cui maturarono i risultati di quella straordinaria stagione di ricerche.


L'Autore

Bruno Pontecorvo (Pisa 1913 - Dubna 1993), dopo aver frequentato il biennio di Ingegneria nella sua città, si iscrive, nel 1934, alla facoltà di Matematica e Fisica dell'Università di Roma ed entra a far parte del gruppo di Fermi. Nel 1936, a Parigi, compie ricerche sulla fosforescenza nucleare e sull'isometria che gli varranno il premio Curie-Carnegie. Nel 1940 si trasferisce negli Stati Uniti e lavora alle applicazioni pratiche del neutrone. Qualche anno dopo, partecipa in Canada alla progettazione del reattore nucleare NRX.
Nel 1950 abbandona l'Occidente per l'Unione Sovietica con una fuga che desta scalpore. A Dubna dirige la divisione di fisica sperimentale. È proprio in Unione Sovietica che sviluppa gli studi sulle particelle elementari e quelli di astrofisica che saranno all'origine della fisica dei neutrini e dell'alta energia e, al contempo, porteranno all'intuizione del "mare neutrinico" prima ancora della scoperta di Penzias e Wilson.
Membro dell'Accademia delle Scienze dell'Unione Sovietica, riceve numerosi riconoscimenti dalle più prestigiose istituzioni scientifiche internazionali.


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Mon, 11 Oct 2010 11:03:38 GMT http://www.treveseditore.eu/anteprime/13-anteprime/39-enrico-fermi.html