Treves Editore

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nicolò amato

Nicolò Amato
CAINO E ABELE
Anno di pubblicazione 2016
Introduzione di Giuseppe Pisicchio
Prefazione di Marco Boato
Pagine XXXII+172
Prezzo € 18
Collana: Polis
ISBN 8884630401

 


L'Autore


Nicolò Amato, magistrato e docente di Filosofia del diritto, ha per molti anni rappresentato la Procura di Roma nei più importanti processi, come quello per il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro e la strage della sua scorta e quello per l’attentato a Giovanni Paolo II. In seguito, per quasi undici anni, ha diretto il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria durante gli anni del terrorismo politico e delle stragi di mafia, dando al sistema carcerario italiano uno straordinario sviluppo e prestigio internazionale, nel nome di quello che è stato chiamato «il carcere della speranza»; e riuscendo a risolvere la pericolosissima rivolta dei detenuti di Porto Azzurro del 1987, senza cedimento dello Stato e senza versamento di sangue. Per la sua esperienza penitenziaria è stato invitato quale esperto da alcuni Paesi esteri. Ha insegnato all’Università “La Sapienza” di Roma e all’Università di Urbino. Ha collaborato per molti anni a varie riviste giuridiche, nonché ai quotidiani nazionali “la Repubblica” e “Il Messaggero”.



Il Libro

L'opera riflette sui temi della vita e della morte e dei loro rapporti. Riflette quindi sulla tendenza connaturata ad ogni uomo a dare la morte. L’uomo che uccide un altro uomo, sin dal primo omicidio di Caino ai danni di Abele, come una maledizione che accompagna dalla genesi la storia dell’umanità. Si esaminano poi i rapporti tra vendetta, perdono e giustizia, i tipi di pene e i tipi di delitti e le tre finalità del castigo: retribuzione, deterrenza e rieducazione. Successivamente, il libro offre una breve ricostruzione storica degli abusi della pena di morte nel passato, nella Russia di Stalin, nella Germania di Hitler e infine si sofferma sugli abusi attuali, compiuti in alcuni Paesi islamici, in Cina e in Corea del Nord.

Il libro pone, poi, la domanda che ne è l’oggetto, con esclusivo riferimento agli omicidi: può essere giusto che quelli più gravi ed abietti, addebitabili ai c.d. Mostri, siano puniti con la pena di morte? Si esaminano quindi in senso critico le pregiudiziali degli abolizionisti, dirette a contrastare la stessa legittimità dell’uso della pena capitale da parte degli Stati, sostenendo, in senso contrario, che la sovranità di essi è, in linea di principio, illimitata e può essere ristretta solo per loro stessa volontà, attraverso una norma giuridica interna o attraverso la sottoscrizione di un trattato internazionale poi ratificato con legge interna. Si conclude che il difficile e tormentoso problema di scegliere se punire i Mostri con la pena di morte o con quella dell’ergastolo va affrontato sul piano del merito, valutando, alla luce degli scopi del castigo, se sia più giusto il primo o il secondo tipo di punizione. E perché la risposta abbia anche una base concreta, si presenta una piccola “Galleria di Mostri”.

Si esamina, infine, quale sia, per questo tipo di criminali, la pena più giusta, soprattutto con riguardo alla esigenza di un castigo che sia realmente proporzionato, quanto più possibile, alla gravità oggettiva e soggettiva dell’assassinio, e alla esigenza di difendere categoricamente la società civile e le possibili future vittime da criminali che appaiono insensibili al normale effetto dissuasivo della pena e al suo eventuale effetto riabilitativo e si sottolinea come non possa non estendersi allo Stato, sotto forma di categorico dovere, il diritto che ciascun cittadino privato ha di uccidere, quando il gesto sia necessario per salvare la propria vita o la vita di un altro uomo.

Il libro intende mostrare come la domanda relativa alla scelta della pena più giusta per i delitti oggettivamente e soggettivamente più gravi rappresenti un problema che coinvolge profondamente e ineludibilmente la coscienza di tutti gli uomini e che può essere risolto in maniera convincente soltanto con l’uso della ragione, non ricorrendo alle emozioni ai sentimenti e alle passioni, come spesso la retorica suggerisce. Per tale domanda il saggio non presume di poter presentare una risposta certa e sulla quale tutti siano d’accordo. Esso intende piuttosto sollecitare la riflessione e l’opinione dei lettori.



Estratto dal Primo capitolo


Il sole sorge e tramonta, avvicenda il giorno e la notte, la luce e il buio. L’uomo nasce e poi viene sepolto. È come il respiro del mondo. Come la vita e la morte fossero le due facce opposte e inseparabili di una stessa moneta che una mano invisibile e onnipotente tiene sospesa e poi lascia cadere, chi sa quale faccia rimane sotto e quale sta sopra. Tu vivi dunque morrai, tu muori sei dunque vissuto. Solo chi non nasce non muore, chi muore ha finito di nascere, e talvolta muore prima d’essere nato del tutto. Ma nessuno può dire: non voglio nascere; e nessuno può dire: non voglio morire; semmai può dire: voglio morire. È questo che ci sconvolge e ci angoscia, a pensarci, che l’inizio della vita e, per chi non se la tolga, la sua fine e quindi i momenti fondamentali del proprio destino, siano totalmente sottratti alla volontà, alla scelta, alla libertà dell’uomo. Forse era troppo ottimista Appio Claudio a dire: «Ciascuno è fabbro del proprio destino». Ed anche Shakespeare quando in Giulio Cesare fece dire a Cassio: «Gli uomini in certi momenti sono padroni del loro destino». Ma quanto poco conta, quanto è insignificante la possibilità dell’uomo di governare e decidere il proprio destino se da lui non dipende né quando né dove né come nasce, da lui non dipende né quando né dove né come muore, da lui non dipende ciò che intorno a lui succede o gli altri fanno, se, in definitiva, noi tutti viviamo, non come vogliamo, ma come possiamo?


Bibliografia

Osservazioni sul problema della interpretatività, A. Giuffrè, Milano 1966, Estr. da Rivista internazionale di filosofia del diritto A. 43, fasc. 2 (apr.-giu. 1966)
Considerazioni in tema di discorso teoretico e di discorso normativo, A.Giuffrè, Milano1966, Estr. da Rivista internazionale di filosofia del diritto, A. 43, fasc. 4 (ott.-dic. 1966)
Logica simbolica e diritto, A. Giuffrè, Milano 1968; Logica simbolica e diritto, A. Giuffrè, Milano 1969;
Diritto, delitto, carcere, A. Giuffrè, Milano 1987
Un pubblico ministero in Corte d'assise: l'attentato al pontefice Giovanni Paolo II, Moro ed altri processi, Schena, Fasano 1989;
Oltre le sbarre, A. Mondadori, Milano 1990
L’ultima lambada, SugarCo, Carnago 1993;
Processo alla giustizia, Marsilio, Venezia,1994
Fuga impossibile, T. Pironti, Napoli 1996;
I giorni del dolore, la notte della ragione: stragi di mafia e carcere duro, Armando, Roma 2012;
Bettino Craxi, dunque colpevole, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2013
 
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Paolo Baffi
Paolo Baffi
Considerazioni Finali della Banca d'Italia
Anno di pubblicazione 2013
Saggi di commento
Fabio Merusi
Luigi de Rosa
Paolo Savona
Pag. XLIV+ 650 - Prezzo € 50
Collana: Considerazioni Finali della Banca d'Italia
ISBN 8884630118


L'Autore

Paolo Baffi (Broni 1911 - Roma 1989) entra in Banca d’Italia nel 1936; dal 1960 al 1975, ricopre il ruolo di Direttore generale. Nell’agosto del 1975 è nominato Governatore, anche grazie al sostegno di Ugo La Malfa. Ma il clima politico è teso e, nel marzo del 1979, Baffi viene incriminato nel corso di un’inchiesta della Procura di Roma sul mancato esercizio della vigilanza sugli istituti di credito. Il Vicedirettore, Mario Sarcinelli, è tratto in arresto, onta che a Baffi verrà risparmiata solo a causa dell’età. Nonostante le numerose manifestazioni di solidarietà, l’indignazione per l’operato della magistratura romana e il completo proscioglimento dalle accuse, preferiscono rassegnare le dimissioni. Eletto successivamente Governatore onorario, dal 1979 al 1981, Baffi sarà professore ordinario di politica monetaria alla facoltà di Scienze politiche dell’Università La Sapienza di Roma, nonché consigliere e poi vicepresidente della Bri (Banca dei regolamenti internazionali). Dal 1972 egli è inoltre “socio corrispondente” dell’Accademia dei Lincei. Paolo Baffi muore a Roma il 4 agosto 1989. A suo nome è intitolata dal 1990 la biblioteca della Banca d’Italia. Tra i suoi lavori di carattere scientifico ricordiamo Studi sulla moneta (1965) e Nuovi studi sulla moneta (1973).


Il Libro


Il volume, arricchito dai saggi critici di Fabio Merusi (giuridico istituzionale), Luigi de Rosa (storico economico), Paolo Savona (economico) racconta e ripercorre le tappe salienti di questo tormentato periodo, offrendo una pagina di storia eonomico-politica inedita e illuminante. Gli anni compresi tra il 1974 al 1979 segnarono un periodo di allarmanti difficoltà che vide la Banca d’Italia oggetto di attacchi senza uguali. Subentrato a Guido Carli nel Governatorato, Paolo Baffi, tempra di fine economista nonché uomo di incrollabili principi, si trovò dunque ad affrontare una situazione assai spinosa. Lo spettro dell’inflazione, i conflitti sindacali, la crisi profonda del sistema industriale, il blocco energetico, il terrorismo, la lotta armata, gli scandali finanziari che sfociarono nel crack Sindona: nulla gli venne risparmiato, ma Baffi cercò di mantenere l’Istituto autonomo dall’ingerenza politica e di fornire strumenti di gestione, controllo e pianificazione per l’economia del Paese, mostrando un atteggiamento inflessibile nei confronti dei legami fra banche e politica  sia perché toccò interessi più ampi della galassia Sindona era stato oggetto di intervento del duo Carli-La Malfa . Proprio per questo, il clima si fece sempre più pressante e inevitabilmente degenerò nello scontro aperto e diretto: il Governatore fu incriminato e posto sotto inchiesta; il Vice-direttore generale, Mario Sarcinelli, venne arrestato. Assolti in istruttoria,  rassegnarono di lì a poco le dimissioni, infliggendo così un colpo durissimo alla storia della democrazia e del nostro paese.


L'Indice

Prefazione di Carlo Azeglio Ciampi
NOTE BIOGRAFICHE
Bibliografia
PAOLO BAFFI GOVERNATORE
di Luigi De Rosa
CAPITOLO I
Paolo Baffi governatore della Banca d’Italia
CAPITOLO II
Baffi alla prova del fuoco
CAPITOLO III
Alla ricerca della stabilita
CAPITOLO IV
La Banca d’Italia nella bufera: fine del governatorato di Paolo Baffi
PROFILI ISTITUZIONALI DELLE RELAZIONI DI PAOLO BAFFI
di Fabio Merusi
Riflessioni sul modello economico di Paolo Baffi
Di Paolo Savona
CONSIDERAZIONI FINALI DELLA BANCA D’ITALIA
Relazione per l’anno 1975
Relazione per l’anno 1976
Relazione per l’anno 1977
Relazione per l’anno 1978

 
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paolo savona
Paolo Savona

UNA CAMPANA PER L'ITALIA
Enrico Scaretti 
A BELL FOR ITALY

Anno di pubblicazione 2013
Pag. XXIV - 196
Prezzo € 25,00
Testo inglese a fronte
Collana: Polis
ISBN: 8884630363



L'Autore

Paolo Savona nasce a Cagliari nel 1936. laureatosi cum laude nel 1961 in economia e commercio, nel 1963 vince il concorso nazionale per entrare in banca d’italia. Viene così assegnato al servizio studi e inviato successivamente a seguire i corsi di specializzazione in econometria ed economia monetaria presso il Massachusetts Insitute of Technology (mit) di Cambridge (usa). nel corso degli anni diviene uno stretto collaboratore del governatore Carli e raggiunge il grado di direttore, sino a quando nel 1976 vince il concorso a cattedra di Politica economica. Nello stesso periodo Carli, abbandonata la carica di governatore nel 1975, lo chiama in Confindustria in qualità di direttore generale dell’ente, ruolo che ricopre sino al 1980. Nel corso degli anni assume importanti incarichi pubblici, tra i quali: presidente del Credito industriale sardo (1980-1989); segretario generale della Programmazione economica al Ministero del bilancio (1980-1982); direttore generale e poi amministratore delegato della Banca nazionale del lavoro (1989-1990); presidente del Fondo interbancario di tutela dei depositi (1990-1999); capo del Dipartimento delle politiche comunitarie presso la Presidenza del consiglio (2005-2006).


Tra il 2000 e il 2010 opera nel settore privato in qualità di presidente delle società Impregilo, Adr, Gemina, consorzio Venezia nuova, Unicredit Banca di Roma, e come vicepresidente di Capitalia e consigliere di amministrazione di Rcs e Tim italia.  Dall’aprile 1993 all’aprile 1994 è Ministro dell’industria, commercio e artigianato e per le funzioni connesse al riordinamento delle partecipazioni statali durante il governo Ciampi. Presiede attualmente il Fondo interbancario di tutela dei depositi. Dal 1976 al 2009 è professore ordinario di Politica economica presso le università luiss “Guido Carli” di Roma, di cui è tuttora professore emerito, quelle di Perugia e di Tor Vergata, e presso la Scuola superiore di pubblica amministrazione. Founding co-editor della Open economies review (springer), è stato editor delle riviste «Economia italiana», «Review of Economic conditions in italy» e «Journal of European economic history». Autore e co-autore di numerosi scritti sui problemi dell’economia reale, monetaria e finanziaria e sui temi metodologici. tra le sue attività di ricerca hanno particolare rilievo il primo modello econometrico dell’economia italiana m1bi, le prime analisi sulla base monetaria internazionale e l’eurodollaro, e sugli effetti macroeconomici dei contratti derivati, che hanno anticipato sistematicamente il susseguirsi dei drammatici eventi vissuti dall’economia italiana e da quella internazionale negli ultimi quarant’anni.

 

Enrico Scaretti nasce a Roma il 22 novembre 1889, dove muore il 6 giugno 1961. Si laurea in legge e, assieme al fratello Giovanni Battista, eredita e gestisce con successo l’attività bancaria del padre Oreste superando con successo la Grande crisi. Negli anni Venti e Trenta prende in concessione e rilancia le Terme di Chianciano e le Acque Albule di Tivoli. La concessione gli viene revocata durante il fascismo, a causa del rifiuto di iscriversi al Partito. Nel 1933 sposa Majorie Jebb, da cui ha due figli, Virginia e Lorenzo. Nel 1935 si reca in missione ufficiale a Londra presso Lord Edgar Vincent, 1st Viscount D’Abernon (1857-1941), già Ambasciatore inglese a Berlino, e la Lady, «per aiutare l’Italia a ottenere finanziamenti». Nel 1936 acquista i duemila ettari dei poderi Cafaggiolo e Trebbio nel Mugello e nei due anni successivi investe considerevoli risorse per il loro rilancio produttivo e il restauro della Villa del Trebbio costruita per la famiglia de’ Medici. Nel 1938 collabora per gli studi economici e monetari con Ashton Gwatkin, Sir R. Nosworthy e Sir Percy Loraine. Nel 1944 si reca in missione ufficiale negli Stati Uniti. Nel 1945 torna in missione negli Stati Uniti per altre due volte. Nel 1947 si reca a Ischia per studiare il rilancio delle terme e a Palermo per studiare l’approvvigionamento delle acque. Nel 1948 partecipa alla campagna elettorale per un collegio senatoriale nel Mugello nella lista del Pli. Partecipa alla Conferenza dell’Aia presieduta da Winston Churchill a sostegno della creazione di un parlamento europeo. Interviene alla convention internazionale del Rotary a Firenze. Nello stesso anno vende alla Bnl di Arturo Osio la Banca Scaretti, giunta al centottesimo anno di vita e si trasforma in amministratore di beni. Nel 1949 partecipa alla Westminster Conference a Londra presieduta da Duncan Sandys, contribuendo alla sessione economica e a quella per l’Eur-Africa unite. Nel 1950 si reca per affari privati negli Stati Uniti. Nel 1951 partecipa alla Conferenza Atlantica che si tiene a Roma. Nel 1952 vende metà azienda agricola Cafaggiolo ai Padri trappisti e investe nel rimboschimento della collina circostante. Scaretti mantenne molti contatti con l’estero e svolse un’intensa attività mondana organizzando cene, visioni private di film, concerti e ricevimenti culturali, con l’apporto determinante della moglie artista. Conosceva bene il latino, l’inglese e il francese. I suoi hobby erano il bridge e il golf.

 

L'Indice

Note biografiche ~ biographies *  Bibliografia ~Bibliography * PAOLO SAVONA * Una campana per l’Italia * Presentazione * tratti salienti della biografia dell’autore e dell’epoca in cui ha vissuto * contenuti del documento * considerazioni conclusive * english Version * Foreword * notes about the author and his times: a frame of reference * the report * Final considerations * ENRICO SCARETTI * A Bell for Italy * Introduction * order and Work * economy * reconstruction

 

Dalla presentazione di Paolo Savona

Questa è una breve storia della seconda missione che l’Italia – allo stesso tempo paese sconfitto e vincitore nella seconda guerra mondiale – decide di inviare negli Stati Uniti per riallacciare le relazioni economiche interrotte a causa della guerra e chiedere aiuto per la sua ricostruzione e il suo sviluppo. Subito dopo l’arrivo delle forze “alleate” a Roma il 4 giugno 1944, un banchiere italiano, Enrico Scaretti – su mandato del Sottosegretario agli esteri del Governo guidato da Ivanoe Bonomi, Giovanni Visconti Venosta, d’accordo con Niccolò Introna, Commissario straordinario della Banca d’Italia, e su sollecitazione sia di Cordell Hull, Segretario di Stato americano, sia di colui che sarebbe diventato il primo ambasciatore degli Stati Uniti nell’Italia liberata, Alexander C. Kirk – viene inviato in missione a Washington e prepara un documento da consegnare agli americani, che intitola A Bell for Italy. In esso traccia un quadro della difficile situazione economica italiana e delle iniziative che sarebbero state necessarie per una rapida ripresa economica del Paese al fine di sottrarlo ai rischi di una guerra civile e all’attrazione esercitata da una soluzione statalista degli assetti costituzionali allora in discussione, ma non ancora definiti. Il documento è molto ben congegnato e i suoi contenuti sono di un’attualità sconcertante. Tocca infatti temi all’epoca molto importanti e altri che sono ancora oggi oggetto di dibattito e vengono presi a fondamento di scelte di politica estera, soprattutto in ambito europeo. Gli storici ne conoscono già l’esistenza. L’ambasciatore Egidio Ortona lo cita esplicitamente nelle sue memorie sugli anni della ricostruzione, durante i quali egli svolse un ruolo importante, ma lo considera “un promemoria molto ponderoso che conteneva dati e considerazioni forse non tutte pregne di scienza economica” 1. Egli attribuisce alla missione Scaretti scarsa importanza per la ripresa delle relazioni con gli Stati Uniti, che invece attribuisce alla quasi contemporanea missione guidata dal barone Quintino Quintieri e dal banchiere Raffaele Mattioli, per la quale ha svolto funzioni di segretario. Nel loro studio sulle vicende postbelliche il professor Ennio Di Nolfo e l’ambasciatore Maurizio Serra dedicano più attenzione alla missione Scaretti, ma anch’essi assegnano alla missione Quintieri-Mattioli maggiore rilevanza nella ripresa delle relazioni economiche con gli Stati Uniti, anche se lo scopo di ottenere un prestito che fu a essa assegnato non venne raggiunto, mentre, come ci proponiamo di argomentare, quella di Scaretti raggiunse lo scopo e, forse, andò anche oltre per l’intraprendenza del banchiere 2. Anche Luigi Einaudi aveva conoscenza del documento, non solo perché lo si trova nella sua documentazione presso l’Archivio storico della Banca d’Italia, ma anche perché ne fa esplicita menzione nel suo diario in data 1° agosto 1945 3. In un recente articolo Paolo Mieli valorizza la missione di Scaretti ricordando che essa fu decisa e attuata non solo per informare gli americani sullo stato dell’economia italiana ma, data la preparazione del personaggio, anche per correggere la linea politica antibritannica e pro-sovietica della prima missione, quella effettuata dal professore Guido Pazzi, di simpatie socialiste 4. Costui aveva infatti destato preoccupazioni da parte americana, che furono espresse in occasione in occasione di una visita resa da Leland Olds, una personalità vicina al Presidente Roosevelt, a Renato Prunas, Segretario generale del Ministero degli esteri.

 
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cavallotti
Felice Cavallotti

LETTERA AGLI ONESTI DI TUTTI I PARTITI
Anno di pubblicazione 2013
Pag. XXXVI-104
Prezzo € 9,00

Collana Polis
ISBN 8884630339




Nel 1895 Felice Cavallotti scrive la sua celebre Lettera agli onesti di tutti i partiti, denunciando apertamente i malcostumi e gli abusi di potere perpetrati dall’allora classe dirigente e, in particolar modo, dal Primo ministro, Francesco Crispi. Sull’onda dello scandalo della Banca Romana, l’autore palesa senza mezzi termini il proprio dissenso nei confronti di Crispi, accusandolo di essersi macchiato di atti illeciti gravissimi, quali concussione, corruzione, millantato credito e bigamia.
La lettera, pubblicata sul «Secolo» di Milano e sul «Don Chisciotte» di Roma, s’inserisce pertanto nel più ampio contesto di una campagna moralizzatrice di cui già da tempo Cavallotti si faceva portavoce in Parlamento. Nel testo, egli non lesina biasimo e parole forti, lasciando trasparire la cocente delusione nei confronti di un leader incapace di incarnare i nobili ideali cui la politica dovrebbe assurgere.
A sostegno delle sue tesi, Cavallotti riporta fedelmente documenti ed episodi. Tuttavia, questo non fu sufficiente a ottenere le dimissioni di Crispi che, infatti, poté proseguire il suo mandato per un altro anno (fino al 1896).
Nonostante ciò, il libro si rivela sorprendentemente attuale e mostra, con i dovuti distinguo, come i vizi di oggi siano i medesimi di ieri. Una lettura illuminante, spaccato di un’epoca e preziosa testimonianza storica, rivolta oggi come allora a “tutti quelli che nelle mie file o in file diverse di qualsiasi partito, hanno invocato la tregua di Dio sul terreno, ove tutti i cuori onesti si incontrano”.

L'Autore

Felice Carlo Emanuele Cavallotti (Milano, 1842 – Roma, 1898), appena diciottenne si unisce alla Spedizione dei Mille e, nel 1867, affianca Garibaldi durante la fallita insurrezione a Roma. Partecipa inoltre alla Terza guerra di indipendenza; imprese delle quali restituirà ampio resoconto sulle pagine del milanese «L’Unione» e del napoletano «L’Indipendente».
Nel 1873, è eletto al Parlamento come deputato di Corteolona er si schiera contro la Destra storica, mostrando tuttavia alcune riserve anche nei confronti della Sinistra.
Nel 1877 fonda, con Agostino Bertani, il Partito radicale italiano, movimento politico costituitosi ufficialmente solo nel 1904 e attivo sino all’avvento del fascismo. Ed è grazie a lui, e all’intesa siglata nel 1894 con il marchese Antonio Starabba, che i radicali riescono a ottenere una serie di importanti concessioni.
Nel 1885 Cavallotti è a Napoli, con il socialista Andrea Costa e l’anarchico Errico Malatesta, per sostenere il popolo colpito da una grave epidemia di colera.
Uomo di indole testarda e passionale, nel corso della sua vita combatte ben trentatré duelli, l’ultimo dei quali, il 6 marzo 1898, gli sarà fatale. Felice Cavallotti viene infatti ucciso nei giardini di Villa Cellere a Roma, dal “rivale”, conte Ferruccio Macola, che lo aveva sfidato in seguito a un diverbio.
È tutt’oggi ritenuto il leader dell’“estrema sinistra” parlamentare nell’Italia liberale pre-giolittiana.

L'Indice

Al lettore di Gustavo Chiesi * NOTE BIOGRAFICHE *Bibliografia * LETTERA AGLI ONESTI DI TUTTI I PARTITI * PARTE PRIMA * PARTE SECONDA * PARTE TERZA * CONCLUSIONE
 
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HerzlTheodor Herzl
LO STATO DEGLI EBREI
Tentativo di una soluzione moderna del problema ebraico

Anno di pubblicazione 2012
Presentazione di Shimon Peres
Introduzione di Amos Luzzatto
Pag. XXXV - 138
Prezzo € 20,00
Collana Polis
ISBN 8884630347


Nel 1954, a cinquant’anni esatti dalla sua morte, la Federazione sionistica italiana decise di pubblicare la seconda edizione de Lo Stato ebraico di Theodor Herzl, padre riconosciuto del movimento sionista e ispiratore della rinascita ebraica.
Profondamente turbato dai tragici accadimenti dell’affaire Dreyfuss e dalla conseguente esplosione di antisemitismo, Herzl avvertì l’impellente bisogno di confrontarsi con la spinosa questione ebraica. E lo fece con i mezzi a lui più congeniali, dando alle stampe, nel 1896, un’opera che ancora oggi conserva intatto il suo ricco bagaglio di vibrante attualità.
L’apparente utopia cui l’autore si aggrappa, sognando uno stato ebraico libero nella terra dei padri, è in realtà un progetto concreto che nulla lascia al caso: politica, lavoro, affari sociali, gli argomenti più disparati sono trattati da Herzl con spirito illuminato e progressista. La chiarezza del giornalista consegna al lettore un testo programmatico, investito col tempo di un’aura di indelebile sacralità. E l’autore, che tanto si battè in vita contro i focolai antisemiti, si dimostrò altresì drammaticamente profetico, preconizzando addirittura l’avvento dell’Olocausto cui per fortuna non fu costretto ad assistere. “Quanto più a lungo l’antisemitismo si fa attendere, tanto più feroce deve esplodere”. Un tragico presagio, monito inascoltato a non abbassare la guardia di fronte a nemici tanto invisibili quanto implacabili.
Eppure, ciò di cui parla Herzl è una realtà concreta, destinata ad avverarsi, una “necessità universale” che sempre e comunque saprà risorgere dalle sue ceneri.

L'Autore
Theodor Herzl (Pest, 1860 – Edlach, 1904), è il fondatore del movimento politico sionista.
Dopo aver frequentato il Ginnasio evangelico di Budapest, si trasferisce a Vienna per studiare Diritto e Letteratura, prendendo il dottorato in Legge nel 1884.
Dal 1891 diviene corrispondente da Parigi del giornale «Neue Freie Presse».
Qui ha modo di seguire da vicino l’affaire Dreyfuss e si rende conto di quanto l’antisemitismo sia profondamente e drammaticamente radicato nella società europea. L’urgenza di far sentire la sua voce su una questione di impellente attualità lo spinge così nel 1896 a pubblicare Der Judenstaat (Lo stato ebraico) in cui auspica e teorizza la nascita di uno stato ebraico, appunto, capace di accogliere gli ebrei sottraendoli così alle persecuzioni di stampo razziale. La patria ideale, da stabilire in Palestina o in Uganda (paese, quest’ultimo, proposto dagli inglesi), dovrebbe dunque ospitare tutti quegli ebrei perseguitati e perciò impossibilitati a vivere nel proprio paese.
Al congresso di Basilea del 1897 è eletto Presidente del movimento sionista, del quale è tutt’oggi ritenuto il fondatore insieme a Max Nordau.
Nel 1950 la salma di Herzl, morto nel 1904, viene traslata a Gerusalemme, come da sue espresse volontà testamentarie.


 
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DellaviteGiulio Dellavite
MUNUS PASCENDI


Anno di pubblicazione 2011
Prefazione Cardinale Giovanni Battista Re
Pagine LXI + 426
Prezzo € 30,00
Collana Polis
Isbn 9788884630302


“Paterno ma non paternalistico, delicato ma non molle, vicino ma non asfissiante, premuroso ma non schiacciante”. Queste, secondo monsignor Giulio Dellavite, le caratteristiche che fanno di un vescovo, un buon vescovo, guida avveduta per il suo gregge e Angelus Ecclesiae, capace di governare la comunità dei fedeli con spirito illuminato e pacata saggezza. Padre amorevole e pastore di anime, severo se necessario, ma sempre e comunque retto, il vescovo sia abile soprattutto nell’amministrare la giustizia. Come ricorda il cardinale Giovanni Battista Re nella prefazione al testo «è messo in risalto che l’autorità del Vescovo deve essere accompagnata dall’autorevolezza anche in tutta la sua attività amministrativa e non soltanto in quella di maestro della fede, santificatore e pastore. Avere “i tratti caratteristici del buon pastore” significa anche saper accettare “non il consiglio dei migliori, ma il migliore dei consigli” in ogni decisione e attività».
Del resto, è proprio il complicato rapporto che lega indissolubilmente autorità e autorevolezza a costituire il filo conduttore di quest’opera, dettagliato excursus sul Diritto canonico, ma anche e soprattutto specchio in cui si riflettono le molteplici e complesse sfaccettature che animano la missione episcopale.
Il solido impianto dottrinario del volume è sostenuto dallo stile fluido dell’autore, e il metodo adottato rilegge il panorama ecclesiale con i moderni strumenti offerti dalle teorie del management. Quello che ne emerge è un quadro completo, in cui l’autore dimostra di padroneggiare una materia assai ostica, e per certi versi ancora poco trattata, sebbene estremamente attuale, fonte di accesi dibattiti e fervide discussioni.

L'Autore


Monsignor Giulio Dellavite nasce in provincia di Bergamo nel 1971. Ordinato sacerdote nel 1996, dal 2002 è officiale della Santa Sede presso la Congregazione per i vescovi. Studia Teologia nel Seminario vescovile Giovanni XXIII di Bergamo, conseguendo poi il baccalaureato alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale di Milano. Successivamente, consegue la licentia docendi e il dottorato in Diritto canonico presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma nel 2006. Ha avuto esperienze pastorali in parrocchie e centri giovanili e ha collaborato con diverse riviste ecclesiali. I suoi interessi di studioso si concentrano prevalentemente sul Diritto amministrativo in ambito ecclesiastico, orizzonte concettuale che egli rilegge alla luce delle moderne teorie del management, facendo interagire le analisi sulla leadership con i principi ecclesiali della comunione gerarchica della Chiesa. Ha pubblicato il saggio All’Angelo della Chiesa scrivi, Autorità e Autorevolezza nella Chiesa (Avagliano editore, Roma 2007).

L'Indice

Prefazione del cardinale Giovanni Battista Re * Nota biografica * Bibliografia Introduzione
CAPITOLO I: I presupposti generali * A quo * Ad quem
CAPITOLO II: Il percorso storico * Primo periodo: dall’inizio fino alle Decretali * Secondo periodo: dalle Decretali alla Sapienti Consilio * Terzo periodo: il Codice piobenedettino * Quarto periodo: la svolta del Concilio Vaticano.II * Quinto periodo: lo Schema de procedura administrativa * Sesto periodo: il Codice vigente
CAPITOLO III: L’esercizio dell’autorità attraverso gli atti amministrativi * Pars construens * Pars destruens * Pars reconstruens
CAPITOLO IV: Munus regendi ac pascendi * Munus Regendi * Munus Pascendi * Un munus come virtù
CAPITOLO V: Angelus Ecclesiae * Illumina * Custodisce * Regge * Governa
Conclusione
APPENDICI: Appendice I – Ufficio del lavoro della Santa Sede * Appendice II – Pastores Gregis * Appendice III – Dopo il Codice vigente

Estratto Prefazione del Cardinale Giovanni Battista Re

Il vescovo, pastore e guida della Chiesa particolare a lui affidata, per volere di Cristo è rivestito di autorità e di sacra potestà, da esercitare come servizio, che rende visibile la missione stessa di Cristo, Pastore del suo popolo. Benché il «munus gubernandi» del vescovo, nella continuità della successione apostolica, abbia le sue radici nell’ordinazione episcopale e pertanto nella grazia sacramentale, non è sminuita l’esigenza dei requisiti umani e di uno stile speciale di leadership, che deve essere pastorale e poggiare su un’autorevolezza personale. La guida della comunità ecclesiale, infatti, esige quella profonda intelligenza delle cose che sappia in ogni situazione prendere le decisioni giuste, intraprendere azioni adeguate e trovare le forme meglio rispondenti al bene delle persone e all’edificazione della Chiesa.
Il presente saggio di monsignor Giulio Dellavite mette bene in luce questo aspetto del munus pastorale del vescovo, focalizzando l’attenzione sugli atti amministrativi di governo.
 
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Karol Wojtyla – Giovanni Paolo II
SPLENDOR VERITATIS

Anno di pubblicazione 2011
Introduzione Joseph Ratzinger - Benedetto XVI
Ricordo biografico Stanislaw Dziwisz Arcivescovo di Cracovia
Glosse ai testi Edward G. Farrugia SJ Decano SEO
Testo latino a fronte
Pag. 2660 complessive (tre tomi)
Prezzo € 75,00
Collana Encyclicae
ISBN 9788884630186

La sapiente e dottrinale introduzione del Cardinale Joseph Ratzinger, oggi Benedetto XVI, l'affettuoso e commosso ricordo biografico del Cardinale Stanislaw Dziwisz, Arcivescovo di Cracovia, le utili glosse di Edward G. Farrugia SJ, docente di dogmatica e patristica al Pontificio Istituto Orientale, sei anni di lavoro, costituiscono il degno accompagnamento alle Encicliche di Giovanni Paolo II.
L'Opera si compone di tre tomi, per oltre 2600 pagine, con testo latino a fronte.
Le lettere pastorali, pubblicate in ordine cronologico, possono essere suddivise per grandi tematiche: dal trittico trinitario degli anni 1979 - 1986, alle encicliche sociali, fino ai tre testi dottrinali di natura antropologica, tra i quali Veritatis Splendor del 1993 che ha ispirato il titolo dell'Opera.
E poi ancora, le encicliche ecclesiologiche, come Ecclesia de eucharestia e Redemptoris Mater, in cui Giovanni Paolo II affronta i temi della madre Chiesa e della Madre della Chiesa, inserendoli in ambito storico-teologico. Centrale nel suo pensiero il ruolo di Maria, che esprime compiutamente il senso ultimo della Fede: non è un caso, infatti, che ogni lettera termini con un'intenzione rivolta alla Madre di Cristo.
A completamento del testo, il già citato ricordo biografico tracciato dal Cardinale Stanislaw Dziwisz, per anni segretario particolare del Pontefice. In appendice, il primo saluto e la prima benedizione di Giovanni Paolo II, il testo della sua prima omelia e il suo testamento spirituale.
Questa edizione costituisce un passo importante e ineludibile nella conoscenza di uno dei Papi più significativi nella storia della Chiesa, il più amato dell'ultimo secolo.

L'Autore

Karol Józef Wojtyla (Wadowice 1920 - Vaticano 2005) nel 1938 si iscrisse all'Università Jagellónica di Cracovia, città in cui, a partire dal 1942, frequentò i corsi di formazione del Seminario maggiore clandestino. Dopo la guerra, continuò i suoi studi fino all'ordinazione sacerdotale avvenuta a Cracovia il 1° novembre 1946. Inviato a Roma nel 1948, dopo aver conseguito il dottorato in teologia, ritornò in Polonia. Il 28 settembre del 1958 ricevette l'ordinazione episcopale e il 13 gennaio 1964 fu nominato Arcivescovo di Cracovia. Partecipò al Concilio Vaticano II (1962-1965).
I Cardinali, riuniti in Conclave, lo elessero Papa il 16 ottobre 1978. Prese il nome di Giovanni Paolo
II e il 22 ottobre iniziò solennemente il Ministero Petrino.
Il suo Pontificato è stato uno dei più lunghi della storia della Chiesa ed è durato quasi ventisette anni. Ha promosso con successo il dialogo con gli ebrei e con i rappresentanti delle altre religioni. Tra i suoi documenti principali si annoverano quattordici Encicliche, quindici Esortazioni apostoliche, undici Costituzioni apostoliche e quarantacinque Lettere apostoliche. Ha riformato i Codici di Diritto Canonico Occidentale e Orientale e riordinato la Curia Romana. A Papa Giovanni Paolo II si ascrivono anche i libri: Varcare la soglia della speranza (1994); Dono e mistero: nel cinquantesimo anniversario del mio sacerdozio (1996); Trittico romano, meditazioni in forma di poesia (2003); Alzatevi, andiamo! (2004) e Memoria e Identità (2005).
Giovanni Paolo II è stato beatificato il 1° maggio 2011.

L'Indice

Introduzione di Joseph Ratzinger * Ricordo biografico di Stanisław Dziwisz * Note biografiche

TOMO I
REDEMPTOR HOMINIS
: Eredità * Il mistero della redenzione * L’uomo redento e la sua situazione nel mondo contemporaneo * La missione della Chiesa e la sorte dell’uomo * Glossa a Redemptor hominis
DIVES IN MISERICORDIA: «Chi vede me, vede il Padre» (cfr. Gv 14, 9) * Messaggio messianico * L’Antico Testamento * La parabola del figliol prodigo * Il mistero pasquale * Misericordia... di generazione in generazione * La misericordia di Dio nella missione della Chiesa * Preghiera della Chiesa dei nostri tempi * Glossa a Dives in misericordia
LABOREM EXERCENS: Introduzione * Il lavoro e l’uomo * Il conflitto tra lavoro e capitale nella presente fase storica * Diritti degli uomini del lavoro * Elementi per una spiritualità del lavoro * Glossa a Laborem exercens
SLAVORUM APOSTOLI: Introduzione * Cenni biografici * Araldi del Vangelo * Impiantarono la Chiesa di Dio * Senso cattolico della Chiesa * Il Vangelo e la cultura * Significato e irradiazione del millennio cristiano nel mondo slavo * Conclusione * Glossa a Slavorum apostoli
DOMINUM ET VIVIFICANTEM: Introduzione * Lo spirito del Padre e del Figlio, dato alla Chiesa * Lo spirito che convince il mondo quanto al peccato * Lo spirito che dà la vita * Conclusione * Glossa a Dominum et vivificantem
REDEMPTORIS MATER: Introduzione * Maria nel mistero di Cristo * La Madre di Dio al centro della Chiesa in cammino * Mediazione materna * Conclusione * Glossa a Redemptoris Mater

TOMO II
SOLLICITUDO REI SOCIALIS
: Introduzione * Novità dell’enciclica Populorum progressio * Panorama del mondo contemporaneo * L’autentico sviluppo umano * Una lettura teologica dei problemi moderni * Alcuni orientamenti particolari * Conclusione * Glossa a Sollicitudo rei socialis
REDEMPTORIS MISSIO: Introduzione * Gesù Cristo unico Salvatore * Il regno di Dio * Lo Spirito Santo protagonista della missione * Gli immensi orizzonti della missione “ad gentes” * Le vie della missione * I responsabili e gli operatori della pastorale missionaria * La cooperazione all’attività missionaria * La spiritualità missionaria * Conclusione * Glossa a Redemptoris missio
CENTESIMUS ANNUS: Introduzione * Tratti caratteristici della Rerum Novarum * Verso le “cose nuove” di oggi * L’anno 1989 * La proprietà privata e l’universale destinazione dei beni * Stato e Cultura * L’uomo è la via della Chiesa * Glossa a Centesimus annus
VERITATIS SPLENDOR: Introduzione * «Maestro, che cosa devo fare di buono [...]?»(Mt 19, 16) – Cristo e la risposta alla domanda di morale * «Non conformatevi alla mentalità di questo mondo» (Rm 12, 2) – La Chiesa e il discernimento di alcune tendenze della teologia morale odierna * «Perché non venga resa vana la Croce di Cristo» (1 Cor 1, 17) – Il bene morale per la vita della Chiesa e del mondo * Conclusione * Glossa a Veritatis splendor

TOMO III
EVANGELIUM VITAE
: Introduzione * «La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo»: le attuali minacce alla vita umana * «Sono venuto perché abbiano la vita»: il messaggio cristiano sulla vita * «Non uccidere»: la legge santa di Dio * «L’avete fatto a me»: per una nuova cultura della vita umana * Conclusione * Glossa a Evangelium vitae
UT UNUM SINT: Introduzione * L’impegno ecumenico della Chiesa cattolica * I frutti del dialogo * Quanta est nobis via? * Esortazione * Glossa a Ut unum sint
FIDES ET RATIO: Introduzione * La rivelazione della sapienza di Dio * Credo ut intellegam * Intellego ut credam * Il rapporto tra la fede e la ragione * Gli interventi del magistero in materia filosofica * Interazione tra teologia e filosofia * Esigenze e compiti attuali * Conclusione * Glossa a Fides et ratio
ECCLESIA DE EUCHARISTIA: Introduzione * Mistero della fede * L’eucaristia edifica la Chiesa * L’apostolicità dell’eucaristia e della Chiesa * L’eucaristia e la comunione ecclesiale * Il decoro della celebrazione eucaristica * Alla scuola di Maria, donna “eucaristica” * Conclusione * Glossa a Ecclesia de eucharistia
APPENDICI
Primo saluto e prima benedizione ai fedeli di Giovanni Paolo II * L’omelia di Giovanni Paolo II per l’inizio del pontificato * Il testamento di Giovanni Paolo II

Estratto Introduzione di Joseph Ratzinger - Bendetto XVI

Sarebbe assurdo pensare che in mezz’ora si possa parlare delle quattordici encicliche del nostro Santo Padre. Bisognerebbe esaminarle ciascuna dettagliatamente per poter capire la struttura dell’insieme e per captare i loro temi centrali e la linea del loro insegnamento. In mezz’ora si può solo proporre una panoramica approssimativa e superficiale. La scelta dei punti che sottolineiamo è necessariamente unilaterale e potrebbe essere fatta anche in modo diverso. Inoltre, una valutazione congiunta dovrebbe anche includere gli altri testi magisteriali del Papa, che spesso sono di grande trascendenza e appartengono senza dubbio all’insieme delle affermazioni dottrinali del Santo Padre. [...] Orbene, noi non siamo, nella misura in cui si può sapere, alla fine della storia. Ma corriamo il pericolo di negare alla ragione la sua autentica grandezza. E il Papa considera, giustamente, che la fede è chiamata a spingere la ragione ad avere nuovamente il coraggio della verità. Senza la ragione la fede rovina, senza la fede la ragione corre il rischio di atrofizzarsi. È in gioco l’uomo. Ma perché l’uomo sia redento c’è bisogno del Redentore. Abbiamo bisogno di Cristo, uomo, che è uomo e Dio, “senza confusione né divisione” in unica persona, “Redemptor hominis”.

 
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Guido Carli
CONSIDERAZIONI FINALI DELLA BANCA D'ITALIA

Anno di pubblicazione 2011
A cura di Paolo Savona
Saggio complementare Le radici storiche e i fondamenti logici
delle Considerazioni finali del Governatore Carli

Autore Paolo Savona
Pag. XIX - 1033
Prezzo € 50,00
Collana Considerazioni finali della Banca d'Italia
ISBN 9788884630025

Incentrato sulla figura di Guido Carli, il libro costituisce il terzo volume dell'opera che raccoglie per la prima volta insieme e, in edizione critica commentata, le Considerazioni finali dei Governatori della Banca d'Italia.
Di particolare interesse la figura di Carli che fu Governatore dal 1960 al 1975, epoca tra le più importanti e tormentate della storia del nostro paese.
Così Paolo Savona nel saggio introduttivo al testo, riprendendo le parole di Giuseppe Guarino: "le Considerazioni finali di Carli 'hanno la reale natura di un saggio di storia' in senso ampio, nel senso che le vicende del quindicennio in esse descritte sono insieme 'prodotto della storia' e, secondo alcune interpretazioni, anche storia prodotta dalle sue stesse scelte politiche. Esse inoltre sono documenti ricchi di analisi che consentono di condurre esercizi di teoria economica applicata molto istruttivi per gli studiosi".
Il volume è in grado di tracciare con chiarezza il quadro macroeconomico nazionale e internazionale del periodo, grazie alla completezza e alla profondità con cui sviluppa gli argomenti trattati, caratteristiche che lo rendono un testo ancora oggi profondamente attuale, anche per la estrema precisione con cui descrive uno dei momenti più significativi della recente storia italiana.

L'Autore

Guido Carli (Brescia 1914 - Spoleto 1993) si laurea in Giurisprudenza nel 1936 e inizia la sua carriera come funzionario dell'Iri. Partecipa alla pianificazione bellica e successivamente, in qualità di delegato per le negoziazioni del trattato di pace, alla ricostruzione e alla concessione del primo prestito fatto all'Italia nel dopoguerra.
Membro della Consulta nazionale (1945) e Direttore esecutivo per l'Italia del Fmi (1947 - 1952), è Ministro del Commercio con l'estero nel gabinetto Zoli (1957 - 1958).
Nel 1959 è nominato Direttore generale della Banca d'Italia, della quale diviene Governatore nel 1960. Si dimette nel 1975 e l'anno successivo assume la presidenza di Confindustria.
Nel 1983 e nel 1987 è eletto senatore della Repubblica, quale candidato indipendente tra le file della Dc e, durante il VI (1989 - 1991) e VII (1991 - 1992) governo Andreotti, ricopre la carica di Ministro del Tesoro.

L'Indice

Note Biografiche * Le radici storiche e i fondamenti logici delle Considerazioni finali del Governatore Carli, di Paolo Savona * Il metodo e i tempi di preparazione delle Considerazioni finali di Guido Carli * La collocazione delle Considerazioni finali di Carli nel contesto storico * I fondamenti teorici del pensiero di Guido Carli “statista” * Il modello di funzionamento del meccanismo di sviluppo occidentale usato da Carli come riferimento per la sua azione * L’interpretazione dei modi di funzionamento dell’economia italiana che ha ispirato la politica monetaria di Carli * Alcune riflessioni conclusive sulla distribuzione del reddito e sulla formazione e utilizzo del risparmio finanziario in Italia nel periodo 1960-75 * Riferimenti Bibliografici
Considerazioni finali della Banca d’Italia: anno 1960, anno 1961, anno 1962, anno 1963, anno 1964, anno 1965,anno 1966, anno 1967, anno 1968, anno 1969, anno 1970, anno 1971, anno 1972, anno 1973, anno 1974.
Memorie del Governatore di Guido Carli * Lineamenti di storia della Banca d’Italia di Antonio Finocchiaro e Alberto Mario Contessa
Appendici: Storia della Banca d’Italia * Profili dei Governatori della Banca d’Italia * Tavola storica del Direttorio * Funzioni e governance * Statuto della Banca d’Italia 2002 * Statuto della Banca d’Italia 2006 * Codice etico per i membri del Direttorio * Bibliografia essenziale della Banca d’Italia.

 


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